Stockhausen, Debussy & Mahler

Roma, Auditorium della Sapienza

Maxime Pascal, direttore

Otto Katzameier, basso-baritono

  • Luogo

  • Roma, Aula Magna - Istituzione Universitaria dei Concerti

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    04 Dicembre 2018

    Ore

    20,30

    Durata

    60min.

    Prezzi

    9 - 35 €

    Calendario

Concerto straordinario a Roma

Direttore:
Maxime Pascal

Basso-baritono:
Otto Katzameier

La Sinfonica si trasferisce per una sera a Roma, invitata nella stagione dell’importante Istituzione Universitaria dei Concerti, con sede presso l’Aula Magna dell’Università della Sapienza. Una tradizione da riprendere quella delle tournées in Italia e all’Estero dell’OSS, un tempo frequenti. In questo caso l’OSS presenta un programma originale e significativo, aperto da un’attesa prima esecuzione a Roma di Punkte, cui seguono il capolavoro di Debussy e lo struggente ciclo di Lieder di Mahler, tre aspetti della modernità come categoria assoluta.

  • Programma

  • Karlheinz Stockhausen
    Mödrath, 1928 - Kürten, 2007

    Punkte

    Karlheinz Stockhausen compose Punkte nel 1952, negli anni roventi del serialismo integrale. Austero esempio di musica puntillista, fredda, geometrica, fatta di piccole schegge sonore, di punti risonanti in uno spazio cromatico rigorosamente organizzato, non convinse però il compositore, che decise di non eseguire quel pezzo, e che partendo dallo stesso spunto realizzò una nuova partitura, per 10 strumenti, intitolata Kontra-Punkte, la sua prima composizione pubblicata. Dieci anni dopo rimise mano a Punkte, in un periodo nel quale erano cambiati gli orientamenti musicali, il puntillismo sembrava un orizzonte completamente superato, e dominavano musiche dalle dense trame sonore. Stockhausen trasformò allora i "punti" della partitura originale in "perni" su cui intessere nuove reti sonore, figure complesse, superfici sonore vibranti, e modificò l'organico orchestrale, passando da una formazione di una trentina di elementi (con solo otto archi) a una grande orchestra. Questa versione rinnovata fu diretta per la prima volta da Pierre Bouleza Donaueschingen, il 20 ottobre 1963. Ma Stockhausen ancora una volta non fu convinto del suo lavoro, perché la combinazione di due strutture musicali così diverse (una puntillistica e una ricca di figure sonore) non gli pareva compiutamente riuscita e il discorso musicale appariva discontinuo. Così, l'anno seguente fece alcune piccole revisioni. Poi rimaneggiò la partitura nel 1966 con interventi più drastici, prolungando alcune sezioni, e introducendo nuove figure melodiche, come corpi estranei (elementi eterogenei considerati un tabù un decennio prima). Gli ultimi ritocchi furono aggiunti nel 1993 e la partitura definitiva fu pubblicata solo nel 1994.

    La partitura di Punkte è articolata in 144 sezioni che insieme formano un grande arco. Le espansioni dei punti originali sono state realizzate da Stockhausen sagomando le varie textures orchestrali (fatte di suoni continui, tremoli, trilli, figure staccate, legate, glissate, ecc.) in base a forme corrispondenti a triangoli diversamente orientati: un punto si allarga verso l'acuto o verso il grave trasformandosi in una "mistura" di suoni (ciascuna controllata da una distribuzione seriale degli intervalli, dalla seconda minore alla settima maggiore); oppure una mistura si assottiglia, verso l'acuto o verso il grave fino a fondersi in un solo punto. Il risultato è un gioco di volumi sonoriche si espandono, si contraggono, si sovrappongono, e a volte vengono bucati da procedimenti di cancellazione del suono, da "forme negative", cioè silenzi proiettati sullo sfondo di suoni, come fossero dei buchi neri. Concepita inizialmente in uno spirito astratto e puntillistico, Punkte è così diventata un lavoro dove l'orchestra è trattata alla stregua di un organismo vivente, un'opera dal carattere viscerale, quasi espressionistico.

     

    Gianluigi Mattietti

     

    N.B. La prima esecuzione italiana di PUNKTE, si è svolta lunedì 6 settembre 1965 a Palermo al Teatro Biondo, con l'Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Daniele Paris, per la Quinta Settimana Internazionale Nuova Musica. Il pezzo è stato  poi ripreso da Gabriele Ferro negli anni '90 ed eseguito alla Biennale di Venezia, dall'OSS in tournée.

    Durata: 26'

    Claude Debussy
    Saint-Germain-en-Laye, 1862 - Parigi, 1918

    Prélude à l'après-midi d'un faune

    “Abitavo allora in un piccolo appartamento arredato della Rue de Londre… Mallarmé entrò con la sua aria profetica, ravvolto nel suo plaid scozzese. Dopo averlo ascoltato, rimase in silenzio per lungo tempo; poi disse: «Non mi sarei mai aspettato alcunché di simile. Questa musica ravviva l’emozione della mia poesia e le dà uno sfondo più caldo di colore». Ed ecco i versi che Mallarmé mi mandò dopo la prima esecuzione:

     

    Silvano di primo respiro,

    Se il tuo flauto è riuscito

    Tu ascolta tutta la luce

    Che vi soffierà Debussy”

     

    In questa lettera, indirizzata a G. Jean-Aubry il  25 marzo 1910, Debussy ricordava ancora con orgoglio l’apprezzamento di Mallarmé sul suo Prélude à l’après-midi d’un faune; questo giudizio, certo più valido rispetto alla tiepida accoglienza tributata sia dal pubblico che dalla critica in occasione della prima esecuzione avvenuta il 22 dicembre 1894 alla Société Nationale di Parigi sotto la direzione di Gustave Doret, evidenzia proprio i pregi musicali di questo lavoro nel quale Debussy ricostruì l’atmosfera e la luce dell’egloga di Mallarmé, pubblicata nel 1876, attraverso i colori orchestrali. Il progetto originario era più articolato in quanto prevedeva che la composizione comprendesse tre brani, un Prélude, un Interlude ed una paraphrase finale, come lo stesso compositore aveva annunciato nel programma  di un concerto che si sarebbe dovuto tenere a Bruxelles il 1° marzo 1894. Debussy abbandonò presto tale progetto e si limitò a completare solo il Preludio, utilizzando, in seguito, gli abbozzi per l’Interludio e la Parafrasi finale in altre composizioni.

    Dal punto di vista formale il Prélude presenta uno sviluppo abbastanza libero che solo in parte segue l’egloga di Mallarmè, pur richiamandone le immagini iniziali, e mira ad evocare l’atmosfera di vago languore perfettamente introdotta con rara efficacia dal celebre tema del flauto che si distingue per il caratteristico e sensuale cromatismo, prima, discendente, e, poi, ascendente. Soltanto nella parte iniziale la corrispondenza tra il testo poetico e la musica è, quindi, perfetta, in quanto il tema, affidato al flauto, rende in modo efficace il risveglio del fauno il cui sogno era stato allietato dalla vista di due belle ninfe; il fauno si abbandona al piacere del suono del flauto e con la sua melodia evoca quelle immagini su un accompagnamento degli archi che sottolinea e sostiene l’atmosfera sensuale di tutto il poema. Da questo momento in poi la musica sembra esprimere soltanto le sensazioni provate dal fauno attraverso un gioco di luci e di colori dei quali il compositore si servì con impareggiabile maestria ricorrendo alla sua ricca tavolozza orchestrale. 

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 10'

    Gustav Mahler
    Kaliště, 1860 - Vienna, 1911

    Lieder eines fahrenden Gesellenper per voce e orchestra

    Wenn mein Schatz Hochzeit macht (Quando il mio amore andrà a nozze)

    Ging heut' morgen übers Feld (Questa mattina andavo per i prati)

    Ich hab' ein glühend Messer (Ho un coltello rovente)

    Die zwei blauen Augen (Gli occhi azzurri del mio tesoro)

     

    Composti in una settimana tra il Natale del 1884 e il Capodanno del 1885, ma pubblicati nella versione per canto e pianoforte, 12 anni dopo, nel 1897, i Lieder eines fahrenden Gesellen, il cui titolo può essere tradotto con Canti di un giovane in viaggio o Canti di un viandante o Canti di uno in cammino, oltre a rappresentare il primo ciclo liederistico composto da Mahler, costituiscono un unicum nella sua produzione; essi sono, infatti, gli unici suoi Lieder i cui testi furono scritti dallo stesso Mahler che, però, forse per una questione di gusto o per una forma di discrezione, non volendo dare adito ad interpretazioni autobiografiche, non rivelò mai di esserne l'autore. In effetti elementi autobiografici sembrano trasparire nei testi di questi Lieder la cui versione orchestrale, pubblicata postuma nel 1912, fu completata, molto probabilmente, nei giorni precedenti la prima esecuzione, avvenuta a Berlino il l6 marzo 1896 con i Berliner Philharmoniker diretti dallo stesso compositore in un concerto in cui furono anche eseguiti la Prima sinfonia e il primo movimento della Seconda.    

    Nel primo Lied, Wenn mein Schatz Hochzeit macht (Quando il mio amore andrà a nozze), il dolore per l'abbandono da parte della donna amata che sta convolando a nozze con un altro uomo si esprime attraverso un iniziale Schneller (Più rapido) che esprime l'agitazione dell'uomo per le imminenti nozze. Nell'ultima parte del Lied, marcata dall'andamento Sanft bewegt (Delicatamente mosso), quest'agitazione fa posto ad un'illusoria rappresentazione dell'ingresso della primavera tra rimpianti e ironia. Nel secondo Lied, Ging heut' morgen übers Feld (Questa mattina andavo per i prati), nel quale appare un tema che Mahler utilizzò anche nella Prima sinfonia, è espresso il contrasto tra i ridenti e ottimisti messaggi della natura, rappresentati dal richiamo del cuculo, dal saluto del fringuello e dalla campanula, e la consapevolezza di una felicità definitivamente perduta. Le conseguenze di questo conflitto sono espresse nel terzo Lied, Ich hab' ein glühend Messer (Ho un coltello rovente), nel quale il compositore afferma di avere un coltello piantato nel petto, mentre l'ultimo Lied, Die zwei blauen Augen (Gli occhi azzurri del mio tesoro, è una marcia funebre con la quale il viandante dà il definitivo addio al suo amore.

     

    Riccardo Viagrande

     

    La versione che viene eseguita è stata trascritta appositamente per voce di basso da Otto Katzameier

    Durata: 18'

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