Concerto di Capodanno

Gábor Takács-Nagy, direttore

Polina Pasztircsak, soprano

 

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    01 Gennaio 2019

    Ore

    18,00

    Durata

    90min.

    Prezzi

    15 - 70 €

    Calendario

Concerto di Capodanno

Direttore:

Gábor Takács-Nagy

Soprano:

Polina Pasztircsák

 

Il classico e popolare concerto del Primo gennaio al Politeama quest’anno sarà dedicato alla musica della belle époque di tradizione austro-ungarica, lungo il Danubio che unisce Vienna a Budapest. La partecipazione vocale del soprano ungherese arricchirà la sequenza di Valzer e Polke con arie d’operetta celebri, per un brindisi al Capodanno 2019 frizzante come lo champagne.

  • Programma

  • Johannes Brahms
    Amburgo, 1833 - Vienna, 1897

    Danza ungherese n.1 in Sol minore

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899

    Bauern-Polka Op. 276

    Robert Stolz
    Graz, 1880 - Berlino, 1975

    Du sollst der Kaiser meiner Seele sein dall’Operetta “Der Favorit”

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899 Josef Strauss
    Vienna, 1827 - Vienna, 1870

    Pizzicato Polka

    Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    Ich danke für die Huldigung, dall'operetta "Il Paese del sorriso"

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899

    Unter Donner und Blitz, Polka veloce Op.324

    Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    Meine Lippen sie küssen so heiss, dalla commedia musicale “Giuditta”

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899

    Der Fledermaus, Ouverture

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899

    E’lien a Magyar!, Polka veloce Op.33

    Richard Heuberger
    Graz, 1850 - Vienna, 1914

    Geh’n wir in’s chambre séparée , dall’operetta “Der Opernball”

    Johann Strauss (figlio)
    Neubau, 1825 - Vienna, 1899

    Sul bel Danubio Blu, Valzer Op.314

    Franz Lehár
    Komárom, 1870 - Bad Ischl, 1948

    Vilja Lied, dall’operetta “La vedova Allegra”

    Johann Strauss (padre)
    Vienna, 1804 - Vienna, 1849

    Radetzky-Marsch Op.228

     

    Composte originariamente per pianoforte a quattro mani e distribuite in quattro quaderni dei quali i primi due furono pubblicati nel 1869 e il terzo e il quarto nel 1880, le Danze ungheresi sono complessivamente 21 composizioni il cui materiale melodico è tratto dalla tradizione tzigana alla quale Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897) cominciò ad interessarsi sin dal 1852. Nonostante fossero delle rielaborazioni di melodie tratte dalla suddetta tradizione alle quali il compositore non diede troppa importanza, le Danze ungheresi ottennero un immediato successo tale da indurre Brahms ad orchestrare la prima, la terza e la decima che furono eseguite per la prima volta nel febbraio del 1874 al Gewandhaus di Lipsia. Le altre furono orchestrate, in seguito, da altri musicisti e, in particolar modo, da Albert Parlow tra il 1876 e il 1881 e da Dvořák nel 1881. Dalla struttura tripartita secondo lo schema A-B-A1, la Prima Danza Ungherese si segnala per il tema intriso di appassionato lirismo della sezione iniziale.  

    Eseguita, per la prima volta, a Pavlovsk il 29 agosto 1863, la Bauern-polka (Polka de contadino) ottenne un successo tale da meravigliare lo stesso Johann Strauss jr. (Vienna 1825 – Vienna 1899) che scrisse al suo editore di Vienna: «La gente non riusciva a tenere fermi i propri piedi, e cantavano! Oggi l’ho già diretta per la terza volta e il pubblico continua a cantare dietro all’orchestra come se fossero dei musicisti...». In realtà a cantare il ritornello di questo elegante brano sono i membri dell’orchestra.

    Du sollst der Kaiser meiner Seele sein è la romanza più famosa dell’operetta Der Favorit, composta nel 1916 da Robert Stolz (Graz 1880 - Berlino 1975). Aperta da un bellissimo assolo del violino, la romanza si impone per un lirismo di carattere sognante.

    Composta nel 1870, Pizzicato Polka è uno dei brani più noti e più eseguiti di Johann Strauss e del fratello Joseph (Vienna 1827 – Vienna 1870), più giovane di due anni e convinto a seguire la carriera artistica proprio da Johann che in una lettera indirizzata al suo editore Fritz Simrock raccontò le circostanze di questa fraterna collaborazione: « Io avvisai mio fratello Josef, così che lui potesse assicurarsi di essere ingaggiato a San Pietroburgo (io vi lavorai per 10 anni e guadagnai molti soldi) e gli proposi di comporre una polka pizzicata. Lui non voleva farlo (era sempre indeciso) finalmente gli proposi di scrivere la polka insieme. Lui fu d’accordo e, neanche a dirlo, la polka provocò furore nel vero senso della parola». Presenza fissa nei concerti di Capodanno, questo brano, brillante e ironico, riscosse un immediato successo alla prima esecuzione avvenuta il 24 giugno 1869 a Pietroburgo dove fu replicato per ben nove volte.

    Considerato il re dell’operetta, Franz Lehár (Komárom 1870 – Bad Ischi 1948) ha regalato a questo genere pagine immortali come quelle contenute in Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso) che, in realtà, fu un rifacimento di un suo precedente lavoro, Die Gelbe Jacke (La giacca gialla), operetta andata incontro a un clamoroso fiasco alla prima rappresentazione avvenuta il 9 febbraio 1923 al Theater an der Wien. Certamente meno famoso di Tu che m’hai preso il cuor, Ich danke für die Huldigung (Ringrazio per l’omaggio), cantato da Lisa nell’introduzione del primo atto per ringraziare gli invitati intervenuti al ballo, si segnala per la bellezza e l’eleganza della sua melodia.

    Altra presenza fissa nei concerti di Capodanno, la brillante polka Tuoni e fulmini  (Unter Donner und Blitz),  composta nel 1868 da Johann Strauss, evoca, attraverso il rullo dei timpani e il fragore dei piatti, i tuoni e i fulmini del titolo.

    Ultimo lavoro di Franz Lehár, Giuditta non è un’operetta, ma una musikalische Komödie (Commedia musicale) composta su libretto di Paul Knepler e Fritz Löhner-Beda e rappresentata per la prima volta il 20 gennaio 1934 alla Staatsoper di Vienna. Cantata dalla protagonista Giuditta nella quarta scena, Meine Lippen, sie küssen so heiß è diventata, per la freschezza della sua melodia, uno dei cavalli di battaglia di soprani famosi.

    Rappresentata il 5 aprile 1874 con grande successo al Theater an-der Wien, Die Fledermaus (Il pipistrello) è l’operetta più famosa e importante di Johann Strauss figlio, il famoso re del valzer, che, prima di questo lavoro, si era dedicato con scarso successo al teatro. Alla prima rappresentazione furono unanimi i consensi tributati dal pubblico all’ouverture, un vero capolavoro, sommerso letteralmente di applausi non solo alla fine, ma anche durante l’esecuzione. In quest’ouverture, in una struttura musicale che solo in apparenza si richiama alla forma-sonata, appaiono tutti i motivi principali dell’operetta e soprattutto quello del terzetto dell’atto terzo che l’attraversa dall’inizio alla fine. Domina nella composizione il ritmo della danza e, in particolar modo, del valzer che raggiunge il suo punto culminante nella ripresa del travolgente tema della scena del ballo che conclude l’atto secondo.

    Composta per l’apertura del nuovo Redoutensaal (Ridotto) a Pest, ed ivi eseguita per la prima volta il 16 marzo 1869, Éljen a Magyar!  (Viva gli ungheresi!), che è un omaggio alla nazione ungherese, alla quale è dedicata, è ispirata alla Ràkòczi-Marsch, l'inno ungherese, che Berlioz aveva già utilizzato nella sua opera La dannazione di Faust.

    Compositore, direttore d’orchestra e insegnante austriaco, Richard Heuberger (Graz 1850 – Vienna 1914) ha conseguito una certa fama con alcune operette e in particolar modo con la prima, Der Opernball, in 3 atti, su libretto di Victor Léon e Heinrich von Waldberg, che riscosse un grande successo alla prima al Theater an der Wien, il 5 gennaio 1898. Il numero musicale più famoso è costituito proprio dal duetto Geh‘n wir in‘s Chambre séparée al ritmo del valzer viennese.

    Composto da Johann Strauss nel 1867 su commissione della  Wiener Männergesangverein, un’associazione corale di Vienna di cui era direttore Johann Herbeck, Sul bel Danubio blu, scritto su un testo di J. Weyl e F. Gernerth, ebbe una destinazione corale; l’opera, eseguita nella versione per coro e orchestra a Vienna nella Sala Diana il 13 febbraio 1867, ebbe un grande successo che, tuttavia, fu minore rispetto a quello tributatogli qualche mese dopo, dal pubblico dell’Esposizione Universale di Parigi che apprezzò la versione per sola orchestra diretta dallo stesso autore. Diventato un classico nei programmi del Concerto di Capodanno,  Sul bel Danubio blu si distingue per la freschezza e l’eleganza delle melodie che hanno ispirato coreografie altrettanto belle e raffinate.

    Rappresentata il 30 dicembre 1905 al Theater an-der-Wien, Die Lustige Witwe (La vedova allegra), composta su libretto di Victor Léon e Leo Stein, è certamente l’operetta più famosa di Lehár e maggiormente applaudita ancora oggi. Collocato nell'atto secondo nel bel mezzo della festa data dalla bella vedova Hanna Glawari nella sua casa, il Vilja Lied costituisce una delle pagine di più intenso lirismo della partitura.

    Un classico del concerto di capodanno è, infine, la Marcia di Radetzky di Johann Strauss padre, composta per celebrare la vittoria delle truppe austriache comandate da Radetzky sui piemontesi a Custoza il 6 agosto 1848.

    Riccardo Viagrande