Impressioni mistiche

64ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale

Nicola Marasco, direttore

Orchestra Sinfonica Siciliana

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    23 Ottobre 2022

    Ore

    21,00

    Durata

    75min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

  • Programma

  • Ralph Vaughan-Williams
    Down Ampney, Gloucerstershire 1872 – Londra 1958

    Fantasia su un tema di Thomas Tallis

    Composta nel 1910 per il Three Choirs Festival, ma rivista in seguito ai primi successi nel 1913  e nel 1919, la Fantasia su un tema di Thomas Tallis è uno dei lavori più famosi del compositore inglese Ralph Vaughan-Williams che, nella sua produzione, ha sempre cercato di recuperare la tradizione musicale inglese, sia colta che popolare, innestandola in una scrittura modale molto diffusa tra i musicisti europei della prima metà del Novecento. Questo è anche il caso della Fantasia su un tema di Thomas Tallis, per la cui composizione Vaughan-Williams si avvalse di uno dei nove temi che Tallis aveva scritto per il Salterio del 1567 dell'Arcivescovo di Canterbury Matthew Parker. Si tratta in particolare di un tema in modo frigio utilizzato da Tallis per intonare la versione di Parker del Secondo Salmo, Why do the heathen rage, and the people imagine a vain thing (Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli?). Il carattere religioso del brano ispirò a Vaughan-Williams una scrittura quasi organistica dal  momento che il compositore decise di dividere l'orchestra d'archi in tre sezioni delle quali la prima, costituita da un'orchestra d'archi vera e propria, imitava il "grande organo", la seconda, formata dalle prime parti, corrispondeva alla sezione corale, mentre la terza, realizzata con un quartetto, alludeva all'"espressione". Dal punto di vista formale questo lavoro si configura  come una vera e propria fantasia di epoca elisabettiana nella quale il tema è esposto per intero per ben tre volte, nonostante il brano si basi fondamentalmente su frammenti tematici che vengono sottoposti a variazioni. Molto suggestivo, poco prima della conclusione, è l'intervento della viola che intona una melodia secondaria.  

    Durata: 17'

    Giacomo Puccini
    Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924

    Crisantemi per orchestra d'archi

    Andante mesto

     

    Scritto originariamente per quartetto d'archi, ma eseguito anche con un'orchestra d'archi, Crisantemi fu composto da Puccini in una notte nel 1890 per onorare la memoria di Amedeo Ferdinando di Savoia, duca d'Aosta, recentemente scomparso a causa di una polmonite durante l'epidemia di influenza russa. È una breve pagina dalla struttura tripartita (A-B-A1) nella quale il lirismo pucciniano trova accenti di profonda tristezza e drammaticità come si può notare nella misura marcata con l'andamento Sostenuto che, introdotta alla fine della prima parte, ritorna anche a conclusione del brano.

    Durata: 8'

    Felix Mendelssohn-Bartholdy
    Amburgo, 1809 - Lipsia, 1847

    Paulus, ouverture op. 36

    Andante. Con moto

     

    Scandalizzato dal Fra Diavolo di Auber e dal Roberto il Diavolo di Giacomo Meyerbeer, alle cui rappresentazioni aveva assistito nel 1832 a Parigi, Mendelssohn ritenne che l'oratorio costituisse una valida alternativa al teatro d'opera per potersi esprimere anche nel genere drammatico. In realtà, già dal 1830, anno in cui giovanissimo aveva rivelato al mondo le meraviglie della Passione secondo Matteo di J. S. Bach, Mendelssohn aveva pensato di dedicarsi alla musica sacra e a tale fine aveva chiesto ad Edouard Devrient di scrivergli un libretto per un oratorio. Cominciò così a nascere il progetto del Paulus, per il cui libretto, su consiglio di Devrient, Mendelssohn si rivolse a Julius Schubring, il cui contributo si limitò a qualche aria e recitativo e a qualche consiglio. Nonostante l'entusiasmo, l'oratorio, pur essendo in una fase avanzata di composizione già nel 1834, fu completato poco prima della prima esecuzione che avvenne il 2 maggio 1836 in occasione del Festival del Reno a Düsseldorf dove fu accolto favorevolmente. Era stata vinta da parte di Mendelssohn la sfida della cui difficoltà si era reso conto anche suo padre, che aveva scritto al figlio:

     

    "Tu comprenderai la fiduciosa impazienza con la quale io attendo il tuo oratorio che, ne sono sicuro, risolverà il problema della combinazione delle concezioni moderne con quelle antiche; se così non fosse, il risultato sarebbe uno scacco tanto grande quanto quello dei pittori del XIX secolo che si rendono ridicoli tentando di far rivivere gli elementi del XV secolo".

     

    Quest'oratorio, il cui soggetto è tratto dagli Atti degli Apostoli, si apre con un'ouverture interamente basata sul corale Wachet auf (Sorgi su), che nell'Andante introduttivo prende la forma di una lenta successione di accordi per permeare di sé il tema della sezione indicata in partitura con l'andamento Con moto.

    Durata: 8'

    Ottorino Respighi
    Bologna 1879 - Roma 1936

    Vetrate di chiesa, quattro impressioni sinfoniche

    La fuga in Egitto (Molto lento)

    San Michele Arcangelo (Allegro impetuoso)

    Il mattutino di Santa Chiara (Lento)

    San Gregorio Magno (Lento-Moderato)

     

    Risale ai primi anni del 1925, dopo il successo ottenuto all’Augusteo di Roma con i Pini di Roma, il progetto di un altro poema sinfonico, intitolato Vetrate di Chiesa e meglio conosciuto come “impressioni sinfoniche”, in cui l’autore descrive i portali riccamente decorati di una chiesa antica ma ideale, servendosi di una grande abilità di orchestrazione che gli permise di annullare quasi il divario fra musica pura e musica descrittiva, fra spirito religioso e laico, fra stile antico e stile moderno. Questo lavoro, infatti, eseguito nel mese di febbraio 1927 alla Symphony Hall di Boston con la direzione Sergej Koussewitzki, non è altro che l’orchestrazione dei Tre preludi su melodie gregoriane per pianoforte del 1919 a cui l’autore aggiunse un quarto movimento, attribuendo, nel contempo, titoli originali. I Preludi erano stati concepiti in un periodo in cui Ottorino Respighi aveva avuto occasione di conoscere e analizzare il repertorio gregoriano grazie alla moglie Elsa che, in quel periodo, cantava per il marito le melodie del Graduale Romano.  La prima impressione, La fuga in Egitto, traendo ispirazione dal Vangelo di San Matteo, racconta la fuga in Egitto di Giuseppe e Maria col Bambino per sfuggire alla persecuzione di Erode. Il brano, che ha un impianto modale sulla scala frigia, presenta una struttura tripartita in cui la prima parte si snoda in una scrittura ariosa su un tema quieto e malinconico, mentre la seconda sezione è più mossa e di carattere modulante. Nella parte conclusiva ritorna il tema gregoriano spoglio. Lo strumento protagonista è il clarinetto, al quale è affidato un importante a solo, accompagnato dagli archi, che descrive la fuga notturna della Sacra Famiglia. Il secondo movimento, San Michele Arcangelo, si rifà all’episodio narrato da Giovanni nell’Apocalisse e precisamente alla lotta e successiva vittoria sul drago, personificazione di Satana, ingaggiata da un esercito di angeli guidati da San Michele. Per rappresentare la battaglia Respighi innalzò gli ottoni a protagonisti, affidando loro il tema gregoriano sotto un raffinato contrappunto di terzine eseguito dagli archi. Nella parte conclusiva il Bene trionfa nelle sonorità dei legni, mentre gli squilli delle trombe annunciano la sua vittoria finale sul male. Il terzo movimento, Il mattutino di Santa Chiara, si rifà al XXXIV Fioretto di San Francesco in cui si racconta che la Santa, non potendo partecipare al Mattutino del giorno di Natale a causa di una malattia, fu trasportata dagli angeli in chiesa dove poté assistere alla celebrazione del sacro rito e prendere l’Eucarestia prima di essere riportata nel suo letto. Musicalmente il brano è il più riuscito dal punto di vista timbrico, in quanto la melodia gregoriana, sostenuta da arpeggi e da un pedale che passa dagli archi ai fiati e alla celesta, è continuamente rinnovata nell’ambientazione timbrica ed espressiva. Gli archi, divisi in due parti, e altri impasti strumentali rendono perfettamente un ostinato scampanio nella parte acuta.

    Il quarto movimento, San Gregorio Magno, aggiunto e, quindi, di nuova composizione, è dedicato al grande pontefice vissuto nel VI secolo e famoso anche per i canti liturgici che da lui presero il nome di gregoriani. In questo movimento la musica diventa solenne con i rintocchi della campana e i corni che sembrano eseguire un inno a Dio.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 27'