Čajkovskij , Wagner & Smetana
Nicola Marasco, direttore
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Luogo
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Piazza Ruggiero Settimo
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Sabato 29 Giugno 2019
Ore
21,00
Durata
60min.
Prezzi
5 - €
Il terzo programma in Piazza, diretto da Nicola Marasco il 29 giugno, proporrà un confronto tra il poema sinfonico di Čajkovskij ispirato al tragico amore di Romeo e Giulietta, e il celebre Preludio e Morte di Isotta, inizio e fine dell’opera di Wagner. Chiuderà il programma il popolarissimo poema sinfonico La Moldava di Smetana.
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Programma
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Pëtr Il'ič Čajkovskij
Votkinsk, 1840 - San Pietroburgo, 1893Romeo e Giulietta, ouverture-fantasia
Andante non tanto quasi moderato, Allegro giusto, Moderato assai
Era la fine dell’estate del 1869 quando il compositore Balakirev suggerì all’amico Čajkovskij, appena ritornato a Mosca dalle vacanze trascorse a Kamenka, di scrivere un’ouverture ispirata al dramma shakespeariano Romeo e Giulietta dandogli, nel contempo, dei preziosi consigli con un piano dettagliato costituito da un programma extramusicale da seguire e con uno schema delle tonalità. Dall’intenso epistolario intercorso tra i due compositori emerge l’importanza dei consigli dati da Balakirev che in una lettera si soffermò sulla natura dell’amore che legava Romeo e Giulietta:
“Non c’è amore profondo e spirituale, ma soltanto languore fisico: Giulietta e Romeo non sono affatto amanti persiani, ma amanti europei”.
Nonostante i consigli dati da Balakirev, l’ouverture, eseguita per la prima volta a Mosca il 16 marzo 1870 sotto la direzione di Rubinštejn, ebbe un’accoglienza piuttosto fredda da parte del pubblico che, molto probabilmente, aveva intuito come l’opera non avesse ancora raggiunto il livello della perfezione; lo stesso Balakirev, pur lodando alcuni passaggi, consigliò Čajkovskij di riscriverla. Il compositore pose mano alla correzione dell’ouverture seguendo i suggerimenti di Balakirev che aveva programmato di dirigerla personalmente. Il progetto, però, non andò in porto perché Balakirev perse l’incarico di direttore della Società Musicale Russa e per quattro anni non si occupò più di musica dal momento che, per vivere, fu costretto ad accettare di lavorare per le ferrovie. In questa seconda versione l’ouverture fu eseguita per la prima volta a San Pietroburgo il 17 febbraio 1872 sotto la direzione di Nápravník, ma Čajkovskij non era ancora del tutto soddisfatto, tanto che, otto anni dopo, apportò altre modifiche alla partitura. In questa versione definitiva, l’ouverture fu eseguita, per la prima volta, a Tiflis il 1° maggio 1886 sotto la direzione di Mikhail Mikhailovič Ippolitov-Ivanov.
Dopo una sezione introduttiva, Andante non tanto quasi moderato, in cui i fagotti e i clarinetti, nell’impasto timbrico tipico della musica sinfonica di Čajkovskij, evocano, con un tema corale, il personaggio di Lorenzo, un passaggio modulante conduce all’Allegro giusto, in forma-sonata. Il primo tema, fortemente caratterizzato dal punto di vista ritmico, rappresenta, con sonorità onomatopeiche che ricordano il cozzare delle spade, il drammatico conflitto tra Capuleti e Montecchi, mentre di grande suggestione è il contrastante secondo tema, affidato al corno inglese e alle viole, che rappresenta l’amore tra Giulietta e Romeo. Questo tema, infine, viene ripreso nella coda, Moderato assai, dove, accompagnato dai timpani, sembra tramutarsi in una lugubre marcia funebre.
Durata: 19'
Richard Wagner
Lipsia 1813 - Ca' Vendramin Calergi 1883Tristano e Isotta, preludio e morte di Isotta
Langsam und schmachtend (Lento e languente), Belebend (Animando), Allmählich im Zeitmass etwass zurückhaltend (Poco a poco ritenuto); Sehr massing beginnend (Cominciando molto moderatamente), Etwas bewegter (Poco più animato)
“Non avendo mai goduto nella vita la vera e genuina gioia d’amore, voglio innalzare al più bello dei sogni un monumento, in cui dal principio alla fine questo amore sia appagato davvero e interamente. Ho in mente l’idea di un Tristano e Isotta, la concezione musicale più semplice e intensa. Con la vela nera che sventola alla fine voglio avvolgermi e morire”.
Così in una lettera del 1854 Wagner, che stava vivendo un periodo particolarmente difficile della sua vita, annunciò a Franz Liszt il progetto di comporre il Tristano e Isotta, un’opera nella quale l’amore doveva essere celebrato in tutta la sua forza passionale. Dopo aver partecipato ai moti del 1848 a Dresda ed esser sfuggito in modo romanzesco alla repressione prussiana facendosi ospitare sulla carrozza di Bakunin, Wagner, che aveva trovato rifugio a Zurigo, era stato raggiunto, infatti, dal provvedimento di esilio comminatogli da tutti gli stati tedeschi. Nella città svizzera Wagner conobbe la famiglia dell’industriale Otto Wesendonck, dalla quale venne ospitato tra il 1857 e il 1858 in uno châlet, chiamato dal compositore stesso l’Asilo situato nel parco della loro villa, dove intrecciò una relazione con Mathilde, moglie di Otto. Durante il suo soggiorno nell’Asilo, Wagner, ispirato quindi da questa bruciante passione e dalla lettura del Mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, compose l’intero primo atto e parte del secondo del Tristano oltre a mettere in musica anche cinque poesie scritte da Mathilde, note con il titolo di Wesendonck-Lieder. L'opera, completata il 6 agosto 1859, avrebbe visto le scene sei anni dopo, il 10 giugno 1865, a Monaco sotto la direzione di Hans von Bülow, ma il Preludio e morte di Isotta, pensato già come un brano sinfonico a sé stante, era stato eseguito per la prima volta a Praga il 12 marzo 1859 sempre sotto la direzione di Bülow ed era stato diretto da Wagner stesso a Parigi il 25 gennaio 1860.
In questo brano sinfonico è racchiuso il tragico significato dell’intera opera, nella quale si narra dell’amore impossibile vissuto dai due protagonisti che, dopo aver bevuto un filtro d’amore, sono presi da una bruciante passione che li condurrà alla morte. Il contrasto tra amore e morte, vissuto da Tristano e Isotta, appare evidente in questo brano sinfonico nel cui Preludio la passione è efficacemente evocata dal “tema dello sguardo” e da quello del “desiderio”, costituito, da un disegno cromatico ascendente di quattro note; dalla loro sovrapposizione nasce il famoso “accordo del Tristano” pieno di tensione e destinato ad avere una grande importanza per il successivo sviluppo dell’armonia, della quale ne mostra il carattere limitante. La passione brucia e consuma i due amanti in una scrittura densa e tesa che avrà la sua realizzazione solo nel finale della successiva Morte di Isotta, che si apre con il “tema dell’amore” già utilizzato da Wagner nell’atto secondo. Isotta intona con bruciante passione il suo canto d’amore a Tristano e, quasi trasfigurata, muore, mentre l’armonia, densa di cromatismi durante tutto il brano, si placa nell’accordo finale di si maggiore ripetuto ben tre volte.
Durata: 16'
Bedřich Smetana
Litomyšl 1824 - Praga 1884La Moldava
Allegro comodo non agitato (Le sorgenti della Moldava, Caccia nel bosco). Lo stesso tempo ma moderato (Nozze di contadini). Lo stesso temo (Chiaro di luna e Ridda delle ninfe). Tempo I (Le rapide di san Giovanni, La Moldava nel suo corso largo, Motivo del "Vyšehrad")
"Due fonti sgorgano all'ombra della foresta boema, una calda e zampillante, l'altra fredda e tranquilla. Le loro acque scorrendo allegramente sul letto roccioso scintillano ai raggi del sole mattutino e, unendosi, formano il fiume Vltava [nome ceco della Moldava], che attraversando le valli della Boemia diventa un ampio fiume. Scorre in mezzo a folti boschi, in cui si sentono sempre più vicini gli allegri rumori della caccia e i suoni dei corni dei cacciatori, e attraversa pascoli erbosi e pianure, dove si celebra una festa di nozze con canti e danze. Di notte le ninfe del bosco e dell'acqua appaiono nelle sue onde luccicanti, in cui molte fortezze si riflettono come testimoni della gloria passata dei cavalieri e della fama guerriera svanita di epoche trascorse. Alle rapide di San Giovanni il fiume si getta ondeggiando tra le cataratte e con i suoi flutti spumeggianti si apre una strada attraverso i passaggi tra le rocce, fino all'ampio letto in cui scorre verso Praga, accolto dall'antica e onorata rocca di Vyserhad, dopo di che si allontana svanendo allo sguardo del poeta".
È questo il sintetico programma della Moldova, il primo dei sei poemi sinfonici composti da Bedřich Smetana tra il 1874 al 1879 e che egli riunì in un'unica raccolta dal significativo titolo Ma Vlast (La mia patria) e che costituiscono la massima espressione del suo nazionalismo musicale. In realtà, di questo poema sinfonico che egli compose in appena tre settimane tra il mese di novembre e il dicembre del 1874, i primi abbozzi risalgono ad una gita del 1867 nel punto in cui i due fiumi Vydra e Otava si uniscono per dare vita alla Moldova, il fiume che attraversa tutta la Boemia per gettarsi nell'Elba e ad un'altra escursione alle rapide di San Giovanni in occasione della quale annotò: «Ho navigato in una barca sulle onde immense e sull'acqua profonda; la vista sul paesaggio delle due rive era magnifica e grandiosa».
Nella realizzazione musicale di Smetana le due sorgenti vengono rappresentate da due motivi di carattere ondeggiante affidati rispettivamente ai flauti e ai clarinetti, che, sviluppandosi, danno vita al tema del fiume intonato da violini, oboi e fagotti. Questo tema, che ricorrerà spesso all'interno del poema sinfonico, dando ad esso la forma del Rondò, pur essendo diventato un caposaldo della musica tradizionale ceca, è, in realtà, derivato da una canzone popolare rinascimentale italiana Ballo di Mantova (conosciuto anche come Fuggi fuggi fuggi da questo cielo), che fu diffuso in tutta Europa dalle truppe mercenarie delle guerre d'Italia durante il '500 e il '600. Nel poema sinfonico i luoghi attraversati dal fiume vengono descritti attraverso una musica particolarmente suggestiva che evoca nell'ordine la Caccia nei boschi, le Nozze dei contadini, Chiaro di luna e ridda delle ninfe, Le rapide di San Giovanni. Il poema si conclude con la rappresentazione dell'ingresso trionfale del fiume nella città di Praga.
Riccardo Viagrande
Durata: 13'