Šostakovič & Bernstein
John Axelrod, direttore
Emanuele Arciuli, pianoforte
4° Concerto in abbonamento
Direttore:
John Axelrod
Pianoforte:
Emanuele Arciuli
Due giganti del XX secolo a confronto: Leonard Bernstein, di cui ricorre il centenario della nascita, americano, estroverso, adorato e celebrato come direttore, divulgatore, pianista, autore di West Side Story e altri musical di successo, e l’ombroso, pessimista, impenetrabile russo Dmitrij Šostakovič, vessato dal potere e dalla critica sovietici da cui seppe comunque sempre difendersi con l’arma più potente e inattaccabile, la Musica.
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Programma
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Dmitrij Dmtrevič Šostakovič
San Pietroburgo, 1906 - Mosca, 1975Sinfonia n. 8 in do min. op.65
Adagio, Allegro non troppo
Allegretto
Allegro non troppo
Largo
Allegretto
"Quest'opera riflette i miei pensieri e i miei sentimenti in seguito ai felici resoconti delle prime vittorie dell'Armata Rossa. Ho cercato di rendere in essa il nostro prossimo futuro, l'epoca del dopoguerra. La concezione filosofica di questa sinfonia può essere sintetizzata in poche parole: tutto ciò che è oscuro e indegno sparirà; tutto ciò che è buono trionferà".
Così lo stesso Šostakovič descrisse la sua Ottava sinfonia che egli compose nell'estate del 1943 e precisamente dal 2 luglio al 9 settembre sull'onda delle emozioni per le vittorie conseguite dall'Armata Rossa sugli invasori tedeschi durante le Seconda Guerra Mondiale. Eseguita per la prima volta a Mosca sotto la direzione di Evgenij Mravinskij il 4 novembre dello stesso anno, la Sinfonia, pur non avendo un programma, costituisce un vero e proprio grido di protesta dal parte del compositore contro il male e la violenza della guerra e nel contempo una celebrazione della lotta contro l'invasore tedesco. Di ampie dimensioni, il primo movimento si apre con un Adagio introduttivo caratterizzato da forti tensioni sin dal drammatico tema iniziale suonato in ottava a cui segue l'Allegro non troppo la cui musica esprime un sentimento di dolore e di disperazione mai raggiunto da Šostakovič in altri suoi lavori. Definito da Šostakovič «una marcia con elementi di uno scherzo», il secondo movimento, Allegretto presenta contorni e sfumature grotteschi evidenti nella scelta di utilizzare con scopi parodistici il tema del fox-trot tedesco Rosamunde. Pieno di slancio e di forza, è il terzo movimento, Allegro non troppo, che funge da scherzo brillante e che conduce, senza soluzione di continuità, al quarto, Largo, costruito su un tragico basso di passacaglia ripetuto per ben 12 volte. Nel quinto movimento, Allegretto, costituito da una successione di piccoli episodi differenti, che danno l'impressione di un mosaico, le tensioni sembrano stemperarsi in una scrittura di carattere pastorale.
Durata: 62'
Leonard Bernstein
Lawrence, 1918 - New York, 1990Sinfonia n. 2 “The Age of Anxiety” per pianoforte e orchestra
Parte prima: The Prologue (Lento moderato); The Seven Ages (Variazioni 1 – 7); The Seven Stages (Variazioni 8 – 14)
Parte seconda: The Dirge (Largo); The Masque (Extremely Fast); The Epilogue (Adagio; Andante; Con moto)
"Quando ho letto il libro per la prima volta ero senza fiato"
Con queste parole Bernstein si espresse sul lungo poema in sei parti, The Age of Anxiety: A Baroque Eclogue di Wystan Hugh Auden, che pubblicato nel 1947, ispirò la sua Sinfonia n. 2 “The Age of Anxiety" per pianoforte e orchestra, composta tra il 1948 e il 1949 quasi in modo febbrile. Si dice, infatti, che il compositore americano vi abbia lavorato anche in viaggio, negli aerei e nelle hall degli hotel. Completata il 20 marzo 1949, la Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Boston con la Boston Symphony Orchestra guidata da Serge Koussevitzky, a cui la partitura è dedicata, e Bernstein in qualità di solista. Nel 1965 Bernstein non contento del finale lo revisionò ampiamente.
L'influenza della fonte letteraria appare evidente già nella struttura di questa composizione divisa in due parti, eseguite senza soluzione di continuità, ciascuna delle quali è formata da 3 sezioni corrispondenti perfettamente a quelle del poema di Auden. Nella prima sezione, Prologue, il dialogo tra i quattro personaggi del poema, tre uomini e una donna, è evocato da un duetto dei clarinetti al cui interno una scala discendente costituisce il simbolo della discesa di ciascuno di loro nei meandri di un inconscio condiviso. La seconda sezione, The Seven Ages (Le sette età), nella quale è evocato un dialogo sulla vita in cui ciascuno dei personaggi espone il suo punto di vista, è costituita da un insieme di 7 variazioni, formalmente diverse dal tradizionale tema e variazioni, in quanto ciascuna di esse, piuttosto che una variazione del tema, è un approfondimento della precedente. Altre sette variazioni costituiscono l'ultima sezione della prima parte, The Seven Stages (Le sette tappe), nella quale i personaggi, cercando di scoprire gli aspetti e i significati più profondi della loro umanità, si affannano per raggiungerli in una scrittura musicale di carattere frenetico. La prima sezione della seconda parte, The Dirge, nella quale è descritto il viaggio in taxi dei quattro verso l'appartamento della donna, si basa su un tema di 12 note introdotto dal pianoforte, mentre protagonista della sezione successiva, The Masque, è il pianoforte, accompagnato dalle percussioni, che dà vita ad un brano veloce caratterizzato dai sincopati. Echi del Prologue informano, infine, l'Epilogue all'interno del quale spicca una cadenza del solista, aggiunta da Bernstein nel 1965, che conduce a un finale radioso.
Riccardo Viagrande
Durata: 42'
Guida al concerto