Massimo Quarta/Quadri di un'esposizione

Massimo Quarta, direttore/violino

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    17 Novembre 2023

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    25 - 15 €

    Calendario

  • Giorno

    Sabato
    18 Novembre 2023

    Ore

    17,30

    Durata

    70min.

    Prezzi

    25 - 15 €

    Calendario

  • Programma

  • Camille Saint-Saëns
    Parigi, 1835 - Algeri, 1921

    Introduzione e Rondò capriccioso op. 28 per violino e orchestra

    Andante malinconico. Allegro ma non troppo

     

    Periodo di composizione: 1863

    Prima esecuzione: Parigi, Théâtre des Champs-Élysées, aprile 1867, anno della seconda Esposizione Universale di Parigi

     

    Nonostante abbia attraversato l'intera seconda metà dell'Ottocento, Saint-Saëns si dimostrò nella sua produzione quasi sempre refrattario ai principi dell'estetica romantica preferendo ad essi quelli del classicismo a cui conformò la maggior parte dei suoi lavori. Un'importante eccezione a tale tendenza è costituita proprio da questo brano, Introduzione e Rondò capriccioso, composto nel 1863 per il diciannovenne, ma già grande violinista Pablo De Sarasate, per il quale il compositore francese avrebbe scritto anche il Primo e il Terzo concerto per violino e orchestra. Concepita inizialmente come conclusione di un lavoro di maggiore respiro, questa pagina, che si è diffusa in modo autonomo, è diventata presto uno dei cavalli di battaglia non solo di Sarasate, ma anche di altri grandi e famosi e violinisti.

    Il brano si apre con un'Introduzione di intenso lirismo caratterizzata da una melodia malinconica che si staglia su una struttura armonica varia e cangiante. Pagina brillante, nella quale si alternano momenti tecnicamente complessi con altri di natura lirica, il Rondò successivo, che trova, talvolta, la sua ispirazione nel folklore spagnolo, secondo una moda piuttosto in voga all'epoca, si conclude con una travolgente Coda di grande effetto.

    Durata: 11'

    Pablo de Sarasate
    Pamplona, 1844 - Biarritz, 1908

    Fantasia da concerto sull’opera “Carmen” op. 25 per violino e orchestra

    Allegro Moderato, Moderato, Lento assai, Allegro Moderato, Moderato

     

    Periodo di composizione: Marsiglia, 26 marzo 1881

    Prima esecuzione: Madrid, 17 aprile 1881. Un mese prima, il 13 marzo, era stato assassinato, a San Pietroburgo, lo zar Alessandro II a cui si deve l’abolizione della servitù della gleba.

     

    Come è accaduto per molti altri capolavori del teatro musicale, anche la Carmen di George Bizet non ebbe, alla sua prima rappresentazione avvenuta il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi, un’accoglienza tale da far presagire la straordinaria fortuna di cui avrebbe goduto in seguito. Il benpensante pubblico parigino, saldamente ancorato al moralismo e al perbenismo della borghesia che proprio in quel periodo celebrava i suoi fasti, rimase scandalizzato dal soggetto dell’opera che i librettisti H. Meilhac e L. Halévy avevano tratto da una novella di Mérimée, in cui tutti i valori borghesi dell’Ottocento romantico venivano sistematicamente colpiti e il lieto fine, tipico di quel genere teatrale, era disatteso per la morte della protagonista per mano del suo gelosissimo amante Don José. Carmen, alla cui composizione Bizet si era dedicato sin dal 1872 con grande entusiasmo, oltre a rimanere un’opera importante per aver anticipato, insieme al verismo e al realismo psicologico nel teatro lirico, il mito decadente della femme fatale, suprema dispensiera di piacere, ma anche di morte, avrebbe conosciuto il successo già nell’autunno dello stesso anno in una rappresentazione a Vienna con i dialoghi parlati sostituiti con recitativi da Guiraud.

    Vero e proprio enfant prodige, Pablo de Sarasate, che sin dal suo debutto a soli 17 anni a Parigi, si era imposto come uno dei più grandi virtuosi del suo tempo tanto che famosi compositori, come Édouard Lalo, Max Bruch e Camille Saint-Saëns gli avrebbero dedicato loro lavori che sarebbero diventati autentici capisaldi della letteratura violinistica, fu anche un compositore di rilievo sempre per il suo amato strumento. Già autore di fantasie su temi di opere, come Der Freischütz, Don Giovanni, Faust, La Forza del Destino, Martha, Mireille, Roméo et Juliette, e Zampa, Sarasate, non resistendo al fascino di questo capolavoro del teatro musicale, ne approntò nel 1881 una fantasia, che eseguì per la prima volta a Madrid il 17 aprile dello stesso anno. In essa vengono rielaborati in senso virtuosistico i temi più famosi a partire dall'Aragonaise, preludio del terzo atto e dall'Habanera, variata in modo estroso, a cui seguono il motivo canzonatorio di Carmen (Tra la la ... Coupe-moi, brûle-moi) e la Seguidille, anche questa sottoposta a variazioni. La fantasia si conclude con La Chanson bohème di Carmen, Frasquita, Mercedes, che, tratta dalla parte iniziale del secondo atto, costituisce il brano di maggiore difficoltà tecnica dell'intera fantasia.

              

    Durata: 12'

    Modest Petrovič Musorgskij
    Karevo 1839 - San Pietroburgo 1881 Maurice Ravel
    Ciboure, 1875 - Parigi, 1937

    Quadri di un'esposizione, Suite per orchestra

    Quadri di un’esposizione

    Promenade (Allegro giusto nel modo russico senza allegrezza ma, poco sostenuto

    Gnomus (Vivo)

    Promenade (Moderato comodo e con delicatezza)

    Il vecchio castello

    Promenade (Moderato non tanto, pesante)

    Tuileries (Allegretto non troppo, capriccioso)

    Bydlo (Sempre moderato pesante)

    Promenade (Tranquillo)

    Balletto dei pulcini nel loro guscio (Scherzino, vivo leggero)

    Samuel Goldenberg e Schmuyle

    Il mercato di Limoges (Allegro vivo, sempre scherzando

    Catacombae (Sepulcrum Romanum) (Largo)

    Cum mortuis in lingua morta (Andante non troppo, con lamento)

    La capanna sulle zampe di gallina (Allegro con brio, feroce)

    La grande porta di Kiev (Allegro alla breve; maestoso; con grandezza)

     

    Periodo di composizione: Lyons-la-Foret, maggio-settembre 1922

    Prima esecuzione: Parigi, Théâtre de l’Opéra, 19 ottobre 1922. Il 16 aprile dello stesso anno viene siglato il Trattato di Rapallo tra la Germania e la RSFS Russa

     

    La fama e la diffusione di Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij sono indissolubilmente legate alla magistrale rielaborazione orchestrale fatta da Maurice Ravel nel maggio del 1922 su invito del direttore d’orchestra russo Sergej Koussevitzky. Il compositore francese, intuendo le importanti possibilità timbriche offerte dallo spartito pianistico, diede a esse forma ricorrendo alla sua ricca tavolozza strumentale. In realtà prima della celebre orchestrazione realizzata da Ravel ne erano apparse altre e in particolare: una parziale realizzata, nel 1891, da Mikhail Touchmalov su invito di Rimskij-Korsakov che nel 1886 aveva pubblicato per la casa editrice Bessel una revisione dello spartito pianistico di Musorgskij; una seconda risalente al 1915 per mano dell'inglese Henry Wood e una terza nel 1921 a opera dal violinista e direttore d'orchestra sloveno Leo Funtek. Eseguita per la prima volta all'Opéra (Palais Garnier) di Parigi, il 19 ottobre del 1922, sotto la direzione di Koussevitzky, l'orchestrazione di Ravel si impose immediatamente ottenendo un successo immediato.

    L’originale pianistico di Musorgskij, costituito da 15 brani che si susseguono senza soluzione di continuità, era stato ispirato da una mostra di quadri del pittore, scenografo e architetto Victor Hartmann scomparso alla giovane età di trentanove anni nel mese di luglio del 1873. La mostra, che raccoglieva circa quattrocento oggetti diversi tra quadretti di genere, progetti architettonici, bozzetti scenici, figurini, gioielli e artigianato vario, era stata organizzata nel febbraio 1874 dal critico d’arte Vladimir Stasov, amico di Hartmann e di Musorgskij, il quale era rimasto profondamente colpito dalla morte del pittore. Sulla spinta di questo sentimento il compositore, che condivideva con Hartmann il desiderio di creare un’arte russa che avesse un linguaggio e caratteristiche proprie, si era messo subito al lavoro in modo febbrile al punto tale che la penna era più lenta della sua ispirazione, come si evince da una lettera indirizzata a Stasov nel giugno 1874:

    “Hartmann ribolle proprio come lo fece a suo tempo il Boris […]. Posso a malapena correre con la penna per mettere le idee sulla carta”.

    Il lavoro fu completato il 22 luglio 1874 e dedicato, con la dicitura “in memoria del nostro caro Victor”, a Stasov che scrisse la prefazione dell’edizione a stampa pubblicata, tuttavia, soltanto nel 1886 nella già citata revisione di Rimskij-Korsakov dalla casa editrice Bessel a cinque anni di distanza dalla morte del compositore.

    Il tentativo di rappresentare una mostra di quadri diversi comportava il rischio di costruire un brano estremamente disorganico in cui le diverse immagini si susseguivano senza alcuna relazione, ma la scelta di Musorgskij di introdurre un intermezzo, intitolato Promenade (Passeggiata), nel quale il compositore intese illustrare se’ stesso nel momento in cui passeggiava tra i quadri della mostra, costituisce l’elemento unificatore. Il tema della Promenade, che ritorna nel corso dell’opera, appare rielaborato in modo da rappresentare le diverse e sempre nuove emozioni suscitate in lui dalla visione dei quadri della mostra. Questa evoluzione di stati d’animo, che nello spartito pianistico è espressa con tonalità diverse, nell’orchestrazione di Ravel trova la sua naturale realizzazione in un colore strumentale sempre nuovo. Il celeberrimo tema della Promenade apre il brano annunciato prima dagli ottoni ed esposto, poi, dall’orchestra nella tonalità di si bemolle maggiore. Al suo esaurirsi, dopo la perorazione conclusiva dell’orchestra, si materializza l’immagine dì uno gnomo che sembra quasi uscire dal quadro con un atteggiamento dinoccolato reso da ritmi irregolari. Il musicista sembra già colpito da questo primo quadro e copre la breve distanza che lo separa dal successivo con un fare pensieroso reso perfettamente da un’orchestrazione soffusa e molto leggera della Promenade che conduce al secondo quadro, Il vecchio castello. In questo brano antiche leggende sembrano rivivere nel delicato timbro del saxofono che intona un nostalgico motivo amoroso alternandosi all’orchestra a cui è affidato un tema secondario. Dopo la ripresa della Promenade, esposta, questa volta, dagli ottoni nella tonalità di si maggiore, due nuovi quadri si offrono agli occhi del visitatore: il parco delle Tuileries, dove bambini si rincorrono frenati dai genitori il cui intervento è reso con un motivo dolce e cantabile, e Bydlo, un carro polacco, il cui pesante incedere sembra materializzarsi nel tema affidato al bassotuba. La Promenade, che appare per l’ultima volta in una tonalità minore e con un’orchestrazione leggera affidata ai legni, introduce tutti gli altri quadri tra cui il Balletto dei pulcini nei loro gusci con la sua gaiezza. Ad esso segue Samuel Goldenberg e Schmuyle che rappresenta due ebrei polacchi, il primo dei quali è ricco, mentre il secondo è povero. Uno sfolgorio di timbri e di voci è Il mercato di Limoges, che si contrappone al carattere lugubre del quadro successivo Catacombae, dove è rappresentato lo stesso Hartmann che osserva le catacombe di Parigi. Il clima lugubre è confermato nel quadro successivo Cum mortuis in lingua morta nel quale, secondo quanto scrisse lo stesso Musorgskij nell’autografo,

    “lo spirito creatore del defunto Hartmann mi conduce verso i crani e li invoca. I crani si illuminano dolcemente dall’interno”.

    In questo quadro ritorna inaspettatamente il tema della Promenade come se lo spettatore volesse fuggire da quelle immagini così lugubri che, tuttavia, ritornano nel quadro successivo Capanna sulle zampe di gallina. In questo quadro con un “barbarico” e “feroce” tema esposto da ottoni e archi viene rappresentata la leggendaria strega russa Baba-Yaga che mangia le ossa umane dopo averle pestate in un mortaio. Un’immagine serena e festante è, infine, quella consegnata all’ascoltatore dalla rappresentazione dell’ultimo grandioso quadro, La porta di Kiev, che si presenta come la celebrazione di una Russia epica e al tempo stesso religiosa.  

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 32'