Dionisiache, Shéhérazade al Teatro Antico di Segesta
Pubblicato il 21 Luglio 2018
La celebre suite sinfonica di Rimskij-Korsakov sarà uno dei pezzi forti del programma del concerto dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, domenica 22 luglio, alle ore 20,30, nell'affascinante cornice del Teatro Antico di Segesta per Le Dionisiache, Calatafimi Segesta Festival 2018. L'Orchestra sarà diretta da Evgeny Buskov. In programma anche musiche di Miki e Bizet
Palermo, 21 luglio 2018 - Saranno le celebri note di Shéhérazade, suite sinfonica op.35 di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov (1844-1908) ad allietare gli spettatori nel concerto che l'Orchestra Sinfonica Siciliana eseguirà domenica 22 luglio, alle ore 20,30, al Teatro Antico di Segesta per il programma de Le Dionisiache, Calatafimi Segesta Festival 2018. In programma anche Marimba Spiritual di Minoru Miki (1930-2011), con Luca Valenza alla marimba e i percussionisti Alfonso Rizzo, Carlo Pisciotta, Vito Vultaggio, e Arlesienne suite n. 1 e n.2 di Georges Bizet (1838-1875). L'Orchestra sarà diretta dal russo Evgeny Bushkov.
Evgeny Bushkov. E' uno dei direttori russi più interessanti di oggi. Con un passato di violinista, è vincitore di quattro importanti concorsi internazionali di violino: Wieniawski (1986), Queen Elizabeth (1989), Čajkovskij (1990) e il primo Henryk Szeryng Foundation Award (1992).
Dal 2009 è direttore artistico e direttore principale dell'orchestra bielorussa della camera di stato (precedentemente Minsk Chamber Orchestra).
Luca Valenza. E' stato vincitore di "Crescendo" nel 2017, il concorso indetto dall'Orchestra Sinfonica Siciliana per la ricerca dei giovani talenti.
Biglietto unico 10 euro.
Biglietti al Botteghino del Politeama Garibaldi e un'ora prima del concerto al Teatro Antico di Segesta.
Info:
biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it
www.orchestrasinfonicasiciliana.it
vivaticket.it
Tel. 091 6072532/33.
L'Ufficio stampa
(Mario Pintagro)
Evgeny Bushkov, direttore
Una delle bacchette più interessanti degli ultimi tempi, Evgeny Bushkov si è imposto all'attenzione del mondo musicale innanzitutto come incredibile violinista, vincitore di quattro tra i maggiori concorsi violinistici al mondo - Wieniawski (1986), Queen Elizabeth (1989), Tchaikovsky (1990), ed il primo Henryk Szeryng Foundation Award (1992). Evgeny Bushkov trasferisce con naturalezza tutta la straordinaria esperienza esecutiva e l'impeccabile gusto artistico nella sua direzione d'orchestra. Il debutto di Bushkov come direttore è avvenuto nel 1999 in Francia con la Festival Orchestra dell'International Festival di Luxeuil.
Dal 2002 al 2009, Evgeny Bushkov ha ricoperto l'incarico di Direttore della State Symphony Orchestra "Novaya Rossiya" (Yury Bashmet direttore artistico). Nel 2003 Bushkov ha fondato le "Educational Concert Series for children" che hanno incontrato un immediato successo sperimendando programmazioni uniche ed innovative, culminate nella direzione delle prime russe delle due opere per bambini di G. C. Menotti e D. Krivitsky.
Nel 2010 Evgeny Bushkov ha diretto la Novosibirsk Symphony Orchestra nella prima della Symphony No 1 di John Corigliano avvenuta in Russia; è stato in tour in Germania dirigendo la Chamber Orchestra of Kazakhstan in un concerto tenutosi al Berlin Philharmonic Hall; ha diretto la Symphony Orchestra "Metropolitana" a Lisbona; ha partecipato al Festival Pianistico Internazionale di Almaty dirigendo la State Symphony Orchestra of Kazakhstan (GASO) ed ha continuato a ricoprire il ruolo di direttore ufficiale del Concorso Pianistico "Vera Lothar-Schevchenko" di Novosibirsk. Per le celebrazioni del 65° anniversario del Giorno della Vittoria sul nazismo, Bushkov è stato invitato a dirigere "The Leningrad", la sinfonia di Schostakovich, a Milano con l'Orchestra Sinfonica di Milano "G.Verdi". L'Orquesta Sinfonica de Venezuela ha reinvitato il maestro in occasione dell'80° anniversario della sua fondazione.
Evgeny Bushkov è direttore artistico e direttore principale della Belorus State Academic Symphony Orchestra (la precedente Minsk Chamber Orchestra). Continua a presentare numerose prime mondiali e nazionali e a collaborare con solisti di fama internazionale. Dopo la loro recente collaborazione, il leggendario pianista Paul Badura-Skoda ha scritto: "EvgenyBushkov è uno dei migliori direttori con cui ho suonato nell'ultimo decennio".
Luca Valenza, marimba
Nasce nel maggio 1994 a Roma, da una famiglia di artisti, e già dai primi anni muove i suoi passi verso la musica, avvicinandosi alla batteria, strumento del padre. Vive a Pantelleria, dove riceve una buona istruzione musicale grazie ad una scuola locale. Nel 2007 decide di iscriversi al conservatorio di musica di stato "A. Scontrino" di Trapani. Sotto la guida del M° Fulvia Ricevuto, riceve una formazione solistica in musica contemporanea su strumenti come la marimba e il vibrafono. Sarà poi sotto la guida del M° Andrea Muratore (da cui è seguito tutt'oggi) ad ampliare ed affinare il repertorio classico e sinfonico. Approfondisce la propria passione per la musica etnica ed in particolare afro cubana, è infatti alunno del noto percussionista Giovanni Imparato.
Percussionista presso la "Mediterranea Chamber Orchestra" (con cui esegue: "Concerto per pianoforte e Orchestra in La min. op. 16" di E. Grieg -con la partecipazione del pianista IlyaRashkovskiy- diretto da Michael Erren; "Variazioni sul tema Rococò per violoncello e orchestra" -con la partecipazione della violoncellista Monika Leskovar- diretto da Peter Tilling;), percussionista presso l'orchestra de l'"Ente Luglio Musicale Trapanese" (eseguendo: "La Bohème" di G. Puccini –regia di Pietro Ballo-; "Il Trovatore" di G. Verdi; "Carmen" di G. Bizet; "Barbiere Di Siviglia" di G. Rossini; "Rigoletto" di G. Verdi; "Turandot" di G. Puccini), Percussionista (congas) dell'Ottoni Day con il M° Nunzio Ortolano, percussionista presso l'orchestra del conservatorio "A. Scontrino" di trapani, componente del trio di percussioni "PAT" (Percussive Art Trio) con cui si esibisce in numerose occasioni presso le città più importanti della sicilia, componente dell'ensemble "Atelier du piano et percussions" con cui vanta importanti esibizioni (tra cui Teatro Massimo: eseguendo "ouverture cubana" -Gershwin; "L'ApprentiSortier" di Paul Dukas; "West Side Story" di Bernstein) e componente attivo dell'ensemble di percussioni del conservatorio stesso.
Esecutore, compositore, cantante, chitarrista, pianista e attore, vanta molte apparizioni nella scena rock trapanese. Dall'estate 2014 si esibisce in performances contemporaneo-psichedeliche a Pantelleria in collaborazione con l'artista Clara Greco, prende parte a numerose pièces teatrali e musical (è protagonista nel musical "Disney Time Again", co-protagonista ne "Il silenzio e lo sguardo" di E. De Martino, protagonista in "Aladdin –il musical" di cui è anche regista assieme al collega Vito Vultaggio ecc.).
E' percussionista ufficiale per Pantelleria alla fiera EXPO 2015 (milano).
E' vincitore del primo premio alla III edizione del concorso "F. Braschi", primo premio XIX edizione del Concorso Nazionale "Benedetto Albanese", primo premio V edizione del Concorso Nazionale "Eliodoro Sollima", primo premio XVI edizione del Concorso Musicale Nazionale "Placido Mandanici", primo premio XIX edizione del Concorso Nazionale "Città Di Palermo".
Ha vinto il Concorso Crescendo 2017 organizzato dell'Orchestra Sinfonica Siciliana. per la ricerca di giovani talenti della musica.
Note di sala a cura di Riccardo Viagrande
Minoru Miki
(Tokushima 1930 - Tokyo 2011)
Marimba Spiritual
Durata: 14'
Compositore giapponese, Minoru Miki fu autore di una vasta produzione con la quale cercò di valorizzare ensemble di strumenti musicali tradizionali giapponesi soprattutto dopo avere fondato nel 1964 la Nihon Ongaku Shūdan (Pro Musica Nipponia ensemble), per la quale scrisse la maggior parte dei suoi lavori. Dopo aver composto nel 1975 Shunkinsho, un'opera basata sull'omonimo romanzo di Jun'ichirōTanizaki, Minoru Miki conseguì anche una certa fama internazionale culminata con la commissione da parte dell'English Music Theatre Company dell'opera Ada, An Actor's Revenge che, scritta sul libretto inglese di James Falconer Kirkup, fu rappresentata al Londra nel 1979 poco prima che l'istituzione inglese fallisse nel 1980. Nel 1983, proprio mentre stava componendo la sua terza opera, Jorur, Miki ricevette la commissione di una nuova composizione per marimba da parte della famosa percussionista giapponese Keiko Abe per la quale aveva già composto Time for marimba (1968) e il Concerto per marimba e orchestra (1969). Composto in brevissimo tempo (dal giorno di Natale del 1983 al 13 gennaio 1984) ed eseguito per la prima volta il 18 marzo 1984 a lConcertgebouw di Amsterdam con Keiko Abe in qualità di solista, questo lavoro, scritto per marimba e tre percussioni, si ispira al dramma che stavano vivendo in quell'anno le popolazioni africane, falcidiate da quella fame che il compositore aveva sofferto personalmente prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il brano è diviso in due sezioni delle quali la prima, lenta, è una forma di statico requiem per queste popolazioni, mentre la seconda, veloce, intende rappresentare la loro resurrezione.
Georges Bizet (Parigi 1838 – Bougival 1875)
L'Arlésienne (L'Arlesiana), per orchestra
Suite n. 1
Prelude (Allego deciso. Tempo di Marcia-Andantino-Allegro molto)
Menuet (Allegro giocoso)
Adagietto
Carillon (Allegro moderato-Andantino-Tempo I)
Durata: 18'
Suite n. 2 (Ernest Guirard)
Pastorale (Andante sostenuto assai - Andantino - Tempo 1)
Intermezzo (Andante moderato ma con moto - Allegro moderato)
Menuet (Andantino quasi allegretto)
Farandole [Marcia del re]. Allegro deciso (Tempo di Marcia) - Allegro vivo e deciso
Durata: 19'
Nonostante il lieto evento della nascita del figlio Jacques, il 1872 non fu un anno particolarmente felice, dal punto di vista professionale, per Bizet la cui opera Djamileh, rappresentata per la prima volta all'Opéra-comique di Parigi il 22 maggio dello stesso anno, fu accolta piuttosto freddamente dal pubblico. La stessa sorte toccò anche alle musiche di scena composte per il dramma L'Arlésienne di Alphonse Daudet su commissione del direttore del teatro Vaudeville, Carvalho, che volle riprendere un vecchio genere teatrale, il mélodrame, consistente in una dramma accompagnato e commentato da musiche di scena. Bizet, entusiasta di tale commissione, si mise subito al lavoro portando a termine in meno di sei settimane questa composizione originariamente costituita da 27 numeri per voce, coro e piccola orchestra, ridotta, quest'ultima, per ragioni economiche, a 26 elementi. Questa limitazione rappresentò uno stimolo piuttosto che un ostacolo per Bizet il quale, intuendo anche le possibilità timbriche di strumenti fino a quel momento poco usati, come il sassofono, scrisse un autentico capolavoro in cui espresse perfettamente la forza drammatica del soggetto penetrando, nel contempo, nella psiche dei personaggi. Il compositore fu, infatti, particolarmente ispirato dal dramma di Daudet, il cui soggetto si riferiva a un fatto realmente accaduto: l'amore infelice di un parente del poeta provenzale Mistral per una giovane di Arles e il conseguente tragico suicidio. Nonostante l'impegno e l'entusiasmo di Bizet nel comporre queste musiche, la prima rappresentazione al Théâtre de Vaudeville di Parigi il primo ottobre 1872 si rivelò un insuccesso e l'opera, dopo ventuno repliche a sala praticamente vuota, finì per essere ignorata. Nemmeno i critici furono particolarmente favorevoli e uno di loro, Gustav Bertrand, dalle colonne dell'autorevole giornale «Ménestrel» stroncò l'opera con eccessiva durezza. L'unica voce fuori dal coro fu quella del compositore e critico musicale Ernest Reyer che scrisse:
"Andate ad ascoltare L'Arlésienne, giovani musicisti che sinora avete dato molto da sperare ai vostri professori, e forse vi sentirete incoraggiati e diventerete più assidui nei vostri studi quando avrete visto a che grado di valentia sia giunto uno che, soltanto pochi anni fa, sedeva come voi sui banchi di scuola".
Bizet, convinto della qualità della composizione, realizzò poco dopo una suite sinfonica che venne eseguita il 10 novembre dell'anno seguente a Parigi, mentre la seconda suite fu realizzata da Ernest Guiraud quattro anni dopo la morte del compositore.
Il primo movimento, Prelude, tratto senza alcune variazioni dalle musiche di scena, è caratterizzato da un ritmo marziale, mentre il secondo brano, Menuet, che nella partitura originale era indicato con il titolo di Intermezzo, è un delicato minuetto. Un'atmosfera lirica e sognante informa l'Adagietto, mentre in Carillon il suono delle campane è reso grazie ad una raffinatissima orchestrazione.
La Suite n. 2 è costituita da quattro movimenti, dei quali il primo, Pastorale, si impone per la raffinata ricerca timbrica con la sezione degli strumenti a fiato che apre la partitura. Anche nel secondo movimento, Intermezzo, che si caratterizza per l'utilizzo di melodie piuttosto gravi, una grande importanza è rivestita dagli strumenti a fiato, mentre il terzo, Menuet, è una pagina estremamente semplice tratta da un'altra opera di Bizet del 1867, La bella fanciulla di Perth, con il sassofono che sostituisce la parte vocale dell'originale. Estremamente vivace è la Farandole conclusiva, una danza provenzale nella quale riappare il tema popolare del Preludio della prima suite.
Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov (Tikhvin, Novgorod, 1844 – Ljubensk, Pietroburgo, 1908)
Shéhérazade, suite sinfonica op. 35
Il mare e la nave di Sinbad (Largo e maestoso, Lento, Allegro non troppo)
La storia del principe Kalender (Lento, Andantino)
Il giovane principe e la giovane principessa (Andantino quasi allegretto, Pochissimo più mosso)
Festa a Bagdad, il mare, il naufragio (Allegro molto e frenetico, Vivo, Allegro non troppo e maestoso)
Durata: 45'
Ispirata alla raccolta orientale di fiabe, Le mille e una notte, la suite sinfonica Shéhérazade fu composta da Nikolaj Rimskij-Korsakov nel 1888 ed eseguita il 28 ottobre dello stesso anno a Pietroburgo sotto la direzione dell'autore che, all'inizio della partitura, dichiarò in modo esplicito la fonte d'ispirazione introducendo il personaggio eponimo e proponendo un riassunto della storia:
"Il sultano Schahriar, convinto della perfidia e dell'infedeltà delle donne, aveva giurato di condannare a morte ciascuna delle proprie mogli, dopo la prima notte. Ma la Sultana Shéhérazade riuscì ad avere salva la propria vita interessando il feroce marito a meravigliosi racconti che gli andò narrando durante 1001 notti. Stimolato dalla curiosità, il sultano rimandava continuamente il supplizio della moglie finendo per rinunciare completamente al suo progetto sanguinario. Shéhérazade raccontò storie stupende al sultano; per i suoi racconti, prese a prestito i versi dai poeti e le parole delle canzoni popolari; riuscendo a creare fiabe su fiabe, avventure su avventure".
Di Shéhérazade il compositore fece due versioni, nella seconda delle quali furono eliminati i titoli descrittivi dati all'inizio di ciascun movimento, senza che, però, venisse in qualche modo alterata l'atmosfera orientaleggiante, realizzata attraverso temi che mescolano elementi popolari russi con il sistema pentatonico. L'assenza dei titoli, nella seconda versione, non toglie nulla alla struttura narrativa dell'opera realizzata attraverso un tema, affidato al violino solista, che funge da filo conduttore e appare nelle introduzioni al primo, al secondo e al quarto movimento e nell'intermezzo del terzo, rappresentando Shéhérazade che racconta le storie fantastiche.
Il primo movimento, Il mare e la nave di Sinbad, che, dal punto di vista formale, si presenta come una forma-sonata privata della sezione di sviluppo, inizia con un tema rude, pesante e, al tempo stesso, solenne eseguito in ottave dall'orchestra che rappresenta perfettamente il carattere cupo e terribile del Sultano; dopo un breve interludio il violino solista, accompagnato dall'arpa, interviene con un tema melismatico per rappresentare la protagonista che racconta le storie fantastiche. L'esposizione si svolge attorno a due gruppi tematici dei quali il primo è costituito dal tema del Sultano affidato sempre all'orchestra seguito da uno malinconico, affidato ai legni, che evoca immense distese marine, mentre il secondo è caratterizzato dal tema di Shéhérazade; questo tema ritorna nella breve introduzione del secondo movimento, La storia del principe Kalender, che, dal punto di vista formale, ha una struttura tripartita e presenta un carattere brillante che lo rende paragonabile allo Scherzo della sinfonia romantica. Il tema principale, di carattere nostalgico, è affidato prima al fagotto e poi all'oboe per passare alla fine ai violini, mentre la musica assume un brillante carattere di danza. Nella seconda parte del brano si ha un vero e proprio colpo di scena con gli ottoni che introducono un tema marziale che a un certo punto si arresta su un tremolo in pianissimo degli archi per lasciare il posto ad una cadenza ad libitum del clarinetto di sapore orientaleggiante. Nella ripresa, infine, il carattere nostalgico del tema principale si è ormai dissolto lasciando il posto ad un'energia ritmica a cui partecipa l'intera orchestra.
Tutto il terzo movimento, Il giovane principe e la giovane principessa, vive, invece, del contrasto dei due temi che rappresentano rispettivamente i due personaggi del titolo. Il tema del giovane principe è una tenera melodia affidata prima ai violini e ripresa dagli oboi e dai violoncelli, mentre il secondo, che rappresenta la giovane principessa, è un grazioso motivo di carattere danzante.
Nel quarto movimento, Festa a Bagdad, il mare, il naufragio, ritornano quasi tutti i temi esposti nei movimenti precedenti per rappresentare situazioni diverse e non alla stregua di Leitmotivs, come lo stesso Korsakov ebbe modo di precisare:
"tutti quelli che sembrano Leitmotivs non sono altro che materiali puramente musicali, motivi di sviluppo sinfonico. Questi motivi circolano in tutte le parti del pezzo, inseguendosi e intrecciandosi".
Dopo una breve introduzione, in cui vengono riproposti il tema del Sultano e quello di Shéhérazade, la movimentata festa a Bagdad può avere inizio con un tema che si configura subito come una sorta di moto perpetuo; il secondo tema è, invece, affidato ai corni e alle trombe. In questo movimento è molto suggestiva la rappresentazione del mare, che non è più ritratto in un momento di pace, ma durante una tempesta che sconvolge l'assetto di navigazione del vascello fino a farlo naufragare tra i fragori degli elementi scatenati la cui furia devastatrice è resa efficacemente da colpi di piatti e grancassa. Alla fine ritorna il tema del Sultano che, finalmente, si esprime in modo dolce, ormai distolto dal suo proposito di uccidere la moglie, che sembra affidare il suo trionfo al violino, lo strumento che ha usato per incantarlo, con i suoi penetranti suoni armonici che giungono nel finale.