Korngold/ Zemlinsky

Christian Arming, direttore

Anna Tifu, violino

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    17 Gennaio 2025

    Ore

    21,00

    Durata

    80min.

    Prezzi

    30 - 15 €

    Calendario

  • Giorno

    Sabato
    18 Gennaio 2025

    Ore

    17,30

    Durata

    80min.

    Prezzi

    30 - 15 €

    Calendario

  • Programma

  • Erich Wolfgang Korngold
    Brno 1897 - Toluca Lake, Los Angeles 1957

    Marietta’s lied da Die Tote Stadt (versione per violino e orchestra)

    Compositore americano di origine austriaca e famoso autore di colonne sonore per film, Erich Wolfgang Korngold, nonostante la grande popolarità conseguita presso un largo pubblico, non fu sempre apprezzato dalla critica. Genio precoce, Korngold, che già all’età di otto anni aveva scritto piccoli pezzi per pianoforte, esordì, come compositore a soli 13 anni con la pantomima in due atti Der Schneemann rappresentata all’Opera di Vienna con grande successo, e, come direttore d’orchestra, pochi anni dopo nel 1920. Notevole e immediato fu il successo del giovane compositore al quale nel 1911 fu assegnato un importante premio dal grande e famoso pianista Artur Schnabel per la sua Sonata n. 2 in mi maggiore op. 2.  Nel 1920, Korngold si era già imposto come autore teatrale di successo, tanto che la première della sua terza opera, Die Tote Stadt (La città morta) fu contesa da molti teatri tedeschi. Alla fine si arrivò a un accordo tra lo Stadttheater di Amburgo e il Clockengasse di Colonia che misero in scena l’opera contemporaneamente il 4 dicembre 1920.  Korngold, che già aveva dato alle scene due atti unici, Der Ring des Polykrates nel 1914 e Violanta nel 1916, aveva composto questa sua opera su un libretto tratto da lui stesso e dal padre Julius, che si erano firmati con lo pseudonimo di Paul Schott, dal racconto breve, Bruges-la-Morte, di Georges Rodenbach, conosciuto nei paesi di lingua tedesca in un adattamento teatrale realizzato da Siegfried Trebitsch con il titolo originario Die stille Stadt (La città silenziosa), poi modificato in Das Trugbild (Il miraggio). Fu proprio Trebitsch, amico personale del padre di Korngold, a suggerire questo lavoro al compositore che, come ricordato dal padre, “non appena lesse l'opera, abbozzò un copione per un atto unico, ma Hans Müller lo esortò a rinunciare alle opere in un atto e ne abbozzò il primo dei tre atti in prosa”.

    L’opera, che fu uno dei più grandi successi degli anni ‘20, periodo in cui fece letteralmente il giro del mondo, fu bandita dal nazismo a causa delle origini ebraiche di Korngold e, dopo la Seconda Guerra Mondiale, cadde nell’oblio, al quale è stata sottratta nel 1982 da una ripresa a Parigi in forma di concerto. 

    Protagonista è Paul, un giovane, che ha perso da poco la moglie da lui identificata con la città di Bruges, morta anch’essa con le sue campane e le vecchie case in rovina. Un giorno Paul incontra una ballerina di Lille di nome Marietta che ha una straordinaria rassomiglianza con la moglie morta e che decide di invitare a casa sua. La giovane canta, allora, questo Lied, qui presentato in una versione per violino e orchestra, che si configura come una pagina di intenso e dolce lirismo.

    Durata: 6'

    Erich Wolfgang Korngold
    Brno 1897 - Toluca Lake, Los Angeles 1957

    Concerto per violino e orchestra in re maggiore op.35

    Moderato nobile

    Romance (Andante)

    Allegro assai vivace

     

    Invitato nel 1934 negli Stati Uniti dal famoso regista Max Reinhardt che gli affidò l’incarico di arrangiare le musiche di scena di Mendelssohn per una sua versione cinematografica del Sogno di una notte di mezza estate, Korngold, da quel momento in poi, si dedicò alla composizione di colonne sonore per film per l’importante casa cinematografica Warner Bros. Soltanto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la conseguente caduta di Hitler, che aveva bandito le sue opere a causa della sua origine ebraica, Korngold ritornò a scrivere musica per le sale da concerto. A questo nuovo indirizzo dell’attività compositiva di Korngold si iscrive il Concerto per violino e orchestra in re maggiore, Op. 35, che, composto nel 1947 e dedicato ad Alma Mahler, la vedova del suo mentore Gustav Mahler, fu eseguito per la prima volta il 15 febbraio dello stesso anno a St. Louis dalla St Louis Symphony Orchestra sotto la direzione di Vladimir Golschmann e con Jascha Heifetz in qualità di solista. Korngold fu particolarmente felice dell’interpretazione di Heiftz tanto da affermare:

    “Nonostante ci sia bisogno di virtuosismo nel finale, l'opera con i suoi numerosi episodi melodici e lirici è stata scritta più per un Caruso che per un Paganini. Non c'è bisogno di dire quanto sia felice che il mio concerto sia eseguito da Caruso e Paganini in una sola persona: Jascha Heifetz”.

    L’attività di compositore di colonne sonore influenzò comunque la composizione di questo Concerto sin dal primo movimento, Moderato nobile, aperto da un assolo del violino che intona il tema principale delle musiche da lui scritte per Another Dawn, un film di William Dieterle, ambientato in una colonia britannica. Anche il secondo tema, che appare dopo una transizione di carattere vivace, è una citazione di quello di Maximilian e Carlotta del film Juarez, diretto sempre da William Dieterle. Parte del materiale melodico del delicato e nostalgico secondo movimento, Romance, è anch’essa costituita da una citazione del tema della colonna sonora del film Anthony Adverse (1936), diretto da Mervyn LeRoy che gli fruttò il premio Oscar. Composta per il concerto è, invece, la sezione centrale del movimento di carattere cromatico e contrastante. Anche l’ultimo movimento, Allegro assai, che si segnala per la sua scrittura di carattere virtuosistico, trae il suo materiale tematico da un’altra colonna sonora di Korngold, quella del film Il principe e il povero del 1937, il cui tema principale è sottoposto a una serie di variazioni.

    Durata: 25'

    Alexander Zemlinsky
    Vienna 1871 - New York 1942

    Die Seejungfrau (La Sirenetta), Fantasia sinfonica da H. C. Andersen

    Sehr mäßig bewegt (Molto moderatamente mosso)

    Sehr bewegt, rauschend (Molto mosso, rumoroso)

    Sehr gedehnt, mit schmerzvollem Ausdruck (Molto teso, con espressione dolorosa)

     

    Considerato l’erede musicale di Richard Strauss e di Mahler, Alexander Zemlinsky è spesso ricordato come il maestro di contrappunto di Schönberg che, tra l’altro, nel 1901 ne sposò la sorella Mathilde. In realtà Zemlinsky fu una figura di spicco nel panorama musicale austriaco della prima metà del Novecento. Dopo aver frequentato il Conservatorio di Vienna, dove studiò pianoforte con Anton Door e teoria con Robert Fuchs e Franz Kreen, sin dal 1887, incominciò, infatti, a dedicarsi alla composizione, riuscendo, in breve tempo, a conseguire una certa notorietà. Risale, infatti, al 1897, anno in cui compose anche la sua Terza sinfonia, il suo primo grande successo con l’opera Sarema per la quale fu insignito del prestigioso Premio Luitpold. Quando nel 1902 compose Die Seejungfrau (La Sirenetta), Zemlinsky era già dunque uno stimato compositore che poteva vantare tra i suoi allievi, oltre a Schönberg, anche Alma Schindler, la futura moglie di Mahler, alla quale diede lezioni di pianoforte e di composizione. Con la donna, più giovane di lui di otto anni, di cui si era perdutamente innamorato, Zemlinsky intrattenne, inoltre, una relazione che, però, ben presto rivelò il suo carattere illusorio. Sembra che, nonostante l’opposizione del patrigno, il pittore Carl Moll, che era antisemita, Alma fosse attratta da Zemlinsky, anche se nelle pagine del suo diario registrò sentimenti contraddittori. In un’annotazione del 26 febbraio 1900 si legge, infatti: È spaventosamente brutto [...] però è affascinante. In un’altra del 18 aprile 1901 Alma scrisse: È così basso che quando camminiamo vicini mi arriva appena alla spalla. Sembra che questa relazione con Alma e la delusione dovuta alla sua conclusione, avvenuta nel 1902, anno in cui la donna sposò Mahler di quasi vent’anni più anziano di lei, costituiscano la fonte d’ispirazione della fantasia sinfonica Die Seejungfrau, alla quale Zemlinsky iniziò a lavorare proprio nel mese di febbraio di quell’anno. Completata nel mese di marzo del 1903, la fantasia fu eseguita per la prima volta il 25 gennaio 1905, sotto la direzione di Zemlinsky, presso il Musikverein di Vienna in un concerto la cui seconda parte era occupata dal Pelleas und Melisande di Arnold Schönberg che attrasse l’attenzione del mondo musicale dell’epoca. Nonostante il buon successo di questo lavoro che fu ripreso a Berlino nel 1906 e a Praga nel 1907, lo stesso autore perse interesse per questa partitura, che, mai stampata, fu ritenuta per decenni perduta. In realtà, dopo l’esecuzione di Praga, Zemlinsky aveva regalato la prima parte della partitura alla sua amica Marie Pappenheim, portando con sé negli Stati Uniti il secondo e il terzo movimento, nel 1938, quando fu costretto a fuggire in seguito all’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista. Fu soltanto agli inizi degli anni ’80 che è stato possibile ricostruire la partitura grazie al lavoro separato di due dottorandi britannici, Keith J. Rooke e Alfred Clayton, i quali, ponendo a confronto le due parti del manoscritto conservate rispettivamente a Vienna e a Washington, sono giunti alla conclusione che si trattasse di Die Seejungfrau. La fantasia, ricostruita ed eseguita per la prima volta nel 1984 sotto la direzione di Peter Ludwig Gülk, è finalmente entrata nel repertorio sinfonico.

    La delusione amorosa, patita da Zemlinsky, trova la sua espressione in questa partitura nell’atmosfera tristaniana che la pervade, in quanto sembra che l’amore tra il compositore e Alma sia nato proprio in seguito a un acceso dialogo sul Tristano di Wagner. Per il resto, la musica segue la fiaba di Andersen dando vita a un contrasto, realizzato con grande padronanza dei mezzi espressivi sia melodici che timbrici, tra il mare, rappresentato in modo impersonale, e la Sirenetta, della quale vengono evocati i sentimenti, i sogni e le speranze, protagonisti della parte iniziale del primo movimento. Subito dopo, una tempesta travolge la nave del giovane principe, che viene salvato dalla Sirenetta, mentre la musica evoca una forma di esaltazione amorosa che trova la sua espressione nell’inno conclusivo. Nel secondo movimento sono evocati l’incontro della Sirenetta con la strega del mare che le fa bere una pozione grazie alla quale la sua coda viene trasformata in gambe, e i sentimenti che la ninfa prova all’interno della reggia dove viene inizialmente sopraffatta dai ritmi delle danze e, poi, dall’arrivo della sposa del principe. Nell’ultimo movimento è, infine, rappresentato il tragico epilogo alla cui descrizione partecipano i temi della festa di nozze del principe e quelli della felicità perduta, che vengono inseriti in una fitta rete contrappuntistica e danno vita a un crescendo che si completa con la consumazione del sacrificio della Sirenetta. Il movimento si conclude con il dissolversi dei temi che hanno caratterizzato la Sirenetta e che si espandono per il mondo, come se fossero parti del suo spirito.

    Durata: 41'