Loewe/Prokofiev/ Gould/Borodin

Hanna von Wiehler, direttrice

Tommaso Maria Parazzoli, danzatore di tip tap

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Place

  • Piazza Ruggiero Settimo - Palermo

  • Day

    Time

    Duration

    Price

     

  • Giorno

    Friday
    18 July 2025

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Frederick Loewe
    Berlino1901 - Palm Springs 1988

    My Fair Lady, suite orchestrale

    Ispirato alla pièce teatrale, Pigmalione (1913), di George Bernard Shaw, My Fair Lady ha avuto una gestazione lunga e complessa, anche per la volontà del drammaturgo irlandese, il quale, rimasto insoddisfatto dall’adattamento a operetta viennese di un altro suo lavoro, Arms and the Man, non diede il suo consenso al progetto di trasformarla in un musical. Solo dopo la morte di Shaw, avvenuta nel 1950, il produttore Gabriel Pascal, che aveva acquisito i diritti cinematografici di molte opere del drammaturgo irlandese, contattò il librettista Alan Jay Lerner e il compositore Frederick Loewe per proporre loro di mettere in musica Pigmalione. Inizialmente i due artisti, poco convinti dalla trama della pièce, mancante di una storia d’amore e di ruoli secondari, decisero di abbandonare il progetto che ripresero, soltanto due anni dopo, alla morte di Pascal. Lerner e Loewe modificarono allora la trama in modo da renderla più vicina alle caratteristiche del musical. Protagonista è Eliza Doolittle, una fioraia che prende lezioni di dizione dal fonetista Henry Higgins affinché possa diventare una signora e, quindi, aprire un negozio. Nella presente suite orchestrale vengono proposte alcune delle pagine più famose della partitura di questo musical che fu messo in scena per la prima volta il 15 marzo 1956 al Mark Hellinger Theatre di New York ottenendo un grande successo di critica e di pubblico.

    Duration: 10'

    Sergej Sergeevič Prokof'ev
    Soncovka 1891 - Mosca 1953

    Romeo e Giulietta prima della separazione dalla Suite n. 2 op. 64 ter

    Lento, Andante, Adagio, Andante

     

    “Ad alcuni è dato di cantare l’amor di Romeo e Giulietta, ad altri di imitare i selvaggi latrati e le stolte piroette delle scimmie”. Queste parole, non certo lusinghiere, per non dire offensive, espresse dal critico conservatore Kolomitsev il giorno dopo la prima esecuzione della Suite Sciita di Prokof’ev, nel 1915, sembrano suonare come una profezia o una maledizione. Nel momento in cui redasse il suo intervento, il critico russo non avrebbe mai immaginato che Prokof’ev vent’anni dopo si sarebbe misurato con il famoso soggetto shakespeariano per ricavarne un balletto il cui allestimento sarebbe andato incontro a notevoli difficoltà. Nel 1935, infatti, la direzione del teatro Kirov di Leningrado aveva affidato a Prokof’ev l’incarico di allestire un nuovo balletto ma, alla proposta del compositore di mettere in musica la tragica storia dei due amanti veronesi, oppose un netto rifiuto forse memore del giudizio di Kolomitsev. Prokof’ev allora propose lo stesso soggetto al Bol'šoj di Mosca che, dopo averlo accettato, rinviò continuamente la prima rappresentazione perché i ballerini ritennero la musica troppo difficile. Il balletto sarebbe stato messo in scena soltanto due anni dopo, il 30 dicembre 1938, a Brno in Cecoslovacchia non senza difficoltà e incomprensioni con il coreografo Lavrovskij. Già prima della rappresentazione cecoslovacca Prokof’ev, per evitare che questa musica andasse sprecata, ricavò da essa ben due Suites di sette brani ciascuna e 10 pezzi per pianoforte e una terza, nel 1946, dopo una nuova revisione del balletto che finalmente fu rappresentato al Bol'šoj il 22 dicembre di quell’anno. Tratto dalla seconda suite, il brano Romeo e Giulietta prima della separazione descrive il momento della separazione dei due giovani amanti dopo la prima notte nuziale.

    Duration: 8'

    Morton Gould
    New York 1913 - Orlando 1996

    Tap dance concerto

    Toccata (Bright and Vigorous)

    Pantomime (Very Slow and Held Back)

    Minuet (Lyrically Moving)

    Rondo (Very Fast and Driving)

     

    Compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense, Morton Gould può essere considerato un vero e proprio enfant prodige, dal momento che ha rivelato le sue doti musicali sin dalla più tenera età, componendo le sue prime opere quando aveva appena 6 anni. Dopo aver lavorato come pianista   nei cinema di New York durante il periodo della Grande Depressione, nel 1932 fu assunto sempre come pianista dalla neonata Radio City Music Hall, ma la notorietà gli venne quando dal 1935 iniziò a lavorare per la radio WOR di New York, per la quale arrangiò per orchestra e diresse musiche che venivano trasmesse nei programmi radiofonici che avevano una diffusione nazionale. Molto vasta è la sua produzione che va da opere scritte per Broadway fino a lavori sinfonici tra i quali spicca questo Tap dance concerto, da lui composto nel 1952 ed eseguito per la prima volta il 16 novembre dello stesso anno presso l’Eastman Theatre di Rochester sotto la sua direzione e con il ballerino Danny Daniels in qualità di solista. Come si può dedurre dal titolo, infatti, in questo concerto, a svolgere il ruolo del solista è un ballerino di tiptap che dialoga con l’orchestra come un qualsiasi strumento musicale sin dal primo movimento, Toccata, in cui, dopo una breve introduzione orchestrale che esegue un tema, fa il suo ingresso con una figurazione ritmica che ricorda quella del tema esposto inizialmente dall’orchestra. In questa Toccata si segnalano una seconda sezione, di carattere lirico, e, come in tutti in concerti che si rispettano, una “cadenza” del “solista” che precede la coda conclusiva. Il secondo movimento, Pantomime, nella quale il solista ha maggiore libertà, come si legge nelle note esecutive che precedono la partitura, è una pagina di carattere ironico, mentre il terzo movimento, Minuet, si segnala per l’eleganza del lirico tema esposto inizialmente dai violini primi. Il concerto si chiude con un brillante e “virtuosistico” Rondo

    Duration: 16'

    Aleksandr Borodin
    San Pietroburgo 1833 - 1887

    Danze polovesiane da Il principe Igor

    Introduzione: Andantino, Allegro vivo, Allegro, Presto, Moderato alla Breve, Presto, Allegro con spirito, Più animato

     

    Il principe Igor, l’opera più famosa di Borodin, sebbene rimasta incompiuta, fu composta in un arco di tempo di 18 anni, dal 1869 al 1887, anno della morte del compositore, con una breve sospensione dal 1870 al 1874. Rappresentata per la prima volta al Teatro Mariinskij di Pietroburgo il 23 ottobre 1890, l’opera fu completata dall’amico Rimskij-Korsakov, che orchestrò il Prologo, il primo, il secondo e il quarto atto, e da Glazunov, allievo di quest’ultimo, il quale, oltre a completare e orchestrare il terzo atto, grazie alla sua straordinaria memoria, riuscì a ricostruire l’ouverture, eseguita molto spesso in sua presenza al pianoforte da Borodin che, tuttavia, non aveva mai provveduto a trascriverla.

    La prima idea dell’opera nacque molto probabilmente una sera durante una riunione tenuta nella casa della dolce colomba, Ljudmila Šestakova, sorella di Glinka, la quale, dopo la morte del fratello, trasformò il suo salotto in un luogo d’incontro per artisti e intellettuali impegnati a dare vita ad una cultura autoctona russa. Tra gli assidui frequentatori del salotto della dolce colomba c’era anche Vladimir Stasov, critico musicale e d’arte oltre che vero e proprio portavoce del Gruppo dei Cinque di cui faceva parte lo stesso Borodin. Fu proprio Stasov a lanciare l’idea di comporre un’opera ispirata alla guerra condotta dal principe Igor contro gli invasori Polovesi, una popolazione asiatica di origine mongola, ma l’anonimo Canto della schiera di Igor del XII sec.  fu, per l’intellettuale russo, una fonte poco ricca di episodi, costringendolo a inventarne dei nuovi, ispirati dall’opera storica, Cronaca dei tempi passati. Borodin, inizialmente entusiasta per il soggetto, si mise a comporre alcuni passi dell’opera, ma, in seguito, abbandonò questo lavoro perché assorbito da altri progetti tra cui la Seconda sinfonia e un’opera collettiva, Mlada, che avrebbe dovuto scrivere in collaborazione con Musorgskij, Rimskij-Korsakov e Cui. Il fallimento di quest’ultimo progetto indusse il compositore a riprendere il Principe Igor nel 1874 non riuscendolo a completare nonostante i 13 anni di lavoro che lo separavano dalla morte.

    L’opera narra, appunto, di Igor Sviatoslavic, principe di Seversk, che decide di  muoversi, insieme al figlio Vladimir, contro Kontchak, Khan (condottiero) dei Polovesi, che stava invadendo il suo principato. All’inizio Igor è sconfitto ed è condotto prigioniero al campo dei Polovesi, dove Kontchakova, figlia di Kontchak, s’innamora, ricambiata, di Vladimir, prigioniero insieme al padre. Mentre vaga per il campo preoccupato per i recenti avvenimenti, Igor è avvicinato da Ovlur, un polovese convertito che gli propone di fuggire. Nel frattempo Kontchak ritorna dalla caccia e cerca di trattenere per sempre Igor presso di sé con lusinghe tra cui una danza in suo onore eseguita da schiavi e schiave. Così hanno inizio le famose Danze polovesiane che, per il loro carattere suggestivo, hanno trovato un posto stabile nel repertorio sinfonico.

    Le quattro danze, eseguite nell’opera con l’intervento del coro, presentano una forte accentuazione ritmica che, se nell’Andantino iniziale è mitigata da sonorità delicate, nelle successive assume un carattere “barbarico” anticipatore di alcune scelte compositive di Stravinskij e Prokof’ev. Dopo una breve introduzione le fanciulle danzano allegramente su un tema molto espressivo e suggestivo dal punto di vista timbrico. La successiva danza degli schiavi (Allegro vivo) assume toni barbarici nella ripetizione quasi ossessiva del tema e nell’incedere sincopato dell’accompagnamento che, pur presentando lo stesso andamento ritmico della danza precedente, è fortemente marcato. Non meno “barbarica” è la successiva danza di gruppo (Allegro) che si caratterizza per una forte accentuazione sul secondo tempo e per una scrittura che esalta la struttura cromatica su pedali di tonica e di dominante che fungono da elemento unificante. Marcata dal punto di vista ritmico è la Danza dei fanciulli (Presto) che si evidenzia per il carattere ripetitivo del tema e per il passaggio, in alcuni punti, dal 6/8 al 2/4. Una melodia dolce e cantabile caratterizza la successiva Danza (Moderato alla breve), della quale sono protagonisti le fanciulle, prima, e i fanciulli dopo. Quest’ultimi danzano su un tema più rapido e maggiormente marcato dal punto di vista ritmico. Dopo la ripresa della Danza dei fanciulli (Presto) e di quella degli schiavi (Allegro con spirito), un vorticoso Più animato conclude questo passo dell’opera in un’esplosione di timbri e sonorità orchestrali che esaltano una scrittura fortemente cromatica.

     

    Riccardo Viagrande

    Duration: 14'