Fabio Biondi: da Mozart a Mozart. Sul podio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, il celebre violinista-direttore
Pubblicato il 28 Novembre 2021
Comunicato stampa
ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA
62a Stagione Concertistica
Dicembre 2021 - Venerdì 3 ore 21.00, Sabato 4 ore 17.30
Fabio Biondi: da Mozart a Mozart
Sul podio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, il celebre violinista-direttore, che si farà interprete di un programma che dal Mozart lirico arriva a quello sinfonico incastonando uno dei più bei concerti di Schumann
Parlare di Fabio Biondi come musicista a tutto tondo, significa rendere omaggio, a giusta ragione, alla poliedricità e completezza della sua personalità artistica.
Dalla sua precoce e lunga passione per la musica antica, eseguita con strumenti e prassi esecutiva originali e portata ai massimi livelli con Europa Galante - ensemble da lui fondato nel 1990 - il palermitano Fabio Biondi da molti anni nutre altre anime. Infatti la sua onnivora ricerca stilistica lo ha portato alla direzione, sempre imbracciando anche il violino, delle massime e grandi compagini orchestrali internazionali. Ma non basta: la sua curiosità gli fa esplorare i territori più disparati del repertorio aprendo così le porte anche all’opera e agli autori preromantici e romantici.
E sarà proprio un programma tra classicismo e romanticismo a segnare il ritorno - venerdì 3 (ore 21.00; sabato 4 dicembre ore 17.30) al Teatro Politeama del grande Fabio Biondi sul podio dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, compagine a lui cara e familiare.
In apertura di concerto, Biondi leverà la mano sapiente sull’Ouverture del mozartiano Idomeneo, per poi far vibrare le corde del suo violino, sempre alla testa della Orchestra Sinfonica Siciliana, nel Concerto in la minore per violoncello e orchestra, op. 129 di Robert Schumann (nella trascrizione originale per violino dell’Autore stesso) e tornare al classicismo di Wolfgang Amadeus Mozart con la Sinfonia n. 38 in re maggiore KV 504 ‘Praga’.
Composto tra il 1780 e il 1781 Idomeneo anticipa molte caratteristiche dei capolavori successivi di Mozart, ma rimane un'opera seria italiana fondata sull'alternanza di aria e recitativo, anche se il compositore salisburghese avverte l’esigenza di introdurre elementi innovativi del genere lirico. Da geniale uomo di teatro qual era, Mozart avverte l’esigenza di connotare i suoi personaggi di realismo psicologico e di dare continuità temporale alla rappresentazione del dramma. Tutta l’opera, quindi mostra una invenzione e scrittura orchestrale senza paragoni, un genere di drammaturgia musicale che Mozart piega alla rigidità dell’opera seria e alla sua innovata idea di teatro musicale. Nella sua polivalenza espressiva e lessicale Idomeneo resta dunque un'opera sperimentale, priva di unità stilistica ma straordinaria per la ricchezza, la profondità, l'audacia delle soluzioni stilistiche, tecniche ed espressive. E l’Ouverture traccia solo i prodromi ai magnifici sviluppi del capolavoro mozartiano.
Il concerto per Violoncello e Orchestra vide la luce, dopo vari ripensamenti nel 1854 e non si sa se fu mai eseguita con il Compositore ancora in vita. Esso si colloca in un periodo di apparente serenità di Robert Schumann, che si trasferisce da Dresda a Düsseldorf per diventare direttore dei concerti della città, posto offertogli in riconoscimento della sua fama di compositore, scrittore e critico. Schumann vide in tal modo realizzarsi un suo antico desiderio, quello di avere a disposizione un'orchestra e un coro di prim'ordine per portare avanti il suo discorso musicale. Tutto sembrava risolto e soprattutto che il maestro avesse trovato quelle condizioni artistiche in grado di consentirgli di superare gli squilibri nervosi che già da qualche anno minavano la sua salute. E in questa breve parentesi di serenità, Schumann lavorò e compose con una rapidità straordinaria, tanto da terminare in soli tre mesi la «Terza Sinfonia» (Renana), questo Concerto per violoncello e orchestra e una serie di Lieder.
In contrasto con il concerto classico i movimenti di questa pagina si seguono senza soluzione di continuità secondo un piano strutturale già elaborato da Mendelssohn. Si tratta del tentativo di superare uno schema compositivo del passato per acquisire una maggiore libertà espressiva. Dove però più affiorano i tratti peculiari di Schumann con maggior limpidezza è nel rifiuto totale di ogni trattamento virtuosistico della scrittura violoncellistica. «Sembra quasi che il tormento del compositore — afferma il musicologo Giorgio Pestelli — quello di puntare i piedi contro la piena inventiva delle opere della prima giovinezza, di inquadrare nella forma il dono dell'invenzione sentito ora quasi con colpa, abbia voluto creare alla calda e fluente voce del violoncello un'antagonista nell'orchestra; questa è infatti trattata con tutta la dignità sinfonica in modo da disturbare più che accompagnare la voce del solista. Ma d'altra parte in questo avvolgente, fitto e difficile discorso sta una delle maggiori attrattive di quest'opera unica nella letteratura concertistica».
La Sinfonia «Praga» deve il suo nome alla città nella quale fu eseguita per la prima volta, il 19 gennaio 1787, anche se composta a Vienna nello scrocio finale del 1786. Qui Mozart aveva trovato la considerazione e il successo di pubblico che non riusciva a ottenere a Vienna, dove il suo sostentamento continuava a basarsi essenzialmente sulle lezioni private. Anche se sembra che questa situazione di indigenza determinasse, per reazione, una profondità di pensiero creativo ancora maggiore, come scrisse il biografo mozartiano Hermann Abert: «La sua concezione del mondo si allontanò poco a poco da quanto lo circondava e la sua arte divenne sempre più soggettiva; il lato passionale, "demoniaco" della sua natura prese il sopravvento, come dimostra tra l'altro l'arricchimento armonico e contrappuntistico della sua scrittura».
Dal punto di vista formale questa Sinfonia presenta tre movimenti, al posto dei quattro canonici della sinfonia classica, con l’omissione del minuetto; scelta formale che secondo alcuni non ha alcuna motivazione estetica, né sarebbe giustificata da un presunto ritorno al modello antico di ascendenza italiana in tre movimenti. La scelta di omettere il minuetto conferisce alla sinfonia un forte senso drammatico ed un carattere solenne che non viene alleggerito dal ritmo della danza.
Per la ricchezza del tessuto armonico e melodico, aperto a un’ altissima abilità contrappuntistica, la Sinfonia Praga si accosta alla Jupiter della quale, anzi, anticipa l'organico orchestrale che esclude i clarinetti e comprende con gli archi, due flauti, due oboi, due fagotti, due corni, due trombe e timpani.
Nato a Palermo, Fabio Biondi inizia la sua carriera internazionale molto giovane, spinto da una precoce curiosità culturale e musicale che lo porta a collaborare quale primo violino con i più famosi ensemble specializzati nell’esecuzione di musica antica con strumenti e prassi esecutiva originali.
La svolta decisiva è nel 1990: fonda Europa Galante, che, grazie ad un’attività concertistica estesa in tutto il mondo e ad un incredibile successo discografico in pochissimi anni, diviene l’ensemble italiano specializzato in musica antica più famoso e premiato in campo internazionale. Con Europa Galante, Fabio Biondi è invitato nei più importanti Festival e nelle sale da concerto più famose del mondo: al Teatro alla Scala di Milano, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, alla Suntory Hall di Tokio, al Concertgebouw di Amsterdam, alla Royal Albert Hall di Londra, al Musikverein a Vienna, al Lincoln Center di New York e alla Sydney Opera House. In pochi anni vende quasi un milione di dischi, e Le Quattro Stagioni vivaldiane incise per Opus 111 diventano un vero caso internazionale. Europa Galante conquista i più importanti premi discografici internazionali.
Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della perpetua ricerca di uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca del linguaggio originale. Questa inclinazione lo porta a collaborare in veste di solista e direttore con orchestre quali: Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Orchestra Sinfonica di Chicago, Opera di Halle, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra da Camera di Norvegia, Orchestra Mozarteum di Salisburgo e Mahler Chamber Orchestra. Negli ultimi anni, il repertorio si è ampliato – Anna Bolena di Bellini, Lucrezia Borgia di Donizetti, Macbeth, Il Corsaro ed Ernani di Verdi – ponendo attenzione agli autori pre-romantici e romantici, sempre nell’ottica di una riscoperta dei linguaggi originali.
Fabio Biondi è stato per dieci anni (2005-2015), direttore stabile per la musica antica della Stavanger Symphony Orchestra. È stato direttore musicale del Palau de las Arts Reina Sofia di Valencia dal 2015 al 2018. Nella stagione 2021-2022, Fabio Biondi dirigerà la Berlin Radio Symphony Orchestra, l’orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, la Tonkunstler Orchestra e la Hong Kong Philarmonic Orchestra. In duo con pianoforte, cembalo, fortepiano e come solista, è presente nelle sale più prestigiose: Cité de la Musique a Parigi, Carnegie Hall a New York e Wigmore Hall a Londra.
Nel 2020 Fabio Biondi ha registrato le Sonate per violino solo di Bach – per la casa discografica Naïve - che ha iniziato a presentare in concerto in questa stagione, a Madrid e a Granada.
Nel 2002 Fabio Biondi ed Europa Galante hanno ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana per l’insieme dell’attività concertistica e per l’esecuzione del Trionfo dell’Onore. Di nuovo nel 2008 è stato assegnato a Fabio Biondi ed Europa Galante, insieme alla Compagnia Colla, il Premio speciale Abbiati per Filemone e Bauci di Haydn (produzione della LXV Settimana Senese), per l’originalità e il pregio della riscoperta di questo lavoro, a cui hanno saputo restituire il pieno splendore strumentale e vocale.
Dal 2011 Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nel 2015, gli è stato conferito il titolo di “Officier des arts et des lettres” dal Ministero di Cultura francese. Nel 2018, gli è stata conferita la laurea honoris causa in musicologia dell’università di Palermo. Nel 2019, è stato ospite d’onore del Concorso Regina Elisabetta a Bruxelles e ha ricevuto dal Presidente polacco la medaglia “Coraggio e Veridicità” per la diffusione della cultura polacca nel mondo.
Prossimo appuntamento
Venerdì 10, ore 21.00 – Sabato 11 dicembre ore 17.30
JOSÉ MIGUEL RODILLA direttore / PIERRE-LAURENT BOUCHARLAT pianoforte
Falla El sombrero de tres picos, suite n.2
Noches en los Jardines de España
Chapì La revoltosa, preludio
Guridi El Caserìo, preludio
Granados Goyescas, intermezzo
Chueca El bateo, preludio
Luna Danza del fuego
Chapì El tambor de granaderos, preludio
Info: Biglietti al Botteghino Politeama Garibaldi, aperto da lunedì a sabato dalle ore 9 alle ore 13 e un'ora e mezza prima del concerto oppure online su Vivaticket https://www.vivaticket.com/it/biglietto/fabio-biondi/164454.
Prezzi: platea € 20, palco € 15, anfiteatro € 10 con riduzioni per under 30, abbonati stagione 21-22, convenzioni e diversamente abili con necessità di accompagnatore.
Per ulteriori informazioni, contattare il botteghino del Teatro Politeama (tel.: 091 6072532/533 - mail: biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it) www.orchestrasinfonicasiciliana.it
Si ricorda che in ottemperanza all'ultimo decreto del Governo (n.105/2021) sulle misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 in vigore dal 6 agosto, per partecipare ai concerti occorrerà essere in possesso del green pass.
Ufficio Stampa
Annalisa Rinaldi
ufficiostampa@orchestrasinfonicasiciliana.it