Teatro Antico di Taormina - Progetto Beethoven

Diego Matheuz, direttore

Gerhard Oppitz, pianoforte

  • Luogo

  • Teatro Antico - Taormina

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Lunedì
    20 Luglio 2020

    Ore

    21,30

    Durata

    80min.

    Prezzi

    45 - 15 €

    Calendario

Taormina Arte 2020

  • Programma

  • Ludwig van Beethoven
    Bonn, 1770 - Vienna, 1827

    Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in do maggiore op.15

    Allegro con brio

    Largo

    Rondò (Allegro)

     

    Questo Concerto in do maggiore, numerato come Primo, in realtà fu il secondo in ordine di composizione in quanto scritto nel 1795 dopo quello in si bemolle maggiore iniziato nel 1793; entrambi, inoltre, furono preceduti da un Concerto in mi bemolle maggiore che, composto da Beethoven all’età di 14 anni, rivela più il virtuosismo del giovane come pianista che il suo nascente talento di compositore. La discrasia tra la numerazione e l’ordine di composizione è dovuta probabilmente al fatto che Beethoven compose questi concerti per eseguirli personalmente come solista e, quindi, si riservava di apportare delle modifiche suggerite dall’esecuzione e dall’impatto con il pubblico. Quando decise di pubblicarli, nel 1801, si mostrò poco convinto del risultato ottenuto, come si evince da quanto egli stesso affermò:

    “Uno dei miei primi concerti [in si bemolle] e quindi non uno dei migliori delle mie composizioni deve essere pubblicato da Hofmeister e Mollo deve pubblicare un concerto [in do maggiore] che invece fu scritto più tardi ma che non si schiera anche tra i migliori dei miei lavori in questa forma”.

    Probabilmente Beethoven mostrò di preferire all’altro questo concerto per il quale aggiunse altri strumenti nell’organico orchestrale come clarinetti, trombe e timpani, ottenendo il favore della critica, come si evince da quanto scrisse il recensore dell’«Allgemeine Musikalische Zeitung» dopo la prima esecuzione a Vienna al Burgtheater nel mese di aprile del 1800:

    “Anche il Signor Beethoven ha finalmente ottenuto il teatro [Burgtheater] ed è stata probabilmente l’Accademia più importante da lungo tempo a questa parte. Egli ha suonato un nuovo Concerto [Concerto n. 1 in do maggiore op. 15] di sua composizione che contiene molte cose belle – soprattutto i primi due movimenti”.

    Il Concerto era già stato eseguito per la prima volta, molto probabilmente, in una tournée tenuta dallo stesso compositore nel 1798 a Praga.

    Il primo movimento,  Allegro con brio, in forma-sonata, si apre con l’esposizione orchestrale che sorprende sia per l’ingresso anticipato del secondo tema, non preparato da una transizione modulante, sia per la presenza di una terza idea tematica anticipatrice dell’entrata del solista che si presenta con un tema proprio secondo un procedimento attuato già da Mozart. Tutto il movimento, dominato dal tema principale ripetuto più volte a cui si aggiungono parecchie idee tematiche secondarie, è caratterizzato da tre cadenze di diversa lunghezza e difficoltà, tutte concluse da trilli. Il secondo movimento, Largo, in forma tripartita secondo lo schema A-B-A, è insolitamente in la bemolle maggiore invece che nel regolare fa maggiore, tonalità della sottodominante. La prima sezione espone parecchi temi che vengono poi sviluppati nella parte centrale.  Il terzo movimento, Allegro, è nella forma tradizionale del Rondò in sette parti con il pianoforte che espone il tema principale ripetuto per ben due volte. La cadenza è molto breve e non è collocata alla fine del movimento in cui è possibile notare uno stridente contrasto tra il pianoforte che suona una melodia tranquilla e l’orchestra che conclude il Concerto con forza.

    Durata: 35'

    Ludwig van Beethoven
    Bonn, 1770 - Vienna, 1827

    Sinfonia n. 5 in do minore op. 67

    Allegro con brio

    Andante con moto

    Allegro

    Allegro, sempre più allegro, Presto

     

    Composta tra il 1804 e il 1807, anche se fu completata nel 1808, la Quinta sinfonia, dedicata al principe Lobkowitz e al conte Rasumovsky,  fu eseguita per la prima volta sotto la direzione di Beethoven, insieme alla Quinta e ad altri lavori in un lunghissimo concerto tenuto al Theater an der Wien a Vienna il 22 dicembre 1808. L’accoglienza del pubblico fu piuttosto fredda anche per la lunga durata dell’Accademia che comprendeva oltre alle due sinfonie, una Scena e aria, cantata da Mademoiselle Killishky, un Gloria, il Concerto n. 4 op. 58 per pianoforte e orchestra, un Sanctus con solista e coro e la Fantasia op. 80 per coro, pianoforte e orchestra. A tale proposito è significativo quanto scrisse il compositore Johann Friedrich Reichardt che, ospite del principe Lobkowitz, assistette al concerto:

    “Vi siamo stati a sedere dalle sei e mezza fino alle dieci e mezza in un freddo polare, e abbiamo imparato che ci si può stufare anche delle cose belle. Il povero Beethoven, che da questo concerto poteva ricavare il primo e unico guadagno di tutta l’annata, aveva avuto difficoltà e contrasti nell’organizzarlo. […] Cantanti e orchestra erano formati da parti molto eterogenee. Non era stato nemmeno possibile ottenere una prova generale di tutti i pezzi, pieni di passi difficilissimi. Ti stupirai di tutto quel che questo fecondissimo genio e instancabile lavoratore ha fatto durante queste quattro ore. Prima una Sinfonia Pastorale o ricordi della vita campestre pieni di vivacissime pitture e di immagini. Questa Sinfonia Pastorale dura assai di più di quanto non duri da noi a Berlino un intero concerto di corte. […] Poi, come sesto pezzo, una lunga scena italiana […] Settimo pezzo: un Gloria, la cui esecuzione è stata purtroppo completamente mancata. Ottavo brano: un nuovo concerto per pianoforte e orchestra di straordinaria difficoltà […]. Nono pezzo: una Sinfonia [la Sinfonia n. 5 op. 67]. Decimo pezzo: un Sanctus […]. Ma al concerto mancava ancora il “gran finale”: la Fantasia per pianoforte, coro e orchestra. Stanchi e assiderati, gli esecutori si smarrirono del tutto”.

    La straordinaria novità di questa Sinfonia non sfuggì, però, alla critica romantica e, in particolar modo, ad Ernst Theodor Amadeus Hoffmann che, nel suo saggio, La Quinta sinfonia di Beethoven, pubblicato sulla rivista Allgemeine Musikalische Zeitung nel 1810, la definì una composizione meravigliosa.

    Il primo movimento, Allegro con brio, si apre con il celeberrimo tema di quattro note, a proposito del quale lo stesso Beethoven ebbe modo di dire a Schubert: Ecco il destino che batte alla porta. Tutto il materiale tematico del primo movimento è originato da questo primo tema sul quale Hoffmann, nel succitato saggio, così si espresse:

    “Nulla può essere più semplice della frase principale del primo allegro, consistente di due sole battute, che dapprima nell’unisono non dà all’uditore nemmeno un tono determinato.”.

    Questo tema costituisce il principio unitario su cui si fonda l’intera sinfonia, in quanto appare mascherato in alcuni passi del secondo movimento, Andante con moto, formalmente un tema e variazioni interrotte, quest’ultime, da fanfare degli ottoni, e ritorna nello Scherzo (Allegro) in tutta la sua forza, quando, affidato ai corni, dà origine ad una nuova idea tematica che alla fine del movimento introduce il quarto direttamente legato al precedente da una fase di transizione. Quest’ultimo movimento, Allegro, sempre più allegro, Presto, nell’incalzare del ritmo, costituisce una vera e propria apoteosi resa da una costruzione grandiosa di grande effetto.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 29'

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