Progetto Brahms & Mozart

Michele Spotti, direttore

Massimo Barrale e Vito Imperato, violini

  • Luogo

  • Orto Botanico

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Sabato
    14 Settembre 2019

    Ore

    18,30

    Durata

    75min.

    Prezzi

    10 - €

    Calendario

Prosegue all'Orto Botanico il progetto Brahms/Mozart con l'esecuzione del Concertone per due violini e orchestra KV 190 di Mozart e la Sinfonia n. 2 in re maggiore  op.73  di Brahms

  • Programma

  • Wolfgang Amadeus Mozart
    Salisburgo 1756 – Vienna 1791

    Concertone in do maggiore per due violini e orchestra, K1 190 (K6 186E)

    Allegro spiritoso

    Andantino grazioso

    Tempo di Minuetto. Vivace

     

    A prima vista risulta alquanto sorprendente la scelta di Mozart di dedicare solo questo Concertone e altri cinque concerti al violino, strumento da lui amatissimo. Un aneddoto, riportato dalle biografie mozartiane per esaltarne la precocità del genio, narra della facilità con cui Mozart, all’età di quattro o cinque anni, suonasse questo strumento. Durante una delle tante serate, in cui il padre Leopold si dilettava a suonare a casa sua insieme con il suo amico Andreas Schachtner, brillante trombettista della corte di Salisburgo, sembra che il piccolo Mozart abbia chiesto loro di accompagnarli al violino ricevendo un netto quanto brusco rifiuto. Essendosi allontanato in lacrime, Wolfgang fu richiamato dal padre a patto che non disturbasse. Il bambino non disturbò affatto, ma suonò così perfettamente la sua parte da suscitare la commozione di Leopold, che non riuscì a trattenere le lacrime di fronte alla geniale precocità del figlio, e la meraviglia di Schachtner, che esclamò: qui non c’è più bisogno di me. L’aneddoto, sebbene la sua autenticità sia stata messa in dubbio, adombra un fondo di verità, in quanto sta a dimostrare che Mozart amò effettivamente il violino di cui aveva una conoscenza perfetta; la formazione violinistica di Wolfgang era, infatti, di ottimo livello, in quanto agli insegnamenti del padre, che aveva scritto anche un trattato di esecuzione violinistica e aveva istruito il figlio in modo tale da farlo ben figurare come solista nei concerti di corte, si era aggiunta anche la conoscenza della grande tradizione violinistica e, in particolar modo, delle opere di Vivaldi e Corelli, con le quali il giovane compositore era venuto a contatto durante i suoi viaggi in Italia. Essendo stata cancellata nel manoscritto la data di composizione, proprio l'influenza italiana, adombrata nel titolo che, usato con una certa frequenza nella penisola, qui non solo sta ad indicare una forma ibrida in cui le contrapposizioni tra soli e tutti ricordano il barocco concerto grosso, ma si riferisce anche all'organico orchestrale particolarmente ricco per la presenza di due oboi, di due fagotti, di due corni, di due trombe e dei timpani, ha fatto ipotizzare che questo lavoro sia stato composto da Mozart il 3 maggio 1773, al ritorno a Salisburgo dall'ultimo suo viaggio in Italia.

    In forma-sonata, il primo movimento, Allegro spiritoso, si impone per il carattere elegante dei due temi esposti dopo una marziale introduzione di quattro battute e per una solida scrittura contrappuntistica con i due solisti che dialogano fra di loro e con l'oboe. Il secondo movimento Andantino grazioso si basa su due temi molti simili il primo dei quali si segnala per il contrasto ricco di pathos tra i forti e piani e il secondo per una dolce cantabilità, mentre il terzo movimento è un elegante a cadenzato minuetto, nel quale gli interventi solistici sono riservati al Trio dove ai due violini si aggiungono anche l'oboe e il primo violoncello.

    Durata: 28'

    Johannes Brahms
    Amburgo, 1833 - Vienna, 1897

    Sinfonia n. 2 in re maggiore op.73

    Allegro non troppo

    Adagio non troppo

    Allegretto grazioso (quasi andantino), Presto ma non assai, Tempo I, Presto ma non assai, Tempo I

    Allegro con spirito

     

    Contrariamente a quanto era avvenuto per la Prima sinfonia, completata dopo una ventennale gestazione caratterizzata da dubbi e ripensamenti tipici del carattere di Brahms, la Seconda fu composta in breve tempo, nell’estate del 1877, mentre il compositore era in vacanza a Pörtschach presso il lago di Worth in Carinzia; essa fu ultimata in autunno a Lichtental presso Baden-Baden dove ogni anno egli andava a trovare l’amica Clara Schumann la quale, dopo aver ascoltato il primo tempo di questo nuovo lavoro, scrisse nel suo diario: «Johannes è venuto questa sera a casa mia a farmi ascoltare il primo tempo della sua nuova opera. […] Avrà maggior successo con questa Sinfonia che con la Prima: ha un tono amabile e al tempo stesso genialmente elaborato». Pareri contrastanti suscitarono le diverse esecuzioni della sinfonia; alla prima, avvenuta a Vienna il 30 dicembre 1877 sotto la direzione di Hans Richter, l’accoglienza del pubblico e della critica fu superiore a quella attribuita alla Prima. I Viennesi, incantati dalla genuinità e dalla freschezza di questo lavoro, lo chiamarono viennese ritenendolo ispirato dal fascino della città. Secondo alcuni critici viennesi la Seconda Sinfonia era piaciuta perché Brahms aveva evitato di entrare in gara con Beethoven. La mancanza dell’influenza beethoveniana, tuttavia, causò la bocciatura della sinfonia alcuni giorni dopo quando il 10 gennaio 1878 fu eseguita al Gewandhaus di Lipsia. L’insuccesso suscitò una certa amarezza nel compositore che confidò all’editore Simrock: «Mi ha colto di sorpresa il fiasco di Lipsia ma penso che la colpa non sia del lavoro. Se crede, cambierò il primo tempo. Mi dica lei se dovrà essere in maggiore o in minore». In realtà Brahms non modificò niente e per tutto il 1878 la sinfonia, diretta da vari maestri, passò di successo in successo sia in Olanda sia in alcune città della Germania tra cui Düsseldorf  dove fu eseguita in occasione del Festival del Reno tenutosi tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno di quell’anno. In quell’occasione sul giornale locale si lesse:

     

    “L’esecuzione della Seconda Sinfonia di Brahms, diretta da Joachim è stata una festa di quelle che si vedono raramente. Il pubblico ha dimostrato il suo entusiasmo dopo ogni movimento ed ha preteso che il terzo fosse bissato”.

     

    Sembra che Brahms avesse profetizzato questo trionfo quando aveva affermato: questo Allegretto ha il bis in tasca. In questa Sinfonia, insieme all’influenza del valzer viennese, si afferma una cantabilità di ascendenza liederistica particolarmente evidente nel primo movimento, Allegro, dove la dialettica drammatica, tipica del bitematismo della forma-sonata, è sostituita da un’atmosfera di grande lirismo. Già il primo tema si snoda con una grande intensità lirica che sembra trarre origine da un romanticismo meridionale; quest’atmosfera è confermata dal secondo tema, esposto dalle viole e dai violoncelli, di carattere cantabile e trasognato. Tutto il movimento è, in realtà, dominato da una certa cantabilità che si afferma anche nello sviluppo dove l’orchestra. raramente utilizzata a pieno organico, cede il posto agli strumentini che danno vita a delicate e piacevoli danze. Il carattere cantabile domina anche il secondo movimento, Adagio ma non troppo, diviso in cinque sezioni basate sulla tecnica della variazione. Molto bello è il primo tema strutturato con la sovrapposizione contrappuntistica di due linee melodiche per moto contrario. Nel terzo movimento, Allegretto grazioso, che, dal punto di vista formale, ricorda allo stesso tempo uno Scherzo con due trii o un Rondò, si afferma un carattere danzante soprattutto nel tema iniziale esposto dagli strumentini; due episodi, più vivi e pulsanti dal punto di vista ritmico, in andamento Presto non assai, precedono il ritorno di questa danza serena. Estremamente sereno e pieno di fiducia e di ottimismo, al punto da fare affermare a Clara Schumann che sembrava scritto per due giovani sposi, è, infine, il quarto movimento, Allegro con spirito che presenta una struttura formale insolita, in quanto l’esposizione bitematica riconduce alla forma-sonata, mentre lo sviluppo tradizionale è sostituito da un breve episodio di carattere lirico. La ripresa presenta, infine, un carattere conciso di ascendenza mozartiana, come, del resto, la coda dove risalta un’esplosione della fanfara sulle note del secondo tema. 

    Riccardo Viagrande

     

    Durata: 43'

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