CONCERTO DI CAPODANNO
Christian Arming, direttore
BIGLIETTI ESAURITI
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Luogo
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Politeama Garibaldi
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Lunedì 01 Gennaio 2024
Ore
18,00
Durata
110min.
Prezzi
50 - 30 €
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Programma
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Johann Strauss (figlio)
Neubau, 1825 - Vienna, 1899Die Fledermaus (Il pipistrello), Ouverture
Allegro vivace, Allegretto, Tempo I, Lento, Allegretto, Tempo di valse (Nicht zu schnell), Allegro, Danzante, Allegro moderato, Tempo ritenuto, Tempo di valse, Allegro moderato, più vivo
Durata: 8'
Wein, Weib und Gesang (Vino, donne e canto) op. 333
Introduzione (Andante quasi religioso, Allegro, Maestoso, Tempo di Valse), Walzer n. 1, Walzer n. 2, Walzer n. 3, Walzer n. 4, Coda
Durata: 11'
Rosen aus dem Süden (Rose del Sud), valzer op. 388
Introduzione (Andantino, Allegro moderato, Maestoso), Tempo di valse
Durata: 8'
Éljen a Magyar! (Viva gli ungheresi!), polka veloce op. 332
Durata: 5'
Wiener Blut (Sangue viennese), valzer op. 354
Durata: 8'
Richard Strauss
Monaco di Baviera, 1864 - Garmisch-Partenkirchen, 1949“Der Rosenkvalier” (Il cavaliere della rosa), Suite per orchestra op. 59
Con moto agitato (Preludio – Atto I)
Allegro molto (Presentation of the Silver Rose – Atto II)
Tempo di Valse, assai comodo da primo (Baron Och’s Waltz – Atto II)
Moderato molto sostenuto (“Ist ein Traum” – Atto III)
Schneller Waltzer. Molto con moto (reprise)
Durata: 27'
Johannes Brahms
Amburgo, 1833 - Vienna, 1897Danza ungherese n. 1
Durata: 4'
Danza ungherese n. 5
Durata: 3'
Johann Strauss (figlio)
Neubau, 1825 - Vienna, 1899Pizzicato Polka per orchestra d'archi op. 234
Allegro
Durata: 3'
Egyptischer Marsch (Marcia egizia) op. 335
Durata: 4'
Unter Donner und Blitz (Tuoni e fulmini), polka op. 324
Durata: 4'
Tritsch-Tratsch-Polka op. 214
Durata: 7'
Kaiser-Walzer (Valzer dell’Imperatore) op. 437
Durata: 12'
Rappresentata il 5 aprile 1874 con grande successo al Theater an-der Wien, Die Fledermaus (Il pipistrello) è l’operetta più famosa e importante di Johann Strauss figlio, il famoso re del valzer, che, prima di questo lavoro, si era dedicato con scarso successo al teatro. Il clamoroso insuccesso, al quale era andata incontro la prima rappresentazione dell’operetta Der Karneval in Rom (Il Carnevale a Roma) nel 1873, aveva scoraggiato Strauss al punto tale da indurlo a non scrivere più per il teatro, nonostante Offenbach dieci anni prima gli avesse preannunciato un grande successo anche in questo campo. Molto probabilmente fu l’alto livello qualitativo del libretto di Richard Genée a convincere Strauss che, attratto immediatamente dal testo, compose l’operetta in appena quarantatre giorni. Il libretto di Richard Genée trae le sue fonti dal vaudeville Le reveillon (Il veglione), scritto dalla coppia Meilhac ed Halévy e tradotto in tedesco da Karl Haffner su commissione del direttore del Carltheater, Steiner. Il vaudeville, nella sua versione tedesca, non fu mai rappresentato per vari motivi e il direttore Roderich Benedix chiese a Genée di ricavarne un libretto per Strauss. Genée, pur mantenendo buona parte della trama, rinnovò l’opera per aderire alla musica di Strauss e introdusse un nuovo personaggio, il dottore Falke. Alla prima rappresentazione furono unanimi i consensi tributati dal pubblico all’ouverture, un vero capolavoro, che fu letteralmente sommersa dagli applausi non solo alla fine, ma anche durante l’esecuzione. In quest’ouverture, in una struttura musicale che solo in apparenza si richiama alla forma-sonata, appaiono tutti i motivi principali dell’operetta e soprattutto quello del terzetto dell’atto terzo che l’attraversa dall’inizio alla fine. Domina nella composizione il ritmo del valzer che raggiunge il suo punto culminante nella ripresa del travolgente tema della scena del ballo che conclude l’atto secondo.
Dedicato all’amico Johann Ritter von Herbeck, direttore imperiale di Corte, Wein, Weib und Gesang (Vino, donne e canto) op. 333 fu eseguito per la prima volta nella forma di valzer corale, dalla Wiener-Verein Mannergesang (Associazione corale maschile di Vienna) durante la festa di carnevale (Narrenabend) che si tenne nella Dianabad-Saal di Vienna il 2 febbraio 1869. In quell’occasione, il brano, che avrebbe visto la sua prima esecuzione nella versione interamente orchestrale il 16 marzo 1869 presso la Redoutensaal, ottenne un grande successo testimoniato dalla recensione apparsa sul «Neues Wiener Tagblatt» il 4 febbraio 1869, nella quale si legge:
“Il valzer farà la sua strada e diventerà popolare così come il valzer An der schonen blauen Donau. L'introduzione è un piccolo capolavoro musicale... Il fatto che il valzer sia stato ripetuto così tante volte ne è una prova”.
In effetti l’introduzione è un vero capolavoro con la parte iniziale (Andante quasi religioso) di intenso e delicato lirismo che sfocia in un Allegro di carattere danzante a cui seguono una sezione magniloquente nell’orchestrazione (Maestoso) e un delicato movimento di valzer. All’introduzione seguono 4 raffinati ed eleganti valzer e la breve Coda.
Legato, dal punto di vista melodico, all’operetta Das Spitzentuch der Königin (Il fazzoletto di pizzo della regina) che fu rappresentata per la prima volta con notevole successo il 1° ottobre 1880 al Theater an der Wien, il valzer Rose del sud (Rosen aus dem Süden) riscosse un successo maggiore dell’operetta stessa alla prima esecuzione il 7 novembre 1880 al Musikverein sotto la direzione del fratello Eduard. Il valzer fu apprezzato soprattutto per il carattere poetico della sua musica ricca di un fascino tipicamente viennese presente già nell’introduzione. Pubblicato in due versioni diverse, delle quali la seconda è dedicata al re Umberto I nel più profondo rispetto, questo lavoro trae il suo materiale melodico precisamente da due arie dell’operetta, tra cui quella del re del primo atto Stets kommt mir wieder in den Sinn, il famoso ritornello che Strauss affermò di aver riscritto ben 12 volte, e dalla romanza del secondo atto Wo die Wilde erblht Rose.
Al 1869 risale la composizione della polca veloce Éljen a Magyar! (Viva gli ungheresi!) che costituisce un omaggio nei confronti del popolo ungherese. Dedicata alla nobile nazione ungherese, la polca fu composta da Johann, infatti, per il concerto di inaugurazione, il 16 marzo 1869, del nuovo Redoutensaal (Ridotto) di Pest dove i tre fratelli Strauss si erano recati prima di partire per una serie di concerti estivi che li avrebbe visti protagonisti dal 9 maggio al 10 ottobre nella cittadina russa di Pavlovsk. Il brillante brano, che alla prima esecuzione fu accolto in modo trionfale, si conclude con una coda che si ispira alla Ràkòczi-Marsch, una canzone patriottica molto popolare in Ungheria, già utilizzata da Berlioz nella sua opera La damnation de Faust.
Composto nel 1873, Wienerblut (Sangue viennese) si segnala per un elegante e malinconico tema, annunciato nell’introduzione ed esposto nel primo valzer, che divenne tanto famoso da essere inserito nell’omonima operetta che Strauss scrisse su richiesta dell’impresario Jauner per il Carltheater.
In una lettera indirizzata da Hugo von Hofmannsthal a Richard Strauss l’11 febbraio 1909, appena due settimane dopo la prima di Elektra, è contenuto il primo accenno al futuro Rosenkavalier (Cavaliere della rosa), opera che segnò un netto cambio di rotta dopo Salome ed Elektra. Completata nel settembre del 1910, l’opera andò in scena a Dresda il 26 gennaio 1911 sotto la direzione di Ernst von Schuch e con la regia di Max Reinhardt, ottenendo un successo eclatante coronato da ben cinquanta repliche. Questo enorme successo indusse altri compositori e lo stesso Strauss a ricavare dalle musiche di quest’opera diverse suites, l’ultima delle quali fu realizzata dallo stesso compositore probabilmente con l’aiuto di Arthur Rodzinsky. Eseguita per la prima volta a Vienna il 28 settembre 1946, la suite si compone di 5 brani dei quali il primo è costituito dal preludio, una pagina intensa nella quale appaiono i temi principali dell’opera, il secondo e il terzo da passi tratti dal secondo atto, mentre il quarto e il quinto corrispondono rispettivamente al bellissimo duetto Ist ein traum (È un sogno), cantato da Octavian e Sophie, e al duetto finale.
Composte originariamente per pianoforte a quattro mani e distribuite in quattro quaderni dei quali i primi due furono pubblicati nel 1869 e il terzo e il quarto nel 1880, le Danze ungheresi sono complessivamente 21 composizioni il cui materiale melodico è tratto dalla tradizione tzigana alla quale Johannes Brahms cominciò ad interessarsi sin dal 1852. Nonostante fossero delle rielaborazioni di melodie tratte dalla suddetta tradizione alle quali il compositore non diede troppa importanza, le Danze ungheresi ottennero un immediato successo tale da indurre Brahms ad orchestrare la prima, la terza e la decima che furono eseguite per la prima volta nel febbraio del 1874 al Gewandhaus di Lipsia. Le altre furono orchestrate, in seguito, da altri musicisti e, in particolar modo, da Albert Parlow tra il 1876 e il 1881 e da Dvořák nel 1881. Dalla struttura tripartita secondo lo schema A-B-A1, la Prima Danza Ungherese si segnala per il tema intriso di appassionato lirismo della sezione iniziale. Celeberrima è la Danza ungherese n. 5, che si ispira alla melodia Bartfai Emlé (Ricordo di Bartfai) di Kéler Béla.
Se Johann Strauss ottenne una grande fama per i suoi valzer, egli non trascurò nemmeno altri generi di danze, tra cui le polche. Tra quest’ultime una delle più note e più eseguite è la Pizzicato Polka, composta nel 1870 insieme con il fratello Joseph, più giovane di due anni, che fu convinto a seguire la carriera artistica proprio da Johann. Meno famoso rispetto al fratello maggiore, Joseph, tuttavia, godette di una fama discreta a Vienna dove le cronache lo descrivevano come il pallido e romantico Joseph. Pizzicato Polka è un brano leggero, gaio ed elegante eseguito interamente dagli archi in pizzicato.
Commissionata per l’apertura ufficiale del canale di Suez, Egyptischer-Marsch (Marcia egizia) op. 335, che fu eseguita per la prima volta a Pavlovsk in occasione di un concerto di beneficenza il 6 luglio del 1869, è un brevissimo brano nel quale a creare l’atmosfera esotica sono le sinuose melodie, nelle quali, però, non manca il raffinato gusto viennese del compositore nella scrittura brillante. Altrettanto brillante è la polka Tuoni e fulmini (Unter Donner und Blitz), che, composta nel 1868, evoca, attraverso il rullo dei timpani e il fragore dei piatti, i tuoni e i fulmini del titolo. Celeberrima è anche Tritsch-Tratsch Polka che, composta da Strauss nel 1858 di ritorno da una fortunata tournée in Russia dove il compositore si era esibito per la stagione concertistica estiva a Pavlovsk, è un brano spigliato e ironico il cui titolo si riferisce alla moda viennese del pettegolezzo o, come affermò lo stesso compositore, all’atto unico di Adolf Müller senior intitolato Der Tritsch-tratsch rappresentato, per la prima volta, nel 1833.
Composto nel 1889, il Kaiser-Walzer (Valzer dell’imperatore) originariamente era intitolato Mano nella mano con riferimento alla visita effettuata nel mese di agosto di quell’anno dall’imperatore Francesco Giuseppe, all’imperatore tedesco Guglielmo II per rafforzare i rapporti diplomatici tra i due stati. Sarebbe stato l’editore Frirtz Simrock a suggerire a Strauss di modificare il titolo del valzer in quello con il quale oggi è conosciuto. Eseguito, per la prima volta, a Berlino il 21 ottobre 1889, questo lavoro combina lo spirito prussiano, presente nella marcia iniziale, e quello viennese negli eleganti Valzer, preceduti da un delicato a solo del violoncello.
Riccardo Viagrande