Monreale, si chiude con il redentore di Haydn

Pubblicato il 12 Ottobre 2018

Monreale

Nella cittadina normanna, per la Settimana di musica sacra, ultimo appuntamento con la musica sacra, sabato 13 ottobre alle 21 nella straordinaria cornice del Duomo. L'Orchestra Sinfonica Siciliana è diretta da Fabio Maestri, Vincenzo Pirrotta voce recitante.

Palermo, 12 ottobre 2018 - Ultimo appuntamento a Monreale della Settimana internazionale di musica sacra. Sabato 13 ottobre, alle ore 21, la chiusura della Settimana al duomo di Monreale con l'Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Fabio Maestri, e con Vincenzo Pirrotta voce recitante. In programma, Franz Joseph Haydn, Le Ultime Sette Parole del nostro Redentore sulla Croce, Hob XX,1 versione per orchestra - Commenti poetici di Valerio Magrelli.

I testi di Valerio Magrelli, tra i più noti poeti italiani viventi, sono stati scritti per un'esecuzione delle Sette parole a Lecce nel 2009, pubblicate nel volume di scritti sulla musica "Il Violino di Frankenstein", e sostituiscono in modo poetico e moderno l'omelia tra un brano e l'altro.

INGRESSO LIBERO

Info: www.orchestrasinfonicasiciliana.it
Tel: 091 6072532

L'Ufficio stampa
(Mario Pintagro)

Note biografiche

Fabio Maestri, direttore
Compositore e Direttore d'orchestra, ha avuto come maestri Franco Donatoni e Franco Ferrara.

Per le stagioni 2001-2, 2002-3 e 2003-4 è stato Altro Maestro presso il Teatro di S. Carlo di Napoli. Attualmente é Direttore artistico del Festival Operaincanto (Umbria)

Le sue composizioni sono state eseguite da solisti quali Fabbriciani, Ancillotti, Abbondanza, Scarponi, pubblicate dalla Ricordi, Ricordi-Francia, BMG, radiotrasmesse (RAI 3), premiate e segnalate in diversi concorsi e rassegne: Filarmonica Umbra (1979), Venezia Opera prima (1981), "G.B.Viotti" di Vercelli (1981), Ente concerti di Belveglio (1982), Concorso Acanthes di Parigi (1983).

Ha curato numerose revisioni di opere di Pergolesi, Haendel, Padre Martini, Morlacchi, Vaccaj, Haydn, Hasse, Cimarosa, Chiarini.

Dal 1984 al 1990 è stato assistente al Corso di Composizione tenuto da Franco Donatoni all'Accademia Chigiana di Siena. Per alcuni anni è stato Pianista collaboratore e Direttore musicale di palcoscenico al Festival Pucciniano di Torre del Lago; è stato anche chiamato quale collaboratore al Maggio Musicale Fiorentino per la realizzazione, in prima assoluta, delle opere "La Partenza dell'argonauta" di Perlini/Agliotti/Panni (1975) e "Il Girotondo" di Fabio Vacchi (1982).

In due occasioni (Umbria 1981 – Roma 1988) ha coordinato e diretto la composizione "Accordo" di Luciano Berio per quattro grandi gruppi bandistici (circa 1000 esecutori). È stato assistente dello stesso Berio per la preparazione e l'esecuzione di "Sinfonia" per otto voci e grande orchestra (1984) e "La vera storia" (inaugurazione stagione 1990/1991) all'Accademia Nazionale di S. Cecilia (Roma).

Ecco alcuni dei Teari e Festival in cui ha diretto: Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Corsi Internazionali di Lanciano, Sagra Musicale Umbra, Maggio Musicale Fiorentino, Ravenna Festival, Atelier Lirique de Tourcoing, Festival delle Nazioni (Città di Castello), Festival di Fermo, Festival Operaincanto (Narni), Teatro Massimo di Palermo, Belcanto Festival Dordrecht (Olanda), Theatre de l'Opéra de Nice, Teatro Comunale di Bologna, Teatro di S. Carlo (Napoli), Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell'Opera di Roma, Teatro Lirico di Cagliari.

Tra le Orchestre di cui è stato ospite ricordiamo: Orchestra Sinfonica di Sanremo, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra dei Pomeriggi Musicali (Milano), Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce, Orchestra Regionale del Lazio, Orchestre Philarmonique de Nice, Orchestra del Teatro di S. Carlo (Napoli), Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra Regionale Toscana, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Molto attivo come esecutore di musica contemporanea, ha più volte diretto e partecipato a: Biennale di Venezia, Festival "Musica d'Oggi", Festival Pontino, Festival di Nuova Consonanza, Festival di Villa Medici (Roma), Accademia Filarmonica Romana (Teatro Olimpico), Rai Nuova Musica (Torino), Play.it! (Firenze).

Vincenzo Pirrotta, voce recitante
Dopo essersi diplomato alla Scuola di Teatro dell'Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, studia ed apprende l'arte del cunto con Mimmo Cuticchio, maestro puparo e cantastorie palermitano.

Lavora con registi e attori quali Toni Servillo, Luigi Lo Cascio, Giancarlo Sammartano, Mimmo Cuticchio, Giancarlo Sbragia, Gabriele Lavia, Mario Martone, Anna Proclemer, Salvo Licata, Roberto Guicciardini, Sandro Sequi, Piera Degli Espositi, Pasquale De Cristofaro, Mariano Rigillo, Roberto De Simone, Gianni Agus e Giancarlo Sepe.

Firma anche diverse regie teatrali tra cui La lupa di Giovanni Verga, Prometeo di Eschilo, Fondali riflessi tratto da Il vecchio e il mare di Hemingway, Nozze di Figaro per il Teatro Nazionale dell'Opera di Malta, Eumenidi di Eschilo nella versione di Pier Paolo Pasolini, riproposta in siciliano per la Biennale di Venezia 2004,Ciclope di Euripide nella versione in siciliano di Luigi Pirandello, per il XLI Ciclo di Rappresentazioni Classiche al Teatro greco di Siracusa.

E' stato protagonista nel Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi e L'histoire du soldat di Igor Stravinskij al Teatro dell'Opera di Roma, e del Ratto dal serragliodi Mozart per la regia di Roberto De Simone. Per il Teatro Stabile di Napoli ha diretto, in prima assoluta in Italia, Malish dell'autore lituano Ivaschevicius.

E' anche autore, regista e attore de La ballata delle balate, Terra Matta, All'ombra della Collina. Inoltre ha scritto la trilogia I tesori della Zisa che comprende i testi: N'gnanzoù, storie di mare e di pescatori, La fuga di Enea, La morte di Giufà, Male d'attore e Almanacco del tempo perso.

Con Peppe Lanzetta ha scritto Malaluna (premio E.T.I. 2004). Nel 2005 ha ricevuto il premio della critica come miglior autore, attore e regista emergente assegnatogli dall'Associazione Nazionale Critici di Teatro.

Note di sala a cura di Riccardo Viagrande

Franz Joseph Haydn
(Rohrau 1732 – Vienna 1809)
Le Ultime Sette Parole del nostro Redentore sulla Croce (Die Sieben ietzen Worte unseres Erlösers am Kreutze) Hob XX,1
Introduzione (Maestoso e adagio)
Sonata I (Largo): "Pater, dimitte illis quia nesciunt quid faciunt" (Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno)
Sonata II (Grave e cantabile): "Hodie me cum eris in Paradiso" (Oggi sarai con me in Paradiso)
Sonata III (Grave): "Mulier, ecce filius tuus" (Donna, ecco tuo figlio)
Sonata IV (Largo): "Deus meus, Deus meus, ut quid dereliquisti me?"(Dio mio, Dio moi, perché mi hai abbandonato)
Sonata V (Adagio): "Sitio" (Ho sete)
Sonata VI (Lento): "Consummatum est " (È finito)
Sonata VII (Largo): "In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum" (Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito)
Il terremoto (Presto e con tutta forza)
Durata: 57'

"Circa quindici anni fa mi fu chiesto da un canonico [don José Sáenz de Santa María] di Cadice [chiesa della Santa Cueva] di comporre della musica per Le ultime sette Parole del Nostro Salvatore sulla croce. Nella cattedrale di Cadice era tradizione produrre ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito e pronunciava la prima delle sette parole (o frasi) tenendo un discorso su di essa. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prosternava davanti all'altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Allo stesso modo il vescovo pronunciava poi la seconda parola, poi la terza e così via, e la musica seguiva al termine di ogni discorso. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi di dieci minuti l'uno senza annoiare gli ascoltatori: a dire il vero mi fu quasi impossibile rispettare i limiti stabiliti".

Così lo stesso Haydn presentò in occasione della pubblicazione al suo editore Breitkopf&Härtel Le Ultime Sette Parole del nostro Redentore sulla Croce, da lui composte nel 1785 e rielaborate nel corso degli anni per organici diversi. Oltre alle due riduzioni, una per quartetto d'archi e una per pianoforte, entrambe del 1787, Haydn, nel 1796, avrebbe realizzato, infatti, una versione per coro e orchestra su un testo di un canonico di Passau. Dal punto di vista formale la composizione è costituita da nove brani con un'Introduzione (Maestoso e Adagio) e un Terremoto conclusivo di andamento contrastante (Presto e con tutta forza) con gli Adagi delle sette Sonate, ciascuna delle quali costituisce un commento delle sette frasi pronunciate da Gesù sulla croce. La difficoltà di comporre 7 Adagi di circa 10 minuti fu brillantemente superata da Haydn con pagine di tenera cantabilità come il tema della Seconda Sonata o con momenti di liturgica austerità come il tema posto ad apertura della Quarta Sonata che ricorda la sinfonia La Passione.