Mozart
Pianoforte e quartetto fiati OSS
Complesso strumentale fiati OSS
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Luogo
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Palazzo Riso
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Giovedì 18 Luglio 2019
Ore
21,00
Durata
60min.
Prezzi
10 - €
A Palazzo Riso un concerto di musiche da camera di Mozart, nate proprio per intrattenimento all’aperto e interpretate dagli strumenti a fiato e dal pianista della Fondazione: oboi clarinetti fagotti e corni per la Serenata KV 375, pianoforte e quartetto di fiati per il Quintetto KV 452, sommo capolavoro.
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Programma
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Wolfgang Amadeus Mozart
Salisburgo 1756 – Vienna 1791Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore KV 452
Largo - Allegro moderato (mi bemolle maggiore)
Larghetto (si bemolle maggiore)
Rondò. Allegretto (mi bemolle maggiore)
Pianista Riccardo Scilipoti
Oboe Gabriele Palmeri
Clarinetto Angelo Cino
Fagotto Laura Costa
Corno Luciano L'Abbate
"La cosa migliore che abbia mai scritto finora in vita mia [...] Mi sarebbe piaciuto farlo ascoltare anche a lei; e che splendida esecuzione! A dire il vero, alla fine ero stanco dal gran suonare - e non è poco onore per me che i miei ascoltatori non si stancassero mai".
Così lo stesso Mozart, in una lettera indirizzata al padre, ricordò la prima esecuzione, avvenuta al Burgtheater di Vienna il 1° aprile 1784, del suo Quintetto per pianoforte e fiati in mi bemolle maggiore, K 452 che aveva composto nel mese di marzo 1784, un anno per lui particolarmente felice dal momento che nei soli primi tre mesi si era esibito in una ventina di serate pubbliche e private eseguendo sue composizioni tra cui sei dei suoi Concerti per pianoforte e orchestra (K. 449, K. 450, K. 451, K. 453, K. 456, K. 459) che godettero di un'immediata popolarità. Dal punto di vista compositivo la sua attività non conobbe sosta e si rivolse anche alla musica da camera di cui un esempio è questo Quintetto il cui organico, formato da un oboe, da un clarinetto, da un fagotto oltre che dal pianoforte, in un certo qual modo si prestava ad essere considerato quasi come una riduzione a un complesso cameristico di un lavoro per pianoforte e orchestra.
Dal punto di vista musicale questa composizione, che avrebbe dovuto venire incontro alla domanda di Hausmusik (musica domestica) praticata negli alti strati della società, in realtà supera i limiti imposti da questo genere soprattutto a livello tecnico in quanto si avvale di una scrittura che poco si addice ad esecutori dilettanti. Il primo movimento, che si apre con un Largo introduttivo particolarmente solenne in cui il pianoforte comincia a dialogare con gli strumenti, si snoda in un Allegro in forma-sonata nel quale al nobile primo tema risponde il secondo ben distribuito tra il pianoforte e i fiati. Di aurea e incantata dolcezza è il secondo movimento, Larghetto, che si apre con un tema di carattere pastorale, affidato al fagotto, al corno e all'oboe, al quale risponde una seconda idea tematica esposta dal pianoforte, dal clarinetto e dall'oboe. A questa pagina che si contraddistingue per una straordinaria varietà di episodi e per una scrittura armonica ardita con la modulazione alla lontana tonalità di mi minore, segue l'elegante Rondò finale, il cui tema iniziale è esposto dal pianoforte e che annovera una cadenza in tempo a cui partecipano tutti gli strumenti in una scrittura di perfetto equilibrio.
Durata: 25'
Wolfgang Amadeus Mozart
Salisburgo 1756 – Vienna 1791Serenata per fiati n.11 in mi bemolle maggiore KV 375
Allegro maestoso
Menuetto I e trio
Adagio
Menuetto II e trio
Allegro
Oboi Stefano Lucentini, Stefania Tedesco
Clarinetti Angelo Cino, Gregorio Bragioli
Fagotti Laura Costa, Giuseppe Barberi
Corni Luciano L'Abbate, Antonino Bascì
Forma musicale non molto diversa dalla cassazione o dal divertimento, la serenata, composta per organici strumentali diversamente assortiti che potevano contemplare la presenza di soli fiati come in questo caso, designò una composizione gioviale destinata a feste o ricorrenze particolari. Mozart, che ha lasciato capolavori in ogni genere, curò queste forme musicali rinnovandole, come si può vedere in questo lavoro composto nel mese di ottobre del 1781 originariamente per sei fiati (due clarinetti, due corni e due fagotti) e per un'occasione privata, probabilmente con lo scopo indiretto di fare conoscere la sua musica al camerlengo imperiale Strack, persona molto influente. Mozart, non si sa bene per quale occasione, rielaborò questa Serenata per ottetto con l'aggiunta di due oboi nel mese di luglio del 1782 proprio nello stesso periodo in cui stava componendo la Serenata K. 388 che, per la sua struttura in quattro movimenti e per l'adozione della tonalità minore, si configura quasi come una sinfonia per strumenti a fiato. Innovativa è anche questa Serenata K. 375, nella quale appare ridimensionato il carattere estroverso del genere a favore di una scrittura che anticipa elementi del romanticismo. Già nel primo movimento, Allegro maestoso, si può notare una mescolanza di elementi tradizionali, come il primo tema caratterizzato da ritmi puntati, e di altri già preromantici come il languido secondo tema o lo sviluppo particolarmente vario. Le stesse caratteristiche si riscontrano nel primo dei due Minuetti, due pagine che nell'autografo appaiono allegate inducendo a ipotizzare il fatto che inizialmente non siano stati scritti per questa serenata. Al tema quasi haydniano del primo Minuetto si contrappone quello del Trio, già preromantico per l'adozione della tonalità minore e per l'uso di espressivi sforzati. Un lirismo intenso, che si esprime attraverso una melodia ampia, contraddistingue il terzo movimento, Adagio, mentre il secondo Minuetto appare più rustico che elegante. Pienamente nel genere della Serenata è, infine, il Finale, formalmente un Rondò-Sonata di carattere brioso e gioviale.
Riccardo Viagrande
Durata: 25'