Haydn & Mozart

Hubert Soudant, direttore

Ettore Pagano, violoncello

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    12 Novembre 2021

    Ore

    21,00

    Durata

    100min.

    Prezzi

    20 - 10 €

    Calendario

  • Giorno

    Sabato
    13 Novembre 2021

    Ore

    17,30

    Durata

    100min.

    Prezzi

    20 - 10 €

    Calendario

  • Programma

  • Franz Joseph Haydn
    Rohrau, 1732 - Vienna, 1809

    Sinfonia n. 1 in re maggiore Hob: I: 1

    Presto

    Andante

    Finale. Presto

     

    “Nel 1759 Haydn venne nominato Direttore Musicale del Conte Morzin a Vienna con uno stipendio di 200 Gulden, alloggio e vitto alla mensa dei dipendenti. In questo modo fu finalmente libero di godere della felicità di una vita senza problemi; la cosa lo colmò di soddisfazione. Passò l’inverno a Vienna e l’estate in Boemia vicino a Pilsen. Anni dopo, gli piaceva raccontare come una volta, mentre stava al clavicembalo e la bella contessa Morzin si chinava su di lui per leggere la musica, le cadde lo scialletto. «Era la prima volta che vedevo un simile spettacolo; mi confusi, mi impappinai, le dita mi si incollavano ai tasti. La contessa esclamò: “Cosa succede, Haydn; cosa fate?” Col più grande rispetto io risposi: “Ma Contessa, perdonatemi, chi non sarebbe sconvolto da un tale spettacolo?” Come Direttore Musicale del Conte Morzin, Haydn compose la sua prima sinfonia”.

    Che Haydn abbia composto questa sua Sinfonia quando era Direttore Musicale del conte Morzin, come affermato in questo ricordo riportato da August von Griesinger, amico personale e autore di una biografia pubblicata nel 1810 del compositore austriaco le cui informazioni sono costituite da testimonianze dirette raccolte dal 1799 in poi, non sussiste alcun dubbio. A suscitare qualche perplessità nei biografi moderni sono la data,  il 1759, e il fatto che questa sia la sua prima sinfonia. Dopo la scoperta, negli Archivi Schwarzenberg, della Sinfonia n. 37, recante la data del 1758, sembra, infatti, che Haydn ricordasse male l’anno della sua nomina che risalirebbe al 1758 o addirittura al 1757. Per quanto riguarda la sinfonia, nonostante il ricordo di Haydn e la numerazione che la vorrebbe al primo posto del suo catalogo, se Robbins-Landon, nella sua monumentale biografia in quattro volumi non ha alcun dubbio nell’affermare che

    “la scoperta della serie completa delle sinfonie giovanili di Haydn conservata negli archivi Fürnberg e numerate dallo stesso compositore fa supporre che la sinfonia indicata col n. 1 sia effettivamente la prima”,

    altri biografi non sono del tutto d’accordo. È molto probabile, infatti, che sia la citata Sinfonia n. 37 che la n. 107, entrambe risalenti al 1758, siano antecedenti a questa Sinfonia n. 1 in re maggiore, composta nel 1759. Al di là della data e della corretta collocazione nel catalogo di Haydn di questa sinfonia, tutte le altre notizie contenute nel ricordo sono vere. In quel periodo Haydn fu, infatti, ospite del conte Ferdinando Massimiliano von Morzin, nella cui residenza, il castello di Lukaveč, nacquero le prime sinfonie in tre e quattro movimenti. Il soggiorno presso il conte, che lo stimava tanto da assumerlo stabilmente al suo servizio non solo come Kappelmeister, ma anche come Compositore di camera, fu, inoltre, particolarmente piacevole, non solo per l’amenità dei luoghi, ma soprattutto per le gentilezze di cui  il compositore era fatto segno da parte dei padroni di casa. Come accennato nel citato e un po’ piccante ricordo, la giovane contessa, donna molto bella e dotata, tra l’altro, di un’ottima voce, gradiva farsi accompagnare spesso al pianoforte dal ventisettenne compositore. In questa sinfonia è evidente l’influenza sia di Leopold Mozart che della scuola di Mannheim. Dal primo Haydn ricavò, infatti, l’uso del trillo alla fine di una frase e quello dei corni con funzione di riempimento  armonico, mentre dalla seconda l’utilizzo del crescendo.

    La sinfonia si divide in tre movimenti secondo lo schema dell’ouverture italiana. Il primo movimento, Presto, si apre con crescendo, tipico della scuola di Mannheim ed è caratterizzato da cinque motivi più che veri e propri temi dei quali solo il secondo viene potenziato nella ripresa, mentre alcune sequenze di semicrome portano ad una rielaborazione, appena accennata, del quarto gruppo tematico e al ritorno del crescendo. Il secondo movimento, Andante, affidato esclusivamente agli archi, si presenta nella forma di una gavotta elaborata, le cui terzine rendono leggiadra la melodia. Infine il terzo movimento, Presto, in  forma-sonata, si segnala per il tema principale che presenta già quella struttura simmetrica che avrebbe caratterizzato i lavori più maturi di Haydn. Meno importanti appaiono le idee secondarie ridotte al ruolo di chiusura della sezione iniziale.

    Durata: 11'

    Franz Joseph Haydn
    Rohrau, 1732 - Vienna, 1809

    Concerto n. 1 in do maggiore per violoncello e orchestra Hob: VIIb: 1

    Moderato

    Adagio

    Allegro

     

    Non è possibile stabilire con precisione la data di composizione del Concerto n. 1 in do  maggiore per violoncello e orchestra di Haydn, del quale, peraltro, si erano letteralmente perse le tracce fino al 1961, anno in cui il musicologo ceco Oldřich Pulkert ne scoprì, nella Biblioteca Nazionale di Praga, una copia in una raccolta di manoscritti risalenti al Settecento e provenienti dal castello di Radeňín. Quasi sicuramente fu composto da Haydn per Joseph Franz Weigl, già violoncellista dell’orchestra del Principe Paul Anton Hesterházy di cui il compositore, il 1° maggio 1861, era diventato “Vizekapellmeister alle dipendenze del Kapellmeister Gregorius Werner, con uno stipendio di 400 fiorini”, come riferito da Albert Christoph Dies, autore di una delle prime biografie, pubblicata nel 1810 e basata, come quella contemporanea di Griesinger, su testimonianze dirette dello stesso Haydn, raccolte, però, in un periodo che va dal 1805 al 1808. Il  Concerto sarebbe stato composto, dunque, tra il 1761, anno in cui Haydn prese servizio presso il principe Hesterházy, e il 1765, in quanto esso figura nell’Entwurf-Katalog, un catalogo autografo che Haydn aveva cominciato a compilare proprio in quell’anno insieme con Joseph Elssler, suo primo copista.

    Dal punto di vista formale, questo lavoro non appartiene al pieno classicismo viennese, in quanto manca, per esempio, nel primo movimento, Moderato, che pure è scritto nella forma-sonata, quella dialettica tra i due temi che caratterizzerà questo genere musicale. Se, infatti, il primo tema è ben delineato con i suoi ritmi puntati, il secondo è poco sviluppato e d’interesse inferiore. Un altro retaggio della forma del Concerto Barocco è costituito dalla presenza di un ritornello orchestrale che separa i vari episodi solistici. Protagonista dello sviluppo è il solista che si produce in passi di notevole virtuosismo alternati ad altri di carattere espressivo. Una dolce e serena cantabilità contraddistingue il secondo movimento, Adagio, che, introdotto da una breve introduzione dell’orchestra, limitata ai soli archi, presenta una struttura tripartita (A-B-A) con una sezione centrale di carattere contrastante in quanto vibrante di toni leggermente drammatici. Il Finale (Allegro) è un brillante Rondò nel quale il solista può mettere in evidenza le sue doti virtuosistiche. 

    Durata: 25'

    Wolfgang Amadeus Mozart
    Salisburgo 1756 – Vienna 1791

    Serenata n.7 in re maggiore KV 250 "Haffner"

    Allegro maestoso

    Andante

    Minuetto I  - Trio

    Rondò. Allegro

    Minuetto II galante - Trio

    Andante

    Minuetto III - Trio I - Trio II

    Adagio. Allegro assai

     

    A differenza di altri lavori di Mozart, sempre appartenenti al genere delle serenate, dei divertimenti e delle cassazioni, sui quali abbiamo pochissime notizie, è possibile ricostruire con una certa facilità le circostanze che precedettero la composizione della Serenata n. 7 in re maggiore KV 250 "Haffner”. Essa fu scritta, infatti, nel 1776 in occasione del matrimonio di Elisabeth Haffner, figlia del facoltoso borgomastro di Salisburgo Siegmund Haffner, con Franz Xaver Spath. Per l’occasione, il fratello della sposa aveva, infatti, commissionato a Mozart la composizione di questa serenata che sarebbe stata eseguita per la prima volta il 21 luglio 1776 a Salisburgo durante una festa tenuta nel giardino di casa Haffner, la sera prima delle nozze. Mozart, che avrebbe partecipato direttamente all’esecuzione con il suo violino, compose, per l’occasione, anche la Marcia K. 249, che i musicisti, in base a una prassi dell’epoca, suonavano, camminando, nel tragitto che dovevano fare per raggiungere il luogo in cui si sarebbero esibiti.

    In otto movimenti con ben 3 Minuetti, la Serenata si apre con un brevissimo Allegro Maestoso, solenne e ben marcato dal punto di vista ritmico, che funge da introduzione. Ad esso segue un brillante Allegro molto, in forma-sonata, che si nutre del contrasto tra il primo tema, pieno di slancio, e il secondo, lirico e di carattere contrastante. Una dolce cantabilità contraddistingue il secondo movimento, Andante, strutturato come un tempo di concerto, in quanto il violino solista, che si produce in una melodia di carattere intimistico, si alterna a passi affidati al tutti orchestrale. Nella tonalità di sol minore, il primo Minuetto sembra anticipare il clima teso del Minuetto della Sinfonia n. 40, con la quale condivide la tonalità di sol minore appunto, anche se il Trio in maggiore, di cui è protagonista il violino, appare più disteso. Il clima di festa ritorna a contraddistinguere il quarto movimento, un Rondò scorrevole del quale è ancora una volta protagonista il violino solista. Contrastante con il primo è il secondo Minuetto che reca nel titolo l’aggettivo galante a marcare il carattere piacevole e grazioso di questa pagina, all’interno della quale, però, l’atmosfera cambia leggermente nel Trio, in re minore, affidato prevalentemente agli archi. Nella forma del Rondò-Sonata contaminata con quella del tema e variazioni è il successivo geniale Andante che si caratterizza per una scrittura piena di grazia e dalla dolce cantabilità. Intonato perfettamente al clima festoso dell’occasione che ha portato alla composizione di questa Serenata è l’ampio terzo Minuetto, all’interno del quale sono inseriti due trii, del primo dei quali sono protagonisti il flauto e il fagotto quasi in funzione concertante, mentre nel secondo hanno un ruolo preponderante i flauti, sostenuti dai corni e dalla tromba nel registro grave. Di carattere sinfonico è l’ultimo movimento, aperto da un’introduzione lenta (Adagio) che si segnala per la bellezza della scrittura melodica. Ad essa segue un brillante ed irruente Allegro assai in forma-sonata.          

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 54'