Viva l'operetta!

Massimiliano Stefanelli, direttore

Francesca Manzo, soprano

Marco Ciaponi, tenore

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo - Palermo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    08 Agosto 2025

    Ore

    21,00

    Durata

    90min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Franz von Suppé
    Spalato 1819 - Vienna 1895

    Ouverture da "Cavalleria leggera"

    Maestoso, Allegro, Andantino con moto, Tempo I (Allegretto brillante)

    Carlo Lombardo
    Napoli 1869 - Milano 1959 Virgilio Ranzato
    Venezia 1862 - Como 1937

    Luna tu, non sai dirmi cos’è / Quando il giorno muor / Balla la java da "Il paese dei campanelli"

    Mauro Pasquale Costa
    Taranto 1858 - Montecarlo 1933

    Salomè, una rondine non fa primavera / Napoletana da "Scugnizza"

    Carlo Lombardo
    Napoli 1869 - Milano 1959 Virgilio Ranzato
    Venezia 1862 - Como 1937

    O bambolina mia perché / O, Cin-Ci-La da "Cin-Ci-La"

    Ruggero Leoncavallo
    Napoli 1857 - Montecatini Terme 1919

    Serenata agli avi / Valzer delle rose da "La reginetta delle rose"

    Pietro Mascagni
    Livorno 1863 - Roma 1945

    Si piange da "Sì"

    Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    O fanciulla all’imbrunir da "Frasquita"

    Pietro Mascagni
    Livorno 1863 - Roma 1945

    Lettere da "Sì"

    Carlo Lombardo
    Napoli 1869 - Milano 1959 Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    È notte t'invita l'apache da "La danza delle libellule"

    Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    Ouverture / Sempre sorrider e lieti apparir / Tu che mi ha preso il cuor da "Il paese del sorriso"

    Carlo Lombardo (pseudonimo Léon Bard)
    Napoli 1869 - Milano 1959

    Frou Frou del Tabarin da "La duchessa del Bal Tabarin"

     

    Franz von Suppé, nato a Spalato, in Iugoslavia, il 18 aprile 1819 da padre italiano, ma di origine belga, e da madre viennese di origine ceco-polacca, ebbe il merito di aver tentato, per primo, la creazione dì un'operetta viennese, caratterizzata, a differenza di quella francese, dal sentimento, dalla passione e, soprattutto, dalla nostalgia del tempo antico, dello splendido periodo del Congresso e delle grandiose feste dove dominava, appunto, il valzer che non a caso sta alla base della gran parte delle operette austriache. Die leichte Cavallerie (La cavalleria leggera), rappresentata, per la prima volta, al Carltheater di Vienna il 24 marzo 1866, è una delle operette più importanti di Suppé, nella quale è ridicolizzata la vita militare dell’Impero. L’ouverture si apre con una maestosa e, al tempo stesso, ironica fanfara con le due trombe che intonano un motivo pieno di accenti militareschi. La deformazione ironica, che investe questa rappresentazione della vita militare, è immediatamente evidente in questa ouverture dove motivi di danze e briosi temi degli archi si mescolano ai magniloquenti interventi degli ottoni e dei legni.

    L’operetta italiana, senza alcun dubbio, deve il suo massimo splendore a Carlo Lombardo, che contribuì alla sua affermazione scrivendo un gran numero di libretti per altri compositori, mettendone in musica alcuni lui stesso o adattando le musiche di altri compositori a libretti. Devono a lui il successo molti artisti tra cui Nella Regini, Ines Lidelba e, soprattutto, il compositore Virgilio Ranzato per il quale scrisse molti libretti, tra cui Il paese dei Campanelli e Cin-cin-là. Ranzato, dopo essersi diplomato al Conservatorio di Milano in violino e composizione e aver lavorato come primo violino con Toscanini, rinunciò alla carriera concertistica per dedicarsi all’operetta quando, con l’inizio della collaborazione con Carlo Lombardo, cominciò ad assaporare i primi successi. Ottenne, infatti, il primo grande successo con Il paese dei Campanelli, operetta rappresentata per la prima volta il 23 novembre 1923 al Teatro Lirico di Milano, le cui melodie divennero subito popolari, tanto che dopo pochi giorni per le strade venivano fischiettate.  Il titolo si riferisce a una fantastica isola dell’Olanda, dove vi è una località denominata Paese dei Campanelli, perché sull’uscio di ogni casa c’è un campanello che, secondo la leggenda, suona se una moglie tradisce il marito o viceversa. Tra le pagine più famose sicuramente vanno ricordati Quando il giorno muor, Balla la java e il fox della luna, Luna tu, non sai dirmi cos’è, la cui musica sembra sia stata scritta dallo stesso Lombardo e non da Ranzato.

    Allievo di Paolo Serrao, Costantino Palumbo e Giuseppe Martucci presso il Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli, Mario Costa fu autore di canzoni su testi di Salvatore Di Giacomo. Visse una vita da nomade, ma costellata di successi, tra i quali va ricordato quello occorso alla prima rappresentazione, avvenuta al teatro Alfieri di Torino il 16 dicembre 1922, dell’operetta Scugnizza, composta su libretto di Carlo Lombardo, che fu autore anche della strumentazione. Protagonista è la scugnizza Salomè che, dopo varie peripezie, sposa Totò, un altro scugnizzo di cui si era innamorata. La musica presenta brani di notevole rilievo, come la bella canzone Napoletana, come canti tu, e il duetto comico Salomè una rondine non fa primavera.

    Al binomio Lombardo-Ranzato si deve l’operetta Cin-Ci-La, rappresentata il 18 dicembre 1925 al teatro Dal Verme di Milano con un grande successo testimoniato dal fatto che quasi tutti i brani furono applauditi e molti bissati. Protagonista è Cin-Ci-La, un’attrice che deve istruire nell’arte di amare il principe Ciclamino, il quale ha appena sposato la principessa Myosotis. Quest’ultima, invece, sarà istruita da Petit-Gris, amante di Cin-Ci-Là. Tra le pagine più famose ricordiamo il duetto comico O, Cin-Ci-La, mordi, rosicchia, divora e l’aria d’entrata di Myosotis, O bambolina mia perché.

    Famoso per l’opera, I Pagliacci, con la quale conseguì un notevole successo, Ruggero Leoncavallo si cimentò anche nel genere dell’operetta con due lavori, Malbruck e La reginetta delle rose che fu rappresentata per la prima volta in contemporanea al teatro Costanzi di Roma, con la direzione di Costantino Lombardo, e al teatro Giacosa di Napoli il 24 giugno 1912. Celebre è il valzer delle rose, ballato da Lillian, la fioraia di cui si innamora Max e che, alla fine, riesce a sposare e la romanza di Max Serenata agli Avi.

    Operetta in tre atti, il cui testo fu ricavato da Carlo Lombardo da un altro suo lavoro, La duchessa del Bal Tabarin, a sua volta rielaborazione di Majestät Mimi, che Felix Dörman aveva scritto per le musiche di Bruno Granichstädten, l’operetta di Pietro Mascagni fu rappresentata il 13 dicembre 1919 al teatro Quirino di Roma. La protagonista è Sì, una brillante soubrette delle Folies Bergères di Parigi, così soprannominata perché non rifiuta mai nulla a nessuno. Tratto dal secondo atto, Sì piange, è un valzer triste di intenso lirismo.

    Composta da Franz Lehár su libretto di Alfred Maria Willner e di Heinz Reichert nel 1922 e rappresentata per la prima volta il 12 maggio dello stesso anno al Theater an der Wien di Vienna, Frasquita ebbe un notevole successo non solo in Austria, ma anche in Francia, dove il suo autore fu insignito della Legion d’onore. In quest’operetta, la cui protagonista è una zingara spagnola bella e appassionata, la Spagna è evocata musicalmente con ritmi di danze tipiche della nazione iberica come la jacara, la tirana e il fandango. Tra i brani più famosi si segnala O fanciulla all’imbrunir, una pagina di intenso e appassionato lirismo.

    Famoso soprattutto per La vedova allegra, Franz Lehár è sicuramente il più importante compositore di operette viennesi, tra le quali spicca Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso), la cui trama verte su un amore reso impossibile dalle differenti culture a cui appartengono i due protagonisti: l’europea Lisa, figlia del conte Lichtenfels, e il diplomatico cinese Sou-Chong, il quale, alla fine, la lascia libera, non prima di aver manifestato il suo amore nella celebre aria Dein ist mein gandes Herz (Tu che m’hai preso il cor), che è stata il cavallo di battaglia anche di grandi tenori.

    La danza delle libellule è nata dalla collaborazione tra Franz Lehár e Carlo Lombardo che, desideroso di aggiungere al catalogo della sua Casa editrice il nome di Lehár, si recò personalmente a casa sua per chiedergli della musica. Il compositore gli propose di rimaneggiare Der Sterngucker (L’astronomo), il cui libretto era stato scritto da Fritz Löhner e A. M. Willner e che, rappresentato nel 1916, era stato un fiasco. Lombardo, non molto soddisfatto, prese più musica che poté, tra cui il manoscritto Eine Kleine, Eine Kleine, che sarebbe diventato il famoso fox-trot delle gigolettes, È notte t’invita l’apache. Alla prima rappresentazione, avvenuta il 3 maggio 1922 al Teatro Lirico di Milano, la stampa non fu benevola sia verso il libretto che verso lo spartito, ma Lombardo ne fece un successo commerciale, dal momento che ancora oggi, soprattutto in Italia, essa è presente nei cartelloni dei teatri.

    Nata dalla rielaborazione di Majestät Mimi di Bruno Granichstaedten, realizzata da Léon Bard, pseudonimo di Carlo Lombardo, La duchessa del Bal tabarin fu rappresentata nel 1914 con discreto successo, soprattutto, per la musica tra cui primeggia il valzer di Frou-Frou, Frou-Frou del Tabarin.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 100'

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