Teatro Antico di Taormina - Serata finale Taormina Film Fest
Alvise Casellati, direttore
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Luogo
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Teatro Antico - Taormina
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Domenica 19 Luglio 2020
Ore
21,30
Durata
120min.
Prezzi
29 - €
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Programma
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Nino Rota
Milano, 1911 - Roma, 1979"Il Gattopardo", suite sinfonica
Titoli di testa (Allegro impetuoso)
N. 6 Viaggio a Donnafugata (Allegro impetuoso)
N. 19 Senza titolo (Sostenuto appasionato)
N. 11 Angelica e Tancredi (Andante)
N. 7 I sogni del Principe (Un poco mosso ma tranquillo e sognante -
con ansia - sentito - lo stesso tempo sereno e dolce)
N. 3 Partenza di Tancredi
N. 21 Amore e ambizione
N. 22 Quasi in porto
FinaleNoto soprattutto per le sue colonne sonore di film, Nino Rota si dedicò a tutti i generi musicali componendo circa 150 lavori con lo stesso impegno e con quelle straordinarie doti musicali che, alla precocissima età di 8 anni dopo un solo anno di studio di solfeggio, gli avevano consentito di riempire quaderni di musica componendo sinfonie e oratori. Alla manifestazione precoce del suo genio musicale contribuì certo il fatto che egli nacque in una famiglia di musicisti; la madre, eccellente pianista, era figlia di Giovanni Rinaldi, compositore ormai quasi del tutto sconosciuto, che, insieme ad altri musicisti, alla fine dell’Ottocento aveva cercato di contrastare l’egemonia del melodramma in Italia rivalutando la musica strumentale. Pur essendo stato allievo di Pizzetti e di Casella e nonostante la sua ammirazione per Stravinskij, che conobbe personalmente, Nino Rota fu una voce originale nel panorama musicale del Novecento; egli, convinto del fatto che la musica debba essere una forma di espressione immediata e ingenua, si tenne lontano dalle tecniche musicali novecentesche senza mai polemizzare con chi le propugnava e rimase fedele ad una concezione musicale ancora ottocentesca basata sul primato della melodia e su una struttura tonale semplice e aliena da complicati giri armonici. Questo suo ritorno alla musica dell’Ottocento costituisce l’aspetto artistico di un animo semplice e spontaneo, di cui è una testimonianza un aneddoto raccontato dal regista Sergej Bondarchuk che, ricordando la sua collaborazione con Rota per il film Waterloo, affermò:
“Quando ho visto la partitura della colonna sonora, mi sono subito voluto informare, come sempre, delle necessità tecniche del Maestro. Allora ho chiesto a Rota: «Quanti tromboni le servono?». E lui: «Tre sono più che sufficienti». «Appena tre?», gli ho ribattuto: «certi compositori me ne chiedono cento, centocinquanta...». E lui, di rimando: «Tre o cento... fa lo stesso»".
Questa semplicità e spontaneità si riscontrano anche in questi due lavori composti negli anni Sessanta, quando Nino Rota aveva raggiunto la sua piena maturità artistica.
Autentico capolavoro è la colonna sonora, composta nel 1961 per il film di Luchino Visconti, Il Gattopardo, nel quale il regista aveva previsto una lunga scena danzante di 45 minuti circa che costituisce il punto culminante dell’intera pellicola e per la quale Rota si avvalse di valzer inedito di Verdi. Diversa è invece l’origine della musica che accompagna altre parti della pellicola di Visconti, come ricordato dallo stesso compositore in una conversazione con Sergio Miceli:
«...Ho suonato un tema di una sinfonia che non avevo neanche mai scritta, ma che avevo fatto nel ’44- ’45… era un mio ricordo di gioventù… Una sinfonia, così, romantica… basti dire che non l’avevo neanche completata, tanto ero poco convinto, stilisticamente… Gli ho suonato questo tema e lui: “Questo è il tema del Gattopardo”».
In effetti i temi, più di uno, furono tratti da un lavoro giovanile di Rota, la Sinfonia sopra una canzone d’amore che, composta negli anni Quaranta e rimasta inedita fino a quel momento, sarebbe stata completata dal compositore milanese nel 1972 sull’onda del successo del Gattopardo. Dal terzo movimento, Andante sostenuto, infatti, sono tratti i motivi che costituiscono il lirico tema d’amore, mentre dal quarto movimento, Allegro impetuoso, sono tratti i temi caratterizzati in senso più ritmico. Dalla colonna sonora Nicola Scardicchio trasse la Suite Sinfonica, costituita da 9 brani compreso il Finale, che si apre con il brano Titoli di testa, una vera e propria ouverture con la presentazione dei temi principali a partire da quello iniziale, tragico e marziale, a cui segue quello del principe Fabrizio Salina, rappresentato nella sua solitudine grazie ad una successione di accordi affidati ai legni, agli ottoni e all’arpa. Infine nel brano appare il romantico e lirico tema d’amore, che allude al sentimento che lega Tancredi e Angelica e costituisce il materiale melodico dei brani Senza Titolo, Angelica e Tancredi, Partenza di Tancredi e Amore e ambizione. Il misterioso tema del principe è ripreso nei due brani più lunghi: I sogni del Principe e Viaggio a Donnafugata, formalmente uno scherzo estremamente vigoroso dal punto di vista ritmico. Nonostante la sua bellezza, I sogni del Principe, nel quale oltre al tema del Principe vengono ripresi quelli del viaggio e dell’amore, è stato espunto dalla pellicola nel montaggio definitivo del film.
Durata: 11'
Nino Rota
Milano, 1911 - Roma, 19798 ½
Tra i film di Fellini, per i quali Rota compose la colonna sonora, ricordiamo 8 ½ con Claudia Cardinale e Marcello Mastroianni, la cui musica vinse il Nastro d’argento. Felicità inventiva ed espressiva contraddistingue la partitura di 8 ½ , la cui marcia è diventata la bandiera della clownerie felliniana.
Durata: 6'
Ennio Morricone
Roma 1928 - Roma 2020Mission
Più volte candidato all'Oscar e vincitore del premio alla carriera nel 2007 e nel 2015 per la colonna sonora del film The Hateful Eight, Ennio Morricone, dal 1961, anno del suo debutto con le musiche per il Federale di Luciano Salce, ha commentato oltre 400 pellicole cinematografiche scrivendo una pagina importantissima del cinema non solo italiano ma internazionale grazie alla collaborazione con importanti registi tra i quali ricordiamo, per citare i più famosi, Sergio Leone, Gillo Pontecorvo, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Giuliano Montaldo, Lina Wertmüller, Giuseppe Tornatore, Brian De Palma, Roman Polanski, Warren Beatty, Adrian Lyne, Oliver Stone, Margarethe Von Trotta, Henry Verneuil, Pedro Almodovar, Roland Joffè. Le sue musiche, immediatamente apprezzate e diventate famose come i film che hanno commentato, si sono affermate grazie alle loro qualità musicali anche come brani autonomi costituendo un repertorio sinfonico indipendente. In questo concerto si farà un omaggio al grande compositore italiano, purtroppo scomparso di recente, con l'esecuzione della splendida colonna sonora per il film Mission del 1986 con la regia di Roland Joffé dove spicca la meravigliosa melodia, ormai diventata un classico, di Gabriel's oboe.
Durata: 8'
Antonín Dvořák
Nelahozeves 1841 - Praga 1904Sinfonia n. 9 (“dal Nuovo Mondo”) in mi minore op. 95 (B.178) (Sinfonia n. 5)
Adagio, Allegro molto
Largo
Scherzo: Molto vivace Trio
Allegro con fuoco
La sinfonia dal Nuovo mondo, quinta tra quelle date alle stampe, ma nona ed ultima in ordine di composizione, fu composta tra il 19 dicembre del 1892 e il 24 maggio del 1893 a New York durante il soggiorno americano di Dvořák su commissione della New York Philharmonic Orchestra che la eseguì, per la prima volta, con un notevole successo, il 16 dicembre 1893 alla Carnegie Hall sotto la direzione di Anton Seidl. Alla fine di ogni movimento, infatti, scrosci fragorosi di applausi costrinsero il compositore ad alzarsi e a fare un inchino per salutare il pubblico.
Certamente Dvořák non aveva immaginato di conseguire un così strepitoso successo quando, nel 1892, dopo vari tentennamenti, aveva deciso di accettare il prestigioso incarico di direttore offertogli dal New York National Conservatory of Music, in sostituzione del compositore finlandese Sibelius, con il quale non era stato possibile prendere contatto. Dvořák, di carattere schivo e poco propenso a lasciare la sua terra natia, si era deciso, perché pressato dalle insistenze di Mrs. Thurber, moglie di un ricchissimo commerciante newyorkese di generi coloniali, ad imbarcarsi il 15 settembre 1892 per l’America dove, appena giunto, pronunciò questo importante discorso:
“Io sono convinto che la musica futura di questa nazione debba basarsi su quelle che sono chiamate melodie Negre. Queste possono essere la base di una scuola di composizione seria e originale, da svilupparsi negli Stati Uniti. Questi graziosi e variati temi sono il prodotto del terreno. Sono le canzoni popolari dell’America e i vostri compositori devono rivolgersi ad esse”.
La tradizione americana, costituita dalla musica dei pellerossa e dei negri d’America, costituisce la base di questa composizione, non perché Dvořák abbia utilizzato dei temi tratti dal loro repertorio, ma perché, come ebbe modo di scrivere egli stesso in un articolo uscito sul «New York Herald» il 15 dicembre 1893, nel contesto dei temi originali aveva inserito i caratteri propri della musica indiana. Nel suddetto articolo egli, infatti, aveva scritto:
“Io non ho usato attualmente nessuna delle natie melodie americane. Io ho semplicemente scritto temi originali, incorporando le peculiarità della musica indiana, e, usando questi temi come soggetti, li ho sviluppati con tutte le risorse dei ritmi moderni, del contrappunto, e del colore orchestrale”.
Aperto da un Adagio introduttivo, il primo movimento Allegro molto, in forma-sonata, presenta immediatamente il primo tema, che, ispirato allo spiritual Swing Lo’Swett Chariot, ritorna anche nel corso della sinfonia fungendo da Leitmotiv e contribuendo a dare alla sinfonia stessa un’impostazione ciclica. Anche il secondo tema, presentato da oboi e flauti, è connotato in senso etnico.
Nel secondo movimento, Largo, la connotazione etnica è resa dalla struttura pentatonica del tema principale, tratto dal poema epico indiano Hiawatha del poeta americano Henry Wadsworth, dedicato al mitico fondatore della confederazione irochese.
Secondo quanto affermato dal compositore anche il terzo movimento, Scherzo, sarebbe ispirato a questo poema e, in particolar modo, ad una danza religiosa indiana, anche se alcuni musicologi hanno ritenuto di riscontrare nel tema principale alcuni tratti tipici della tradizione musicale mitteleuropea e, in particolar modo, del furiant, una impetuosa danza ceca.
Nell’ultimo movimento, Allegro con fuoco, in forma-sonata, dove, dopo una brevissima introduzione, esplode il tema più celebre dell’intera sinfonia, a cui si contrappone il secondo di carattere lirico, ritornano sia il Leitmotiv sia le idee tematiche principali del Largo e dello Scherzo nella sezione di sviluppo, aperta da un ritmo di Polka.
Riccardo Viagrande
Durata: 42'