Mendelssohn, Rimskij-Korsakov
Günter Neuhold, direttore
Andrey Baranov, violino
János Balázs, pianoforte
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Programma
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Felix Mendelssohn-Bartholdy
Amburgo, 1809 - Lipsia, 1847Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra d’archi MWV O 4
Allegro
Adagio
Allegro molto
Composto nel 1823, quando Mendelssohn aveva appena 14 anni per i concerti che si tenevano ogni sabato nella ricca casa di Berlino della famiglia, il Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra d'archi è, insieme alle giovanili sinfonie sempre per orchestra d'archi e al Concerto in mi maggiore per due pianoforti, un fulgido esempio del precoce genio del compositore tedesco che, qui, mostra una freschezza melodica derivata anche dalla giovane età e una solida conoscenza delle forme classiche. Ciò è evidente già nel primo movimento, Allegro, in forma-sonata, con un'esposizione orchestrale regolare nella quale vengono presentati i temi, del quale il primo serioso in re minore contrasta con il secondo di carattere cantabile in fa maggiore. Ben strutturato anche il dialogo tra i due strumenti che si esibiscono in episodi virtuosistici grazie a una scrittura ricca di agilità e alla presenza, nelle parte del pianoforte, delle ottave spezzate. All'interno dello sviluppo si segnala un insolito Andante, indicato in partitura come Recitativo, nel quale il violino su un accompagnamento in tremoli del pianoforte si produce in una melodia di intenso lirismo e di carattere rapsodico. Regolare è la ripresa alla cui conclusione è inserita la cadenza per i due strumenti che precede la brevissima coda. Molto bello e di carattere raccolto è il tema del secondo movimento, Adagio, che, esposto dall'orchestra, è sottoposto a delle variazioni da parte sia del pianoforte che del violino. L'ultimo movimento, Allegro molto, è una pagina brillante dalla struttura bipartita, aperta dal pianoforte.
Durata: 40'
Nikolaj Rimskij-Korsakov
Tichvin 1844 - Ljubensk 1908Sheherazade, suite sinfonica op 35 da "Le Mille e una notte"
Il mare e la nave di Sinbad (Largo e maestoso, Lento, Allegro non troppo)
La storia del principe Kalender (Lento, Andantino)
Il giovane principe e la giovane principessa (Andantino quasi allegretto, Pochissimo più mosso)
Festa a Bagdad, il mare, il naufragio (Allegro molto e frenetico, Vivo, Allegro non troppo e maestoso)
Ispirata alla raccolta orientale di fiabe, Le mille e una notte, la suite sinfonica Shéhérazade fu composta da Nikolaj Rimskij-Korsakov nel 1888 ed eseguita il 28 ottobre dello stesso anno a Pietroburgo sotto la direzione dell’autore che, all’inizio della partitura, dichiarò in modo esplicito la fonte d’ispirazione introducendo il personaggio eponimo e proponendo un riassunto della storia:
“Il sultano Schahriar, convinto della perfidia e dell’infedeltà delle donne, aveva giurato di condannare a morte ciascuna delle proprie mogli, dopo la prima notte. Ma la Sultana Shéhérazade riuscì ad avere salva la propria vita interessando il feroce marito a meravigliosi racconti che gli andò narrando durante 1001 notti. Stimolato dalla curiosità, il sultano rimandava continuamente il supplizio della moglie finendo per rinunciare completamente al suo progetto sanguinario. Shéhérazade raccontò storie stupende al sultano; per i suoi racconti, prese a prestito i versi dai poeti e le parole delle canzoni popolari; riuscendo a creare fiabe su fiabe, avventure su avventure”.
Di Shéhérazade il compositore fece due versioni, nella seconda delle quali furono eliminati i titoli descrittivi dati all’inizio di ciascun movimento, senza che, però, venisse in qualche modo alterata l’atmosfera orientaleggiante, realizzata attraverso temi che mescolano elementi popolari russi con il sistema pentatonico. L’assenza dei titoli, nella seconda versione, non toglie nulla alla struttura narrativa dell’opera realizzata attraverso un tema, affidato al violino solista, che funge da filo conduttore e appare nelle introduzioni al primo, al secondo e al quarto movimento e nell’intermezzo del terzo, rappresentando Shéhérazade che racconta le storie fantastiche.
Il primo movimento, Il mare e la nave di Sinbad, che, dal punto di vista formale, si presenta come una forma-sonata privata della sezione di sviluppo, inizia con un tema rude, pesante e, al tempo stesso, solenne eseguito in ottave dall’orchestra che rappresenta perfettamente il carattere cupo e terribile del Sultano. Dopo un breve interludio il violino solista, accompagnato dall’arpa, interviene con un tema melismatico per rappresentare la protagonista che racconta le storie fantastiche. L’esposizione si svolge attorno a due gruppi tematici dei quali il primo è costituito dal tema del Sultano affidato sempre all’orchestra seguito da uno malinconico, affidato ai legni, che evoca immense distese marine, mentre il secondo è caratterizzato dal tema di Shéhérazade. Questo tema ritorna nella breve introduzione del secondo movimento, La storia del principe Kalender, che, dal punto di vista formale, ha una struttura tripartita e presenta un carattere brillante che lo rende paragonabile allo Scherzo della sinfonia romantica. Il tema principale, di carattere nostalgico, è affidato prima al fagotto e poi all’oboe per passare alla fine ai violini, mentre la musica assume un brillante carattere di danza. Nella seconda parte del brano si ha un vero e proprio colpo di scena con gli ottoni che introducono un tema marziale che a un certo punto si arresta su un tremolo in pianissimo degli archi per lasciare il posto ad una cadenza ad libitum del clarinetto di sapore orientaleggiante. Nella ripresa, infine, il carattere nostalgico del tema principale si è ormai dissolto lasciando il posto ad un’energia ritmica a cui partecipa l’intera orchestra. Tutto il terzo movimento, Il giovane principe e la giovane principessa, vive, invece, del contrasto dei due temi che rappresentano rispettivamente i due personaggi del titolo. Il tema del giovane principe è una tenera melodia affidata prima ai violini e ripresa dagli oboi e dai violoncelli, mentre il secondo, che rappresenta la giovane principessa, è un grazioso motivo di carattere danzante. Nel quarto movimento, Festa a Bagdad, il mare, il naufragio, ritornano quasi tutti i temi esposti nei movimenti precedenti per rappresentare situazioni diverse e non alla stregua di Leitmotivs, come lo stesso Korsakov ebbe modo di precisare:
“tutti quelli che sembrano Leitmotiv non sono altro che materiali puramente musicali, motivi di sviluppo sinfonico. Questi motivi circolano in tutte le parti del pezzo, inseguendosi e intrecciandosi”.
Dopo una breve introduzione, in cui vengono riproposti il tema del Sultano e quello di Shéhérazade, la movimentata festa a Bagdad può avere inizio con un tema che si configura subito come una sorta di moto perpetuo. Il secondo tema è, invece, affidato ai corni e alle trombe. In questo movimento è molto suggestiva la rappresentazione del mare, che non è più ritratto in un momento di pace, ma durante una tempesta che sconvolge l’assetto di navigazione del vascello fino a farlo naufragare tra i fragori degli elementi scatenati la cui furia devastatrice è resa efficacemente da colpi di piatti e grancassa. Alla fine ritorna il tema del Sultano che, finalmente, si esprime in modo dolce, ormai distolto dal suo proposito di uccidere la moglie, che sembra affidare il suo trionfo al violino, lo strumento che ha usato per incantarlo, con i suoi penetranti suoni armonici che giungono nel finale.
Riccardo Viagrande
Durata: 45'