Mozart & Beethoven

Chiesa Santa Maria dello Spasimo

Piano Quintetto

  • Luogo

  • Complesso Santa Maria dello Spasimo - Palermo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Giovedì
    10 Settembre 2020

    Ore

    21,00

    Durata

    50min.

    Prezzi

    5 - €

    Calendario

Quintetto pianoforte e fiati dell'Orchestra Sinfonica Siciliana

Riccardo Scilipoti, pianoforte

Angelo Cino, clarinetto

Laura Costa, fagotto

Rino Baglio, corno

Gabriele Palmeri, oboe

  • Programma

  • Wolfgang Amadeus Mozart
    Salisburgo 1756 – Vienna 1791

    Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore, K 452

    Largo - Allegro moderato (mi bemolle maggiore)

    Larghetto (si bemolle maggiore)

    Rondò. Allegretto (mi bemolle maggiore)

     

    "La cosa migliore che abbia mai scritto finora in vita mia [...] Mi sarebbe piaciuto farlo ascoltare anche a lei; e che splendida esecuzione! A dire il vero, alla fine ero stanco dal gran suonare - e non è poco onore per me che i miei ascoltatori non si stancassero mai".

    Così lo stesso Mozart, in una lettera indirizzata al padre, ricordò la prima esecuzione, avvenuta al Burgtheater di Vienna il 1° aprile 1784, del suo Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore, K 452 che aveva composto nel mese di marzo 1784, un anno per lui particolarmente felice dal momento che nei soli primi tre mesi si era esibito in una ventina di serate pubbliche e private eseguendo sue composizioni tra cui sei dei suoi Concerti per pianoforte e orchestra (K. 449, K. 450, K. 451, K. 453, K. 456, K. 459) che godettero di un'immediata popolarità. Dal punto di vista compositivo la sua attività non conobbe sosta e si rivolse anche alla musica da camera di cui un esempio è questo Quintetto il cui organico, formato da un oboe, da un clarinetto, da un fagotto oltre che dal pianoforte, in un certo qual modo si prestava ad essere considerato quasi come una riduzione a un complesso cameristico di un lavoro per pianoforte e orchestra.

    Dal punto di vista musicale questa composizione, che avrebbe dovuto venire incontro alla domanda di Hausmusik (musica domestica) praticata negli alti strati della società, in realtà supera i limiti imposti da questo genere soprattutto a livello tecnico in quanto si avvale di una scrittura che poco si addice ad esecutori dilettanti. Il primo movimento, che si apre con un Largo introduttivo solenne in cui il pianoforte comincia a dialogare con gli strumenti, si snoda in un Allegro in forma-sonata nel quale al nobile primo tema risponde il secondo ben distribuito tra il pianoforte e i fiati. Di aurea e incantata dolcezza è il secondo movimento, Larghetto, che si apre con un tema di carattere pastorale, affidato al fagotto, al corno e all'oboe, al quale risponde una seconda idea tematica esposta dal pianoforte, dal clarinetto e dall'oboe. A questa pagina che si contraddistingue per una straordinaria varietà di episodi e per una scrittura armonica ardita con la modulazione alla lontana tonalità di mi minore, segue l'elegante Rondò finale, il cui tema iniziale è esposto dal pianoforte e che annovera una cadenza in tempo a cui partecipano tutti gli strumenti in una scrittura di perfetto equilibrio.

    Durata: 25'

    Ludwig van Beethoven
    Bonn, 1770 - Vienna, 1827

    Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore op.16

    Grave. Allegro ma non troppo

    Andante cantabile (si bemolle maggiore)

    Rondò. Allegro ma non troppo

     

    Composto tra il 1794 e il 1797 ed eseguito per la prima volta il 6 aprile del 1797 nel quadro di una delle «Accademie» organizzate da Ignazio Schuppanzig ma pubblicato nel 1801 con la dedica al Principe Schwarzenberg, il Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore op.16 costituisce l'apice e il capolavoro della prima fase creativa di Beethoven. Sebbene pubblicato nel 1801, dopo la composizione della Prima sinfonia e del Settimino, autentici lavori di svolta nell'evoluzione della scrittura beethoveniana, il Quintetto chiude mirabilmente la prima fase creativa nella quale possono   essere riscontrati evidenti debiti nei confronti di Mozart, qui costituiti dai temi fondamentali dei tre movimenti che ricordano quelli di alcune arie di Mozart.

    Aperto da un'introduzione (Grave) di carattere serioso, il primo movimento si articola in un Allegro in forma-sonata il cui tema iniziale presenta analogie con l'aria “Dies Bildniss ist bedauernd schön" di Tamino del Flauto magico, mentre una tenera cantabilità contraddistingue il secondo movimento, Andante, il cui tema presenta evidenti affinità con l'aria di Zerlina "Batti batti bel Masetto” del Don Giovanni di Mozart. L'ultimo movimento è, infine, un brillante Rondò il cui tema del ritornello ricorda l’aria di “Papageno Ein Mädchen oder Weibchen” del Flauto magico.

    Di questo suo lavoro, al quale Beethoven fu particolarmente legato tanto da suonarlo spesso, il compositore fece anche una versione per Quartetto con pianoforte e archi.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 25'