Settimana Musica Sacra di Monreale

Sir John Eliot Gardiner, direttore

English Baroque Soloists

Monteverdi Choir

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    04 Ottobre 2020

    Ore

    21,00

    Durata

    -

    Prezzi

    - €

    Calendario

  • Programma

  • Henry Purcell
    Londra 1659 - Londra 1695

    Jehova, quam multi sunt hostes

    Claudio Monteverdi
    Cremona 1567 - Venezia 1643

    Messa a 4 voci da cappella, SV 190

    Giacomo Carissimi
    Marino 1605 - Roma 1674

    Jephte

    Henry Purcell
    Londra 1659 - Londra 1695

    Hear my prayer, o Lord, Z.15

    Domenico Scarlatti
    Napoli 1685 - Madrid 1757

    Stabat Mater

     

    Non si conosce, con precisione, la genesi della Messa a 4 voci da cappella, SV 190 di Claudio Monteverdi (Cremona 1567 - Venezia 1643) che fu pubblicata postuma, nel 1650 sette anni dopo la morte del compositore, dall'editore e amico Alessandro Vincenti, il quale, con la collaborazione di Francesco Cavalli, raccolse un certo numero di composizioni sacre inedite che riunì in un unico volume. Costituita dalle cinque parti dell'Ordinarium Missae (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), la Messa mostra la straordinaria capacità di Monteverdi di misurasi con lo stile antico per la densa scrittura contrappuntistica e per la scelta di costruire l'intero lavoro sul tema iniziale del Kyrie, caratterizzato da una scala discendente (sol-fa-mi-re) a cui seguono due terze ascendenti (re-fa-mi-sol) che risolvono per grado congiunto in senso discendente (fa-mi-re).

    Nato da un'umile famiglia, Giacomo Carissimi (Marino 1605 - Roma 1674) iniziò giovanissimo la professione di musicista che lo portò a ricoprire gli incarichi di cantore e organista presso il Duomo di Tivoli, di maestro di cappella nella cattedrale di Assisi e, in seguito, nella chiesa di Sant'Apollinare a Roma. All'interno della sua copiosa produzione che abbracciava sia il genere sacro che quello profano, si segnalano i 35 oratori in latino, lavori complessi che a volte richiedono un notevole numero di voci soliste e corali. Tra i 20 oratori che ci sono pervenuti, spicca Jephte a 6 voci, autentico capolavoro composto da Carissimi probabilmente intorno al 1648. In questo lavoro basato sulla storia narrata nel Libro dei Giudici di cui è protagonista Jephte, Carissimi dà voce ai sentimenti umani sia degli sconfitti sia di Jephte che si straccia le vesti quando vede venirgli incontro la figlia che avrebbe dovuto sacrificare. Tra le pagine più intense si segnala per la forte carica emotiva il coro finale Plorate, filii Israel.

    Composto nel 1682 quando Henry Purcell (Westminster, Londra, 1659 – Westminster, Londra, 1695) era da poco diventato organista presso l'abbazia di Westmister,  Hear my prayer, o Lord, Z.15 è un inno corale ad otto voci, il cui testo si basa sul primo verso del Salmo 102 nella versione del Book of Common Prayer, il testo di riferimento dottrinale e liturgico della chiesa anglicana. Aperto da un semplice tema, costituito da quattro do ribattuti a cui segue un intervallo di terza prima ascendente e poi discendente, l'inno si segnala per un progressivo crescendo di tensione emotiva reso anche attraverso un'armonia dissonante che raggiunge il suo punto culminante nel finale prima di risolvere sulla triade di do minore.

    Noto per le sue 555 sonate, Domenico Scarlatti (Napoli 1685 – Madrid 1757) fu autore anche di una notevole produzione sacra che comprende, oltre allo Stabat Mater, riconosciuto come il suo più grande capolavoro, tre Messe, diciotto Mottetti, un Oratorio (La conversione di Clodoveo, re di Francia) e una Cantata (La notte del Ss.mo Natale). Composto tra il 1715 e il 1719 a Roma, quando Scarlatti era maestro della Cappella Giulia, questo Stabat Mater si configura come un grande affresco polifonico (quattro soprani, due contralti, due tenori e due bassi) e basso continuo, nel quale il compositore mostrò tutta la sua abilità nell'adottare un severo stile contrappuntistico sul modello palestriniano. Il testo di Jacopone da Todi è realizzato da Scarlatti, che ha rinunciato ad una divisione in numeri musicali separati, con una scrittura densa e particolarmente ricca dal punto di vista armonico e comunque tale da rappresentare il dolore con grande forza icastica.

     

    Riccardo Viagrande

     

     

    Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria via mail (biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it) indicando nome, cognome e numero di telefono. Le prenotazioni vanno effettuate nell'arco orario di apertura del botteghino (ore 9/13 dal lunedì al sabato). Le prenotazioni sono valide solo dopo la conferma via mail da parte del Botteghino.

Sir John Eliot Gardiner

English Baroque Soloists & Monteverdi Choir