66ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale

The Ring Around Quartet incontra Gianni Gebbia

Musiche polifoniche e improvvisazione

Gianni Gebbia, sassofono soprano
Ring Around Quartet

  • Day

    Time

    Duration

    Price

     

  • Giorno

    Sunday
    13 October 2024

    Ore

    21,00

    Durata

    -

    Prezzi

    - €

    Calendario

Vera Marenco sopranoManuela Litro contralto

Umberto Bartolini tenore - Alberto Longhi baritono

con la partecipazione di Guido Ripoli baritono e controtenore

e

Gianni Gebbia sassofono soprano

 

Canti del repertorio medievale italiano e francese con le improvvisazioni di Gianni Gebbia - Prima esecuzione assoluta

 

Ingresso libero fino ad esaurimento di posti

  • Programma

  • Anonimo Manoscritto Saint-Martial de Limoges Paris XII sec.

    Uterus hodie - Versus

    Pérotin (magister Perotinus)
    Parigi 1160 circa - 1230 circa

    Ex semine - Motetus

    Anonimo Manoscritto Biblioteca dei Medici di Firenze

    O summi regis mater - Rondeau

    Guillaume Dufay
    Beersel 1400 circa - Cambrai 1474)

    Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae

    Anonimo XII sec.

    Gaudens in domino - Conductus / Primo tempore - Lectio

    Anonimo Manoscritto codice Aquileia

    Nicolay Solemnia

    Hildegard von Bingen
    Bermersheim vor der Höhe 1098 - Bingen am Rhein 1179

    Caritas abundat

    Guillaume de Machaut
    Reims 1300 circa - 1377

    Kyrie/Christe/Kyrie - da Missa de Notre Dame

    Guillaume de Machaut
    Reims 1300 circa - 1377

    Sans coeur/Amis dolens/Dame, par vous /Ballade XVII

    Il Ring around quartet di Genova,una delle più rinomate formazioni vocali italiane specializzate nel repertorio polifonico medievale incontra il sassofonista palermitano Gianni Gebbia di fama internazionale per la sua sonorità distintiva e l'uso della respirazione circolare. Le musiche eseguite spaziano da autori anonimi fino a Hildegard Von Bingen, Guillaume Dufay e Perotinus con il sax di Gianni Gebbia che si intreccia e dialoga con questi materiali con le sue ipnotiche improvvisazioni.

    Edificata nell’848 per volere di Carlo il Calvo, l’abbazia di San Marziale a Limoges costituì un importantissimo centro di elaborazione della polifonia medievale e, inoltre, era dotata di una ricchissima biblioteca musicale nella quale si trovava la più ricca collezione di tropi, sequenze, prose, prosulae e versus. Questa produzione ci è stata tramandata in manoscritti preziosissimi di grande valore storico e musicologico, in quanto in essi è adottata la famosa notazione aquitana, o 'notazione a punti', consistente in una particolare forma di scrittura musicale sviluppatasi nella Francia sud-occidentale a partire dall’XI sec.. Tra i versus, forma tipica dell’abbazia di San Marziale a Limoges, spicca Uterus hodie che, appartenente ai 29 ordinari, perché non presentano alcun verso di chiusura, a differenza dei 20 chiamati Benedicamus Domino, perché si concludono con questo verso o con qualche sua variante, ha come tema quello del Natale. Simile al conductus, il versus, di cui Uterus hodie è un brano significativo, è una composizione a due voci con episodi in discanto.

    Pérotin o Magister Perotinus svolse la sua attività di compositore nei primi decenni del XIII sec., come è testimoniato da un trattato anonimo latino della fine dello stesso secolo, in cui si legge che egli fu optimus discantor, autore di Organa a quattro voci, come Viderunt e Sederunt, e di pezzi a tre voci, tra cui Alleluja, Posui Adjutorium e Nativitas. Pérotin fu uno dei membri della scuola di Notre Dame, alla quale si deve l’elaborazione di una prima forma di mottetto, termine derivante, secondo alcuni, dalla parola francese motet (breve motto). La primitiva forma del mottetto, infatti, si fa risalire proprio alle clausolae, passi in cui il tenor di una composizione polifonica, che generalmente si muoveva a valori larghi, aveva un andamento più veloce, mentre la parte superiore presentava delle figurazioni ritmiche regolari. Proprio una di queste clausolae è Ex semine che è tratta dall’Alleluja della Messa di Natale.

    Dal manoscritto di Firenze proviene, invece, il rondeau di autore anonimo O summi regis mater, la cui struttura denuncia evidenti influenze della scuola di Notre-Dame.

    Originario di Hainaut, Guillaume Dufay, dopo aver svolto un ruolo fra i chorales della Cattedrale di Cambrai, egli venne in Italia dove lavorò presso la corte dei Malatesta di Pesaro e presso la Cappella pontificia. In seguito visse a Firenze dove compose due mottetti apologetici Mirandas parit haec urbis e Salve flos tuscae, mentre, per la consacrazione del Duomo fiorentino di Santa Maria del Fiore, nel 1436, fu eseguito il suo mottetto isoritmico Nuper rosarum flores. Composto intorno al 1454, come si evince da una lettera di Dufay a Piero e Giovanni de’ Medici che sarebbe stata scritta il 22 febbraio di quell’anno, la Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae è una delle tante lamentazioni scritte in seguito alla caduta di Costantinopoli avvenuta nel 1453 per mano dei Turchi Ottomani. Scritta nella forma della chanson-mottetto, questa Lamentazione è costituita da un tenor basato su un cantus firmus gregoriano e da un altro testo cantato in francese medio del quale protagonista è una madre che si lamenta delle sofferenze del figlio.

    Con il termine conductus, che nel XIII sec. acquistò grande rilevanza grazie ai maestri della scuola di Notre-Dame, si indica un canto in versi ritmici, raggruppati in strofe, su testo latino, a carattere religioso, all’inizio, e profano dal XII sec. in poi. Le sue origini risalgono al sec. XI, quando si affermò come canto monodico, simile al tropo e alla sequenza e, probabilmente, trasse il suo nome dal fatto che esso veniva usato quando il celebrante o l’attore di un dramma liturgico andava in processione da un luogo all’altro. Nel XII sec. i testi in versi cominciarono ad essere usati anche per canti latini profani a contenuto moralistico e celebrativo. Una caratteristica dei conductus polifonici fu la sostituzione della melodia gregoriana, usata come tenor, con una melodia di nuova composizione, mentre i ritmi, quasi identici nelle varie voci, erano prevalentemente sillabici, anche se all’inizio o alla fine si potevano trovare brani melismatici, detti caudae. Al XII sec. risale il conductus Gaudens in domino di autore ignoto.

    Poche notizie si hanno sul brevissimo brano Nicolai Solemnia, tratto dal Codice di Aquileia, mentre ancora oggi non è possibile resistere al fascino di una figura come quella di Hildegard von Bingen, monaca benedettina, venerata come santa dalla Chiesa Cattolica e proclamata nel 2012 da papa Benedetto XVI dottore della chiesa, che si è distinta per i suoi molteplici talenti. Oltre ad essere una musicista, fu, infatti, una teologa, una scrittrice, una mistica, un’erborista, una poetessa, una linguista e anche una consigliera politica. Diede comunque grande importanza alla musica, che, da lei considerata come uno strumento di elevazione spirituale, fu pertanto sottratta al semplice ambito ludico al quale era stata fino a quel momento relegata. Nelle sue composizioni, tra le quali spicca Caritas abundat per l’intenso afflato spirituale, si trovano elementi che anticipano lo stile di Magister Leoninus e Magister Perotinus.

    Autore di una vasta produzione di mottetti, Guillaume de Machault, oltre a scrivere moltissime opere letterarie sia in versi che in prosa, compose 142 lavori musicali, raccolti in tre manoscritti, tra cui la Messa di Notre Dame a 4 voci, prima Messa polifonica musicata da un solo compositore. Il Kyrie, il Sanctus, l’Agnus Dei e l’Ite Missa est di questa Messa sono scritte nello stile del mottetto isoritmico e si basano sul cantus firmus dei corrispondenti brani di Messe gregoriane, mentre il Gloria e il Credo sono scritti nello stile del conductus. Sono molto importanti anche le sue ballades, di cui un esempio è Sans coeur, in quanto si distinguono per gli artifici da lui usati e consistenti nell’inserimento di testi musicali di altri autori. Egli, pur rimanendo fedele alla ballade trobadorica, con l’opposizione delle strofe formate ciascuna da due frasi musicali, delle quali la prima veniva ripetuta secondo lo schema A A B, la trasformò in canto monodico a carattere lirico spesso accompagnato da strumenti. La sua musica può essere considerata la più alta espressione dell’Ars nova francese in quanto la sua linea melodica, formata da una serie di piccoli gruppi di note, appare molto originale, mentre gli elementi che compongono la raffinata ritmica danno luogo a composizioni molto simili a quelle moderne di tipo dodecafonico.

     

    Riccardo Viagrande