Copland, Bernstein, Gershwin

Salvatore Percacciolo, direttore

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    09 Luglio 2023

    Ore

    21,00

    Durata

    75min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Aaron Copland
    New York 1900 - New York 1990

    Fanfare for the Common Man per timpani, grancassa e ottoni

    "Eugene Goossens, direttore della Cincinnati Symphony Orchestra, mi aveva scritto alla fine di agosto a proposito di un'idea che voleva realizzare in occasione della stagione concertista 1942-1943. Durante la Prima Guerra Mondiale aveva chiesto a compositori britannici una fanfara per iniziare tutti i concerti dell'orchestra. Aveva avuto un tale successo che egli pensò di riprendere questa procedura durante la Seconda Guerra Mondiale con compositori americani".

    Così lo stesso Aaron Copland, nella sua autobiografia, ricordò le circostanze della commissione di questa Fanfare for the Common Man, che delle 18 complessive, scritte da altri compositori, fu l'unica a rimanere nel repertorio. Composta in risposta all'entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1942 ed eseguita per la prima volta a Cincinnati il 12 marzo 1943, questa fanfara si ispira a un celebre discorso pronunciato nel 1942 dal vicepresidente Henry A. Wallace nel quale proclamava l'alba del «secolo dell'uomo comune». Questo lavoro si presenta, quindi, come una mesta trenodia in onore dell'uomo comune, quasi un milite ignoto, di fronte al quale l'artista non può non inchinarsi.

    Durata: 4'

    Aaron Copland
    New York 1900 - New York 1990

    Billy the Kid, suite dal balletto

    L’aperta prateria – Strada in una città di frontiera – Gioco a carte di notte – Battaglia di fucili – Celebrazione per la cattura di Billy – Morte di Billy – Di nuovo nella aperta prateria

     

    Nel 1938 Lincoln Kirstein, impresario della compagnia Ballet Caravan e il coreografo Eugene Loring chiesero ad Aaron Copland di scrivere un cowboy ballet, un balletto che aveva come soggetto la storia di un cowboy. Il compositore, inizialmente quasi del tutto ignaro della tradizione musicale dell’America rurale, conobbe questo mondo grazie a Kirstein e Loring, come Copland stesso ricordò in seguito: “Lincoln suscitò il mio interesse con diversi libri di melodie del West e Loring scrisse una sceneggiatura sul noto bandito del West del Sud. Fui intrigato dall’usare melodie come Git Along Little Dogies, The Old Chisholm Trail e Goodbye Old Paint”. Nacque così Billy the kid, che fu rappresentato per la prima volta alla Chicago Civic Opera House il 16 ottobre 1938. In quell’occasione non fu l’orchestra ad accompagnare i ballerini ma i pianisti Walter Hendel e Arthur Gold che eseguirono una versione per due pianoforti. La suite che, elaborata un anno dopo, si distingue per l’uso di una ricca tavolozza orchestrale, riprende i momenti salienti del balletto che si apre e chiude nella prateria; la prima scena, invece, si svolge in una città di frontiera, animata da cowboys, da donne messicane che si esibiscono nella danza nazionale, uno jarabe, e da due ubriachi che scatenano una rissa nella quale sono coinvolti il dodicenne Billy e sua madre che viene uccisa accidentalmente. Da questo momento in poi inizia la breve ma intensa carriera criminale del fuorilegge che, di episodio in episodio, si conclude con la sua morte. Musicalmente il balletto è stato costruito da Copland, rielaborando liberamente delle cowboy-songs come Great GranddadGit Along Little Dogies e Goodbye Old Paint, mentre di origine messicana è Come Wrangle Yer Bronco il cui tema, rielaborato in 5/8, costituisce il materiale melodico della danza delle donne messicane.

    Durata: 20'

    Aaron Copland
    New York 1900 - New York 1990

    El Salón México

    “Tre sale: una per gente vestita come voi; una per gente vestita in pantaloni da lavoro ma con le scarpe; un’altra per la gente scalza”.

    Questa breve descrizione, contenuta in una guida turistica di un locale messicano che Copland aveva frequentato durante un suo viaggio in Messico nel 1930, costituisce la principale fonte d’ispirazione di questo brano sinfonico che, composto tra l’estate del 1934 e il 1936, fu eseguito per la prima volta il 27 agosto 1937 dall’Orchestra Sinfonica di Città del Messico diretta da Carlos Chávez.

    Nel comporre questo brano Copland ricreò l’atmosfera messicana avvalendosi di melodie popolari di quella nazione come El Palo VerdeLa JesusitaEl Mosco e El Malacate, unificati all’interno di una forma rapsodica in modo estremamente libero. Il brano, che ottenne un’immediata popolarità, fu riadattato dallo stesso Copland nel 1947 per il film musicale Fiesta diretto da Richard Thorpe per MGM e fu anche trascritto per pianoforte solo e per pianoforte a quattro mani da Leonard Bernstein.

    Durata: 10'

    Leonard Bernstein
    Lawrence, 1918 - New York, 1990

    Candide, ouverture

    Ritenuto oggi uno dei capolavori di Bernstein, Candide, alla sua prima rappresentazione avvenuta il 1° dicembre 1956 a Broadway, andò incontro a un autentico insuccesso con incassi disastrosi e aspre critiche sui giornali che, tuttavia, apprezzarono la parte musicale. Brooks Atkinson, l’autorevole critico del «New York Times», nella sua recensione, Lillian Hellman and Leonard Bernstein turn Voltaire Satire into fine play, apparsa il 9 dicembre, attaccò il libretto di Lillian Hellman, affermando:

    “Quando Voltaire è ironico e dolce, la [Hellman] è esplicita e vigorosa. […] Quando egli è diabolico, essa è filantropica… il libretto… sembra essere troppo serio per la verve e il lirismo beffardo della partitura di Leonard Bernstein la quale, senza appartenere strettamente al XVIII secolo, mantiene, con il suo gaio pastiche di stili e forme del passato, il carattere del secolo.”  (L’articolo è citato in J. Peyser, Bernstein. A biography, New York, 1987, p. 248)

    Certamente Bernstein non aveva immaginato questa fredda accoglienza quando, nel 1953, Lillian Hellman gli aveva proposto di scrivere le musiche di scena per un suo adattamento teatrale del racconto filosofico di Voltaire, Candide. Il grande direttore d’orchestra fu talmente affascinato da convincere la scrittrice americana a modificare il progetto originario a favore di una Comic Operetta. Egli stesso partecipò alla stesura del libretto scrivendo, insieme alla moglie Felicia, i versi della canzone I am Easily Assimilated, mentre altri testi di canzoni furono composti da Richard Wilbur, da John Treville Latouche, da Dorothy Parker e da Lilian Hellman, che, oltre alle parti recitate, scrisse i versi della canzone Eldorado. Nonostante lo scarso successo arriso a questa prima rappresentazione, Candide non incontrò molte difficoltà ad affermarsi in successive produzioni tra le quali vanno ricordate la prima londinese al Saville Theatre del 30 aprile del 1959 e un’altra del 20 dicembre 1973, nota come versione Chelsea dal nome del teatro, Chelsea Theatre di Brooklyn, dove fu rappresentata. Al di là delle modifiche apportate al testo e alla sua partitura, Candide, nella sua lunga storia, ha mantenuto tutto il suo fascino e, se certe sfumature politiche, introdotte dalla Hellman perché dettate dalla contingenza storico-sociale dell’America degli anni ’50, si sono perse negli anni e nelle diverse versioni, è rimasta la bellezza di una musica che con sapiente ironia smaschera l’ipocrisia che regola i rapporti umani nella società civile. Tra i 27 numeri, di cui si compone la partitura, spicca l’ouverture che si è affermata nel repertorio sinfonico dopo la prima esecuzione avvenuta il 27 gennaio 1957 con la New York Philharmonic Orchestra sotto la direzione dello stesso Bernstein. Strutturata nella forma dell’ouverture pot-pourri, è una pagina brillante e garbatamente ironica nella quale si possono apprezzare i temi di alcune importanti canzoni del musical, come The Best of All Possible Worlds, Battle Music, Oh, Happy We, e Glitter and Be Gay.

    Durata: 5'

    Leonard Bernstein
    Lawrence, 1918 - New York, 1990

    Three Dances episodes from "On the Town"

    Dance of the Great Lover

    Pas des deux

    Times Square

     

    “Sembra naturale che la danza debba svolgere un ruolo di primo piano nello spettacolo On the Town, dal momento che l'idea di scriverlo è nata dal successo del balletto Fancy Free. La storia di On the Town riguarda tre marinai in congedo per 24 ore a New York, e le loro avventure con la città mostruosa”.

    Così lo stesso Leonard Bernstein si è espresso sul suo musical On the Town che, rappresentato, per la prima volta, il 28 dicembre 1944 al Teatro Adelphi di New York, trae spunto da un altro suo lavoro, il balletto Fancy Free. Questo balletto, nato dalla collaborazione dell’allora ventisettenne compositore americano con il venticinquenne Jerome Robbins, ottenne un enorme successo, alla prima rappresentazione, avvenuta il 18 aprile 1944 al Metropolitan di New York, con le scenografie del venticinquenne Oliver Smith il quale suggerì a Bernstein di trasformarlo in un musical. Nacque così On the Town, dal quale Bernstein trasse questa breve suite sinfonica, costituita da tre brani, dei quali il primo, Dance of the Great Lover, con la sua musica effervescente rappresenta l’ingenuità del giovane marinaio Gabey che si addormenta in Metropolitana e sogna di portar via il poster di Miss Turnstiles della quale si era invaghito. Dolcissimo e poetico è il secondo brano, Pas des deux, basato sul tema di Lonely Town, una delle più belle melodie scritte da Bernstein, mentre il terzo brano, Times Square è stato descritto dal compositore come “una sequenza più panoramica in cui tutti i marinai si riuniscono a Times Square per la loro notte di divertimento”.

    Durata: 10'

    George Gershwin
    Brooklyn 1898 - Hollywood 1937

    An American in Paris (Un Americano a Parigi), poema sinfonico

    Allegretto grazioso, Più moderato, Tempo di Blues, Allegro, Grandioso, Moderato con grazia, Grandioso di coda

     

    Un Americano a Parigi è la musica più moderna che io abbia mai scritto. La parte iniziale si sviluppa alla maniera di Debussy, benché le melodie siano originali. Il mio assunto consiste nel riprodurre le impressioni di un viaggiatore americano che passeggia per Parigi ascoltandone i suoni e i rumori e assorbendo l’atmosfera della Francia. Ma c’è molta libertà, e chi ascolta può leggere nella musica tutte le immagini che preferisce”.

    Così lo stesso Gershwin sintetizzò il contenuto di questo suo poema sinfonico nell’elaborato e dettagliato programma che egli scrisse insieme con il compositore e critico musicale Deems Taylor per la prima esecuzione avvenuta il 13 dicembre 1928 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Walter Damrosch. Nonostante l’ambientazione francese, i primi abbozzi di questo poema sinfonico, commissionato a Gershwin dalla New York Philharmonic Orchestra, furono stesi in patria prima che il compositore si recasse a Parigi, dove sarebbe giunto nel mese di marzo 1928 per trascorrervi un lungo periodo di vacanza insieme alla sorella Frances, al fratello Ira e alla moglie di quest’ultimo Leonore. Nella sua valigia il compositore aveva portato con sé gli abbozzi di questo poema con l’intenzione di completarne la stesura nella capitale francese, dove, però, egli, ormai all’apice del successo arrisogli grazie alla Rhapsody in Blue e al Concerto in fa, si trovò coinvolto in una serie di impegni mondani. La trionfale accoglienza riservata dal pubblico dell’Opéra proprio al Concerto in fa contribuì a fare di Gershwin uno dei personaggi maggiormente contesi dai salotti mondani parigini. Distratto, quindi, dal suo lavoro di composizione, Gershwin decise, allora, di fuggire dalla vita mondana e di stabilirsi per un breve periodo a Vienna dove, all’Hotel Bristol, trovò la pace necessaria per completare la stesura della versione pianistica di Un americano a Parigi, alla cui orchestrazione attese soltanto nella capitale francese dove rientrò in gran segreto. Gershwin era convinto, infatti, che solo il contatto diretto con la vita, i colori e l’atmosfera di Parigi gli avrebbe consentito di riprodurli efficacemente nella partitura in cui non mancano nemmeno elementi onomatopeici ottenuti con l’uso di quattro trombe di automobile perfettamente inserite in un organico particolarmente ricco e ricercato negli impasti timbrici.

    In questa partitura Gershwin, nonostante abbia cercato di ricondurne la struttura a una forma-sonata indicando le tre sezioni (esposizione, sviluppo e ripresa) forse perché eccessivamente preoccupato di confermare l’immagine di compositore classico già data con il Concerto in fa, ha realizzato con rara efficacia il programma nel quale sono descritte le impressioni maturate da un giovane yankee nelle sue passeggiate per le strade della capitale francese. Il poema sinfonico si apre con un tema gaio con il quale è ritratta la passeggiata del giovane americano per gli Champs-Elysées in una mattinata di sole, mentre gli echi dei clacson evocano il traffico della metropoli. Dopo esser sfuggito a malapena alle macchine, il giovane si rifugia in un Café, accolto dagli echi di una vecchia canzone affidata ai tromboni. Poco dopo, accompagnato, prima, da un tema affidato ai clarinetti e, poi, da una melodia del corno inglese, il giovane yankee giunge di fronte al Grand Palais per poi immergersi nelle stradine del Quartiere Latino. Qui una giovane prostituta, balbettando qualche parola in inglese, tenta un approccio in un seducente assolo del violino; il giovane, dopo qualche tentennamento, fugge, ma è preso, poi, da una forte nostalgia della sua patria che si esprime nel grandioso blues della sezione centrale (Tempo di blues). L’incontro improvviso con un suo compatriota riporta la serenità, contraddistinta da ritmi di charleston che ritornano anche nel grandioso e gaio Finale dove vengono ripresentati, insieme ai clacson delle automobili, tutti i temi già esposti in questa affascinante e divertente partitura.     

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 17'