Kancheli

PABLO GONZÁLEZ direttore

EGILS SILIŅŠ basso-baritono

  • Place

  • Politeama Garibaldi - Palermo

  • Day

    Time

    Duration

    Price

     

  • Giorno

    Saturday
    21 March 2026

    Ore

    17,30

    Durata

    70min.

    Prezzi

    30 - 18 €

    Calendario

  • Programma

  • Giya Kancheli
    Tbilisi 1935 - 2019

    Sinfonia n. 6

    Adagio a piacere

    Calmo. Marcatissimo furioso. Lento molto

     

    Nato a Tblisi nel 1935, Giya Kancheli è stato sicuramente il più famoso compositore della Georgia, nonostante sia arrivato relativamente tardi alla cosiddetta musica “colta”, dal momento che fino a 20 anni aveva coltivato il jazz. Fu soltanto sotto la presidenza di Nikita Chruščëv, il quale realizzò una politica di disgelo, che nell’Unione Sovietica incominciarono a essere eseguite opere sia di compositori russi, come Stravinskij, che, però, avevano lasciato il loro paese prima della Rivoluzione d’ottobre, sia di autori occidentali, come Charles Ives, la cui Unanswered Question produsse un grande effetto in Kancheli, il quale rimase colpito dal carattere spirituale e mistico di questo lavoro. In seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, nel 1991, Kancheli si trasferì prima a Berlino e nel 1995 ad Anversa. Nel periodo trascorso in patria, Kancheli diede forma al suo mondo musicale, intriso di profonda spiritualità, grazie al genere sinfonico. Ad esso contribuì, infatti, con ben 7 sinfonie composte nell’arco di un ventennio che va dal 1967, anno della sua Prima sinfonia, al 1986, anno a cui risale la Settima, che egli intitolò Epilogo a dimostrazione della sua volontà di non scrivere altre composizioni in questo genere che, pure, gli aveva dato tante soddisfazioni culminate nel riconoscimento tributato alla sua Quarta Sinfonia “In memoria di Michelangelo”, risalente al 1976. In questa sua produzione sinfonica convivono elementi tratti dalla tradizione georgiana con altri provenienti dal sinfonismo russo del XX secolo. Se, da una parte, infatti, Kancheli manifestò sempre un forte legame con la tradizione georgiana e con la polifonia corale della liturgia ortodossa, che, sebbene mai citata direttamente, ne influenzò i toni, ora contemplativi ora sublimi, dall’altra, rimase fedele alle caratteristiche formali e alle tecniche compositive utilizzate dai compositori russi.

    Tutti questi elementi confluiscono nella Sinfonia n. 6 che, composta tra il 1978 e il 1980 su commissione di Kurt Masur, il quale la eseguì per la prima volta a Lipsia nel 1981, si presenta in due movimenti, dei quali il primo, Adagio a piacere, si apre con una melodia di origine georgiana intonata da due viole soliste. Il movimento, come, del resto, l’intera sinfonia si segnala per il contrasto tra momenti di silenzio con altri in cui l’orchestra suona, spesso, a sezioni, che dialogano tra di loro con rapide figurazioni anche queste di ascendenza popolare e georgiana. Il tema popolare delle viole ritorna anche nel secondo movimento, Calmo che, eseguito senza soluzione di continuità, si segnala, in generale, per una scrittura più polifonica di profondo misticismo, a cui si contrappone la sezione, Marcatissimo furioso, nella quale l’orchestra esplode con violenza.

    Duration: 25'

    Don’t Grieve. vocal-symphonic suite for baritone and large orchestra (prima esecuzione a Palermo)

    Risalente al 2001 è la composizione di Don’t Grieve. suite sinfonico-vocale per baritono e grande orchestra su testi di Dylan Thomas, W. H. Auden e altri poeti russi e georgiani, sulla quale il compositore si è così espresso nella nota introduttiva preposta alla partitura pubblicata da Boosey & Hawkes: “Ho sempre pensato e continuo a pensare che la grande poesia porti con sé una grande musica. Limitandomi all’uso di singoli versi, frasi o titoli di varie poesie, sono libero di creare musica secondo la mia personale interpretazione di una data immagine. Solo un’immagine, piuttosto che le idee alla base del sonetto di Shakespeare, per esempio. Questa non è la via della minor resistenza. Si tratta piuttosto di una percezione realistica delle proprie possibilità. È al di là delle mie capacità creare una musica che suoni meglio di quella che percepisco nella poesia di Brodsky o Mandelstam. Ma sono capace, in una certa misura, di creare immagini musicali che rivelano il senso di singole parole, frasi, versi.

    Ho iniziato a scrivere un brano per baritono e orchestra sinfonica all’inizio della primavera del 2001. È stato completato sei giorni prima della tragedia che ha avuto luogo negli Stati Uniti l’11 settembre. Sebbene la mia musica sia solitamente triste, non ho osato dedicare questo brano alla memoria delle vittime innocenti. Tuttavia, ero consapevole che la musica scritta dopo la tragedia sarebbe stata diversa. Pertanto, ho deciso di usare le ultime due parole del testo come titolo: Don’t Grieve [Non piangere]. Sono rivolte a tutti coloro che hanno sopportato questa tragedia con le lacrime e hanno continuato a credere nel futuro”.

    L’opera si segnala per un’atmosfera di profonda spiritualità ottenuta attraverso una scrittura piena di contrasti, nella quale melodie semplici, quasi da ninna-nanna, affidate al baritono, si contrappongono a violenti tutti orchestrali.

     

    Riccardo Viagrande

    Duration: 40'