Tartini, Pärt, Corigliano, Corelli ...
Nurie Chung, violino solista
Federico Guglielmo, maestro concertatore al violino
I Solisti Filarmonici Italiani
Duomo di Monreale
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Luogo
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Duomo di Monreale
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Mercoledì 18 Ottobre 2023
Ore
21,00
Durata
70min.
Prezzi
0 - 0 €
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti
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Programma
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Giuseppe Tartini
Pirano, Slovenia 1692 - Padova 1770Pastorale in la maggiore (versione per violino e orchestra d'archi di Ottorino Respighi dalla Sonata B.A 16)
Grave
Allegro sostenuto-Sostenuto
Largo
Arvo Pärt
Paide 1935Cantus in memoriam Benjamin Britten per orchestra d'archi e campane tubolari
Giuseppe Tartini
Pirano, Slovenia 1692 - Padova 1770Sonata in sol minore BG 5 (versione per violino e orchestra d'archi di Gianluca Bersanetti)
Larghetto affettuoso
Allegro
Grave-Allegro assai-Grave-Allegro assai-Adagio
John Corigliano
New York 1938Vienna. The Monastery per violino e orchestra d'archi (da The Red Violin)
Arcangelo Corelli
(Fusignano 1653 – Roma 1713)Concerto grosso in re minore (versione per orchestra d'archi di Francesco Saverio Geminiani dalla Sonata op. 5 n. 12)
Tema, Var. 1 (Adagio)- Var. II, III, IV, V, VI, VII (Allegro) -Var. VIII (Adagio) -Var. IX (Vivace)-Var. X (Allegro) - Var. XI (Andante) -Var. XII, XIII (Allegro) - Var. XIV, XV (Adagio) -Var. XVI, XVII, XVIII (Allegro) - Var. XIX (Adagio) - Var. XX, XXI, XXII, XXIII (Allegro)
Luigi Boccherini
Lucca 1743 – Madrid 1805Ciaccona in re minore G. 506 per orchestra d'archi
Christoph Willibald Gluck
Berching 1714 - Vienna 1787Melodia per violino e orchestra d'archi (elaborazione violinistica di Fritz Kreisler dall'opera Orfeo e Euridice)
Niccolò Paganini
Genova, 1782 - Nizza, 1840Tema e variazioni in si bemolle maggiore op. 13 per violino e orchestra d'archi
«Respighi fu sempre, come uomo e artista, un solitario, un isolato». In queste parole della moglie Elsa, Respighi è rappresentato come una figura a sé stante ma certamente originale, nel panorama musicale della prima metà del Novecento. La sua originalità si esplicò anche nei confronti delle tendenze neoclassiche che, nelle sue opere, trovarono due forme di espressione delle quali la prima si segnalò per la contaminazione della tonalità con il modalismo e il canto gregoriano, mentre la seconda si tradusse nel recupero della tradizione strumentale italiana del Seicento e del Settecento. A questo secondo ambito appartiene la sua versione per orchestra d’archi della Sonata in la maggiore B. A 16, composta intorno al 1731 da Giuseppe Tartini e da lui chiamata Pastorale. Il primo movimento, Grave, si segnala per l’intenso lirismo della parte solistica alla quale l’uso delle doppie corde conferisce un’atmosfera pastorale. Ad esso segue un Allegro sostenuto che si configura come una breve parentesi vivace prima del Sostenuto, dove ritorna l’atmosfera pastorale del primo movimento anche grazie all’uso delle doppie corde. Quest’ultime sono presenti anche nel tema dell’ultimo movimento, Largo, caratterizzato da un cullante e pastorale 12/8.
Composto nel 1977 ed eseguito il 7 aprile dello stesso anno a Tallinn sotto la direzione di Eri Klas Cantus in memoriam Benjamin Britten è un’elegia scritta da Arvo Pärt per piangere la morte, avvenuta nel 1976, del collega Benjamin Britten, il cui mondo musicale egli sentiva vicino al proprio. Il brano, che inizia e si conclude con il silenzio dal significato spirituale quasi a suggerire che l’uomo proviene da esso per ritornarvi, si configura come una struggente meditazione sulla morte.
Famoso per la scoperta del terzo suono, Giuseppe Tartini, oltre a dedicarsi all’insegnamento e alla composizione, approfondì anche alcuni settori della teoria musicale su basi fisico-matematiche, affermando che i principi musicali erano regolati da leggi naturali e si basavano su formule matematiche. Celebre è la sua Sonata in sol minore BG 5, qui presentata nella versione, in forma di concerto grosso, per violino e orchestra d’archi realizzata da Gianluca Bersanetti. Nel primo movimento, Larghetto affettuoso, è esposto, in un cullante 12/8, il tema su cui si basa l’intera composizione e di cui il secondo tempo, Allegro, corrisponde alla prima variazione con il solista che si esibisce in parti virtuosistiche. Caratterizzato, dal punto di vista agogico, dall’alternanza tra una sezione Grave e l’altra Allegro assai, l’ultimo tempo, che csi conclude con un Adagio, presenta il famoso trillo.
Italo-americano di origine, John Corigliano si è distinto per una scrittura caratterizzata da una grande varietà di stili che spesso ha anche contaminato in una stessa opera. Una scrittura di ascendenza neobarocca caratterizza, per esempio, Vienna. The Monastery per violino e orchestra d'archi, brano tratto dalla colonna sonora del film The red Violin, per la quale nel 2001 ha vinto il Premio Pulizer.
Pubblicata nel 1700 con la dedica alla principessa Sofia di Brandeburgo, la raccolta di 12 Sonate a solo op. 5 di Corelli costituisce un autentico punto di riferimento per la letteratura violinistica, come è dimostrato dalla quarantina di edizioni che apparvero nel Settecento. Tra queste va senza dubbio segnalata quella pubblicata nel 1729 dall’allievo di Corelli, Francesco Geminiani che rielaborò nella forma del Concerto grosso, avvalendosi del classico quartetto d’archi a cui si aggiunge il continuo, le 12 Sonate, di cui 6 da chiesa, 5 da camera e le celebri variazioni sul tema della Follia, che, in un unico movimento, costituiscono il brano più famoso della raccolta. Il celebre tema popolare di origine portoghese è sottoposto, infatti, a una serie di variazioni nelle quali Corelli raggiunse uno straordinario equilibrio soprattutto tra quelle veloci e virtuosistiche, da una parte, e quelle più lente e, quindi, più liriche, dall’altra.
Risale al 1771 la composizione da parte di Boccherini di un gruppo di sei sinfonie dedicate all’Infante Don Louis composte a Madrid e raccolte nel catalogo come op. 12. Tra queste spicca la Sinfonia in re minore op. 12 n. 4 dal singolare titolo “La casa del diavolo” apparso su due copie del XVIII sec. conservate nella biblioteca del Conservatorio di Milano, ma che si ritiene fosse presente nel manoscritto conservato negli archivi della famiglia Boccherini a Madrid e andato distrutto durante la guerra nel 1936. Il titolo fa chiaramente riferimento al contesto della sinfonia che nel Finale, la famosa Ciaccona, allude alla scena conclusiva del balletto, Le festin de Pierre di Gluck, quando Don Giovanni sprofonda nell’Inferno. Il movimento finale è, infatti, intitolato in francese dallo stesso compositore chaconne qui représente l’Enfer et qui a été faite à l’imitation de celle de M. Gluck dans Le Festin de Pierre, balletto che, rappresentato per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 17 ottobre 1761, fu probabilmente eseguito da Boccherini insieme al padre nel periodo in cui egli faceva parte dell’orchestra imperiale.
Considerata il capolavoro di Gluck, l’opera Orfeo ed Euridice fu rappresentata per la prima volta il 5 ottobre 1762 al Burgtheater di Vienna riscuotendo un grande successo testimoniato dalle 100 repliche e dall’entusiastica accoglienza da parte dell’imperatrice Maria Teresa che, alla seconda rappresentazione, regalò al compositore un anello aureo e adamantino. La Melodia, della quale Fritz Kreisler ha realizzato una versione per violino e orchestra d’archi, costituisce il movimento centrale della Danza degli spiriti beati tratta dalla seconda scena del secondo atto, dove è rappresentato l’arrivo di Euridice nei Campi Elisi.
Autentico cavallo di battaglia di Paganini che lo eseguiva spesso, il ciclo di Variazioni Le Streghe sarebbe il “responsabile” dell’aneddoto secondo cui il compositore e violinista genovese avrebbe stipulato un patto con il diavolo. Nel 1812 Paganini assistette alla Scala al balletto Il noce di Benevento di Franz Xaver Süssmayr, l’allievo di Mozart, le cui coreografie erano state curate da Salvatore Viganò e che era pieno di temi orecchiabili tra cui quello che accompagnava l’ingresso in scena delle streghe. Proprio questo tema, da cui deriva il soprannome di questa composizione, fu scelto da Paganini per questo ciclo di variazioni che si apre con un’introduzione in cui il violino solista intona la bella e cantabile melodia. Nelle tre variazioni e nel Finale il compositore fece sfoggio di tutto il suo bagaglio di virtuoso con doppie corde, pizzicati eseguiti con la mano sinistra e suoni armonici.
Riccardo Viagrande