Romanticismo trasfigurato

63ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale

Sestetto d'Archi Foss

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    26 Ottobre 2021

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

Lorenzo Rovati, Andrea Cirrito violini - Vincenzo Schembri, Vytautas Martisius viole - Enrico Corli, Damiano Scarpa violoncelli

  • Programma

  • Johannes Brahms
    Amburgo, 1833 - Vienna, 1897

    Sestetto n. 2 in sol maggiore per archi, op. 36

    Allegro non troppo - Scherzo. Allegro non troppo. Trio: Presto giocoso - Poco adagio. Più animato. Adagio - Poco allegro

    Durata: 39'

    Arnold Schönberg
    Vienna, 1874 - Los Angeles, 1951

    Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) per sestetto o orchestra d'archi op. 4

    Durata: 29'

    “Il Signor Brahms, questo profeta annunziato da Schumann nelle sue ore più buie (e che, tra l’altro, ha ammiratori a Vienna) [...] ci riempie di desolazione con la sua musica di una noia vertiginosa, musica che non ha né corpo né anima, frutto di sforzi disperati”.

    Questa stroncatura, apparsa sulla «Wiener Zeitung» all’indomani della prima esecuzione avvenuta a Vienna il 3 febbraio 1867, costituisce la testimonianza della disastrosa accoglienza a cui andò incontro il Sestetto n. 2 in sol maggiore per archi, op. 36 di Johannes Brahms che non piacque nemmeno al critico e strenuo difensore della sua musica Eduard Hanslick. Su questo sestetto Hanslick scrisse, infatti:

    “Un astratto Musizieren, un combinare e fantasticare senza requie, che porta al mal di testa”.

    Diverso, invece, il giudizio di Clara Schumann che, peraltro, aveva avuto modo di ascoltare i primi movimenti in abbozzo già nel 1862, quando Brahms aveva iniziato a comporre questo suo Sestetto:

    “Davvero una gran cosa di cui nulla si sapeva. Opera meravigliosa, a giudicare dalla partitura. I temi potrebbero perfino rubarteli: ma che cosa ne combinerebbe chi non sa rivestirli, come sai fare tu, di motivi così incantevoli e geniali, che sembrano giocare e intrecciarsi come una catena di amabili pensieri”.

    Piuttosto lunga fu la gestazione di questo Sestetto, che, iniziato nel 1861-1862 e misteriosamente accantonato, fu steso a Baden-Baden nell’estate del 1864 e completato nel 1865 poche settimane prima della morte della madre che per Brahms costituì un evento traumatico. Del resto, secondo una testimonianza dell’amico Josef Gänsbacher, sembra che un altro evento personale abbia ispirato questo Sestetto con il quale Brahms si sarebbe liberato psicologicamente del suo ultimo amore, Agathe von Siebold. Sembra che il compositore, il quale aveva conosciuto la giovane a Göttingen. dove aveva soggiornato per qualche settimana nell’estate del 1858, nel mese di gennaio del 1859 si fosse fidanzato ufficialmente con lei, con un vero e proprio scambio di anelli. Cosa sia avvenuto nelle settimane successive non è dato sapere, ma sta di fatto che il fidanzamento fu rotto e Brahms andò via da Göttingen senza mai più rivedere Agathe. 

    Il legame di questo lavoro, che si è guadagnato il soprannome di Agathe-Sextett, con la giovane è comunque  confermato dall’inciso tematico accessorio del primo movimento La-Sol-La-Si-Mi, note che, se lette nella simbologia tedesca, corrispondono alle  lettere A, G, A, H, E. In forma-sonata, il primo movimento, Allegro non troppo, si segnala per il lirismo dei suoi temi. Se il primo, esposto dal violino, appare, infatti, elegiaco e al tempo stesso nostalgico, il secondo si segnala per la bellezza della sua melodia. Unica ombra, nel luminoso canto di questo primo movimento, è il suddetto inciso tematico sul nome di Agathe. In metro binario, piuttosto che nel solito ternario, lo Scherzo in realtà sembra più un intermezzo, in quanto è in esso assente il vigore tipico di quella forma a favore di una scrittura di carattere lirico nella quale si insinua un sentimento di malinconia. Quest’ombra di malinconia sembra però dissolversi nel Trio, simile a un valzer rustico-popolare. Il terzo movimento, Adagio, è formalmente un tema e variazioni che, però, non essendo indicate in partitura, non sono facilmente percepibili a un primo ascolto. Sono, complessivamente, cinque variazioni nelle quali Brahms conferma la sua maestria in questa forma, creando una grande varietà di situazioni e di sentimenti. Non particolarmente amato dalla critica che lo ha giudicato convenzionale, il Finale (Poco allegro) è scritto nella forma del rondò-sonata. 

    Composta nel 1899 per due violini, due viole e due violoncelli e trascritta nel 1917 per orchestra d'archi,  Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) è certamente il lavoro più importante e impegnativo di Arnold Schönberg per quanto attiene al cosiddetto periodo di apprendistato. Scritto nel genere del poema sinfonico, questo lavoro, che fu rivisto da Schönberg nel 1943, è costituito da un solo tempo che, tuttavia, può essere suddiviso in cinque sezioni contraddistinte da andamenti diversi, la cui unità è garantita dalla presenza di alcuni temi ricorrenti. Il testo, ispirato da una poesia omonima del 1896 di Richard Dehmel, tratta dalla raccolta di liriche Weib und Welt (Donna e mondo), evoca il dialogo tra due amanti che s’incontrano in un parco di notte. La donna confessa all’amante che ha sposato un uomo di cui non è innamorata, ma al quale cerca di restare fedele dal momento che aspetta un figlio da lui. L’amante la rassicura del fatto che non l’abbandonerà e che accetterà quel bambino trasfigurato dal suo amore come se fosse suo. In questo poema sinfonico sono ben visibili gli influssi di Wagner per l’armonia e di Brahms per l’elaborazione tematica e per la scrittura contrappuntistica. Lo stesso Schönberg ammise questa duplice influenza nello scritto del 1949 La mia evoluzione, redatto per la rivista messicana «Nuestra Musica», dove si legge:

    "Quando incontrai Zemlinsky divenni «brahmsiano». Il suo amore abbracciava sia Brahms che Wagner e ben presto divenni anch’io un loro convinto seguace. Nessuna meraviglia, quindi, se la musica che composi a quel tempo rispecchia l’influenza di quei due maestri, a cui si aggiunse un pizzico di Liszt, di Bruckner e fors’anche di Hugo Wolf. Ecco perché, nella mia Verklärte Nacht, la costruzione tematica è basata, da un lato, sulla formula wagneriana di «modello e sequenza» sopra un’armonia mutevole, e, dall’altro, sulla tecnica brahmasiana della variazione di sviluppo (come io la chiamo). […] Ma il trattamento degli strumenti, il modo della composizione e molte sonorità sono strettamente wagneriane. Penso però che si possa ritrovare anche qualche elemento schönberghiano nella lunghezza di alcune melodie, nelle sonorità, nelle combinazioni contrappuntistiche e dei motivi e nel movimento semicontrappuntistico dell’armonia e dei bassi in confronto alla melodia. Infine v’erano già alcuni passaggi di tonalità imprecisa, che possono essere considerati anticipazioni del futuro". (A. Schönberg, La mia evoluzione, in Id., Analisi e pratica musicale, Torino, Einaudi, 1978, pp. 319- 321)

    L’opera, dopo essere stata rifiutata dalla commissione artistica del Tonkünstlerverein con la motivazione della presenza di un rivolto non ammesso dalle regole accademiche, fu eseguita per la prima volta a Vienna il 18 marzo 1902 dal Quartetto Rosé suscitando «tumulti e pugilati» come ricordò lo stesso Schönberg.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 70'