Mazzamuto, Musorgskij, Čajkovskij & Rimskij-Korsakov

Salvatore Percacciolo, direttore

Giuseppe Mazzamuto, Sauro Turchi, Matthew Furfine, Massimo Grillo, percussioni

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Sabato
    06 Luglio 2019

    Ore

    21,00

    Durata

    60min.

    Prezzi

    5 - €

    Calendario

Nel concerto in Piazza del 6 luglio, è previsto un programma che accosterà al poema di Musorskij Una notte sul Montecalvo e a vari Capricci sinfonici ( Rimskij Korsakov, Čajkovskij) una Ouverture per 4 percussioni e orchestra in prima assoluta di Giuseppe Mazzamuto, compositore e percussionista dell’OSS.

  • Programma

  • Time Square per 4 percussioni e fiati (prima esecuzione assoluta)

    Vibrafonista e compositore palermitano e dal 1998 percussionista dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, Giuseppe Mazzamuto, che, in qualità di strumentista, può vantare prestigiose collaborazioni con direttori come Carlo Maria Giulini, Daniele Gatti e Giuseppe Sinopoli, ha una formazione musicale eterogenea e completa che spazia dalla grande tradizione classica al jazz. Da febbraio del 2018 è distribuito in svariati paesi del mondo il suo ultimo album dal titolo Melodyterranean, attualmente secondo disco Jazz più venduto dalla prestigiosa etichetta discografica Giapponese Da Vinci Jazz Publishing, che lo vede nella triplice veste di compositore, arrangiatore e band leader vibrafonista. Nella sua produzione ha sempre dato un grande rilievo alle percussioni, come è dimostrato dal Concerto for Vibraphone and Orchestra del 2008 e da questo suo ultimo lavoro che sarà eseguito dall'Orchestra Sinfonica Siciliana in prima assoluta in occasione della Stagione Estiva 2019. Come affermato dal compositore:

    "Il brano prende ispirazione da tipiche sonorità americane affini alla Marching Band seppur con un organico totalmente inedito. Oltre ai 4 percussionisti solisti, tra i quali figura un batterista, infatti, fanno parte dell’ensemble orchestrale di soli fiati: 1 ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 1 corno inglese, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni e 1 basso tuba. Dal punto di vista formale è in un tempo unico, composto da 5 quadri musicali, presentandosi come un viaggio immaginario che porta i quattro percussionisti solisti attraverso i 5 distretti di New York: il Queens, Staten Island, il Bronx, Brooklyn sino ad arrivare al centro di Manhattan, dove si trova Time Square che dà il titolo alla composizione".

    Durata: 8'

    Modest Musorgskij
    Karevo 1839 - San Pietroburgo 1881

    Una notte sul monte Calvo, quadro sinfonico

    Il quadro sinfonico, Una notte sul monte Calvo, come, del resto, accadde per altre opere di Musorgskij, fu il risultato di un’elaborazione molto travagliata alla quale ha partecipato, come in altri casi, il raffinato gusto di Rimskij-Korsakov nella scelta dei timbri orchestrali. Il progetto iniziale di questo quadro sinfonico era molto diverso dalla forma che ci è dato ascoltare, in quanto, nel biennio 1860-1862, Musorgskij aveva pensato di scrivere alcune opere liriche tra cui una ispirata ad Una notte di San Giovanni di Gogol’; il compositore abbandonò il progetto iniziale, ma soltanto dopo aver scritto alcuni brani che, nel 1867, rielaborò, ricavandone un poema sinfonico e tre movimenti di una sinfonia; cinque anni dopo lo riprese aggiungendo un coro, per la composizione di un’opera collettiva, Mlada, alla cui stesura avrebbero dovuto contribuire anche Rimskij-Korsakov, Borodin e Cui. Tuttavia questa collaborazione non si ebbe e Musorgskij decise di ricavare dal materiale tematico già composto una fantasia per pianoforte e orchestra intitolata La notte di San Giovanni e di apporvi un programma letterario. Questo lavoro non trovò la sua forma definitiva per mano di Musorgskij che lo utilizzò, dopo averlo sottoposto ad una nuova rielaborazione, come intermezzo nell’opera rimasta incompiuta La fiera di Soročincy. Soltanto quattro anni dopo la morte del compositore, Rimskij-Korsakov ne riprese il vecchio progetto e ricavò dal materiale musicale un poema sinfonico che intitolò Una notte sul monte Calvo. In questa versione, che è anche la più nota, venne eseguito per la prima volta il 27 ottobre 1886. Al poema sinfonico Rimskij-Korsakov appose un preciso programma letterario che recita:

     

    “Baccano sotterraneo di voci ultraterrene – Apparizione degli spiriti dell’oscurità, seguiti dal dio negro Chernobog – Sua glorificazione e messa nera – Orgia delle streghe, interrotta dal suono in lontananza della campana di una piccola chiesa – Gli spiriti del male si disperdono – Spunta l’alba”.

     

    Su un veloce, quanto misterioso tremolo degli archi, il fagotto e i tromboni sembrano fare uscire dalle viscere della terra le voci inquietanti di esseri soprannaturali. Il clima da tregenda, annunciato nell’esposizione del primo tema, si colora di tinte ancor più fosche ed inquietanti quando l’oboe ed il fagotto, a distanza di ottava, intonano il secondo tema che rappresenta perfettamente l’apparizione degli spiriti dell’oscurità. Infine, nella coda dell’esposizione, annunciato dalla solenne e al tempo stesso ironica fanfara degli ottoni, fa il suo ingresso il dio negro Chernobog. Tutto è pronto per la messa nera e per la ridda infernale che trovano la loro puntuale collocazione nello sviluppo, dove si dà corso anche alla tremenda trasfigurazione di Satana. Quando il sabba raggiunge il suo punto culminante, la “festa” viene improvvisamente interrotta da 6 rintocchi di una campana della chiesa di un vicino villaggio. Come per incanto la ridda infernale si dissolve e gli spiritelli sono costretti al allontanarsi non senza qualche lagnanza resa efficacemente dal motivo degli archi. La celestiale arpa, prima, e il clarinetto con il suo dolce tema, dopo, annunciano che è sorto un nuovo giorno nel quale non c’è posto per gli spiriti delle tenebre. L’impercettibile pianissimo con cui si conclude il brano preannuncia, infine, il nuovo clima sereno.

     

    Durata: 12'

    Pëtr Il'ič Čajkovskij
    Votkinsk, 1840 - San Pietroburgo, 1893

    Capriccio italiano per orchestra op. 45

    Andante un poco rubato, Pochissimo più mosso, Allegro moderato 

     

    “Se ripenso all’anno appena trascorso devo intonare un inno di ringraziamento al destino per la quantità di giornate felici passate in Russia e all’estero. Posso dire che durante l’anno ho goduto di una serenità senza ombre e sono stato felice per quanto è possibile esserlo. Naturalmente ci sono stati momenti difficili, ma sono stati solo momenti… Per la prima volta nella mia vita ho trascorso un intero anno di libertà”.

     

    Così Čajkovskij scrisse all’inizio del 1880, un anno che si apriva sotto i migliori auspici per il compositore russo che sembrava ispirato. Il 16 gennaio Čajkovskij scrisse, infatti, a Taneev: Voglio scrivere una suite italiana su melodie popolari. È questo il primo accenno alla composizione del Capriccio italiano, che Čajkovskij incominciò a scrivere proprio in quei giorni come confermato da un’altra lettera del 28 gennaio indirizzata alla sua protettrice, la contessa Nadežda Von Meck:

     

    “Ho cominciato a fare degli schizzi per una Fantasia Italiana su temi popolari. Voglio scrivere qualcosa secondo il modello della Fantasia spagnola di Glinka”.

     

    La Fantasia, ribattezzata Capriccio in una lettera indirizzata al suo editore Pëtr Jurgenson il 28 maggio e completata il giorno prima, fu eseguita per la prima volta il 18 dicembre 1880 a Mosca sotto la direzione di Nikolaj Rubinštein.

    Aperto da una fanfara (Andante un poco rubato) che ricorda un motivo suonato dai soldati della cavalleria, che Čajkovskij aveva ascoltato durante il suo soggiorno a Napoli, il Capriccio italiano prosegue la presentazione di temi popolari: una melodia dall’andamento di siciliana esposta dagli archi; un tema di stornello (Pochissimo più mosso), intonato dagli oboi; un altro tema di canzone napoletana (Allegro moderato), affidato ai tre flauti, e, infine, dopo una ripresa del tema iniziale con la travolgente tarantella

    Durata: 15'

    Nikolaj Rimskij-Korsakov
    Tichvin 1844 - Ljubensk 1908

    Capriccio spagnolo per orchestra op. 34

    Alborada (Vivo e strepitoso)

    Variazioni (Andante con moto)

    Alborada (Vivo e strepitoso)

    Scena e canto gitano (Allegro)

    Fandango asturiano

     

     

    “Durante l’estate [del 1887] lavoravo assiduamente all’orchestrazione del Principe Igor [di Borodin]. Verso la metà dell’estate questo lavoro fu interrotto: scrissi il Capriccio spagnolo dagli abbozzi della mia progettata virtuosistica fantasia per violino su temi spagnoli. Secondo i miei piani il Capriccio doveva brillare grazie all’abbagliante colore orchestrale”.

     

    Così lo stesso Rimskij-Korsakov ricordò le genesi di questa sua composizione, concepita come rielaborazione di una precedente fantasia per violino e orchestra su temi spagnoli della quale restano delle tracce in alcuni episodi solistici affidati al violino. Attraverso l’introduzione di temi tratti dalla musica popolare spagnola, che all’epoca della composizione era poco conosciuta in Russia, Rimskij-Korsakov compose un quadro caldo e sensuale che evoca in modo estremamente efficace le caratteristiche della musica iberica. Nel primo movimento, Alborada, nome con il quale si identifica una danza festosa della tradizione asturiana, l’orchestra si presenta subito con un tema impetuoso al quale ne segue uno secondario intonato dai legni, mentre la cadenza conclusiva è affidata al violino solista. Il secondo movimento, Variazioni, è costituito da un tema affidato al corno che viene variato in modo tale da far emergere il colore di ogni singola sezione dell’orchestra dal momento che la prima è assegnata agli archi, la seconda al corno e al corno inglese che dialogano tra di loro, la terza all’intera orchestra, la quarta a due corni e a due violoncelli e, infine, la quinta ancora all’orchestra. La seconda Alborada è una ripresa con un’orchestrazione e tonalità differenti della prima, mentre la Scena e canto gitano è costituita da una serie di ben cinque cadenze nelle quali si esercita il virtuosismo orchestrale di Rimskij-Korsakov per la capacità di esaltare singole sezioni orchestrali, la fanfara di corni e trombe protagonista della prima, o strumenti solisti come il violino solista, ripreso dal clarinetto e dal flauto nella seconda. L’ultimo movimento è un Fandango, caratterizzato da due temi il primo dei quali è esposto dai tromboni e il secondo dagli strumentini e concluso da una nuova versione dell’Alborada iniziale.

     

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 15'

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