I giovedì al Giardino dei Giusti

Trio Anciuti

  • Luogo

  • Giardino dei Giusti - Palermo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Giovedì
    23 Settembre 2021

    Ore

    21,00

    Durata

    60min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

Gabriele Palmeri, Stefania Tedesco oboi

Maria Grazia D’Alessio corno inglese

Trio Anciuti

 

In ottemperanza alla normativa anticovid

INGRESSO GRATUITO CON OBBLIGO DI PRENOTAZIONE

Potranno assistere al concerto gli spettatori in possesso di green pass e documento di riconoscimento da presentare all'ingresso.

Per prenotare telefonare (091 6072532/533) al Botteghino del Politeama (ore 9/13) dal 6 settembre nonché giovedì 23 settembre direttamente presso il Giardino dei Giusti a partire dalle ore 20 secondo disponibilità.

  • Programma

  • Johann Nepomuk Wendt
    Divice 1745 – Josefstadt 1801

    Variazioni sul tema di “Nel cor più non mi sento” di Paisiello

    Johann Nepomuk Wendt
    Divice 1745 – Josefstadt 1801

    Variazioni su un tema di Haydn (Andante della Sinfonia n.53 L'Imperiale)

    Josef Triebensee
    Třeboň 1772 – Prague 1846

    Variazioni su un tema di Haydn (Andante della Sinfonia n. 94 “col colpo di timpano” o “La sorpresa”, in sol maggiore)

    Franz Krommer
    Kamenice 1759 – Vienna 1831

    Variazioni su un tema di Pleyel

    Ludwig van Beethoven
    Bonn, 1770 - Vienna, 1827

    Otto Variazioni sul tema "La ci darem la mano" del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart per due oboi e corno inglese in do maggiore, WoO 28

     

     

    Per lo più sconosciuto alla stragrande maggioranza del pubblico, Johann Nepomuk Wendt (Vent, Wend, Wendt), fu, invece, un geniale arrangiatore e un notevole strumentista. Nato a Divice nel 1745, Wendt, dopo aver ricevuto la prima formazione musicale da Ernst Karl Pachta von Rayhofen, lavorò inizialmente suonando il corno inglese nell’Harmonie (nome tedesco che serve a designare un ensemble di fiati formato dai 5 agli 8 strumentisti) del principe Giuseppe di Schwarzenberg. La vera svolta nella sua carriera avvenne, però, nel 1782, quando fu nominato secondo oboe dell’Orchestra del Teatro di Corte di Vienna. Fu, in questo periodo, che Wendt compose circa 40 lavori tra trascrizioni e arrangiamenti di opere, tra cui queste Variazioni sul tema di “Nel cor più non mi sento” di Paisiello. In questi lavoro, il tema di questo duetto, tratto da  L'amor contrastato, ossia La molinara di Paisiello, che aveva ispirato moltissimi compositori come Beethoven, Paganini e Hummel, è sottoposto a 4 variazioni. È, invece, il tema del secondo movimento della Sinfonia n.53 l'Imperiale di Haydn, che Wendt  traspose da la maggiore a do maggiore, ad ispirare il secondo brano in programma, le otto variazioni, di cui la quarta in minore

    Quasi del tutto sconosciuto al largo pubblico è anche il compositore boemo Josef Triebensee, che, come Wendt, fu un oboista di spicco a Vienna tra la fine del Settecento e la prima decade dell’Ottocento. Nato a Třeboň, Triebensee, dopo aver studiato composizione con Johann Georg Albrechtsberger e oboe con il padre Georg, suonò nell’orchestra privata del principe Schwarzenberg e dal 1782 al 1806 fu primo oboe sia dell’Harmonie dell’imperatore d’Austria sia dell’Orchestra del Teatro di Corte di Vienna. Tra i suoi incarichi vanno ricordati anche l’impiego dal 1811 presso l’orchestra privata del conte Hunyady  e soprattutto quello di direttore del Teatro Nazionale di Praga che svolse dal 1816 al 1836. Come compositore, fu autore anche di una vasta produzione soprattutto per formazioni di strumenti a fiato tra le quali vanno ricordate queste 5 Variazioni su un tema di Haydn tratto dal secondo movimento della Sinfonia n. 94 “mit den Paukenschlag” o “The surprise” (“col colpo di timpano” o “La sorpresa”), in sol maggiore Hob. I: 94.

    A differenza di Wendt e Triebensee, lo strumento d’elezione del compositore ceco Franz Krommer fu il violino che studiò, insieme con l’organo, con lo zio Antonín Mattias Kramár a Turany  nell’attuale Slovacchia. Qui Krommer, nel 1777, appena diciottenne, divenne organista insieme con lo zio fino al 1785, quando ritornò a Vienna dove trovò un nuovo impiego come violinista nell’orchestra del Duca di Stiria che avrebbe lasciato cinque anni dopo per essere assunto come maestro di cappella della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Pécs in Ungheria. Il suo incarico più importante fu, però, quello di compositore presso la Corte Imperiale di Vienna che egli tenne dal 1813 fino alla morte avvenuta nel 1831. All’interno della sua vasta produzione, comprendente circa 110 titoli tra sinfonie (9 in tutto), quartetti d’archi (una settantina) ed altra musica da camera, hanno goduto di una certa notorietà, anche perché entrate nel repertorio, queste Variazioni su un tema di Pleyel, 3 in tutto, nelle quali il cantabile tema in 6/8, è sempre facilmente riconoscibile.

    Le Otto Variazioni sul tema "La ci darem la mano" del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart per due oboi e corno inglese in do maggiore, composte nel 1796 molto probabilmente per tre celebri artisti, i fratelli Johann, Franz e Philipp Teimer, sono il frutto dell'interesse di Beethoven sia per il capolavoro di Mozart, i cui temi erano già stati da lui utilizzati nel Quintetto per pianoforte e fiati op. 16 con oboe, clarinetto, corno e fagotto e nel Sestetto per fiati op. 71, sia per le possibilità offerte dalla combinazione di due oboi e un corno inglese, organico per il quale aveva scritto tra il 1794 e il 1795 il Trio per fiati in do maggiore, op. 87.

    Esposto dal primo oboe, il tema viene variato sia in chiave virtuosistica sia attraverso una scrittura imitativa. Tra le variazioni si segnala la Sesta (Lento espressivo) in do minore di carattere malinconico, mentre il magistero contrappuntistico di Beethoven trova la sua espressione nella coda, un fugato in 6/8 dal ritmo di giga che conduce, sorprendentemente, ad un Andante in 2/4.

     

    Riccardo Viagrande