Grieg/Wagner

MARCUS BOSCH direttore

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi - Palermo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Sabato
    15 Novembre 2025

    Ore

    17,30

    Durata

    100min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

  • Programma

  • Edvard Grieg
    Bergen 1843 - Bergen 1907

    Peer Gynt (dalle musiche di scena op. 23 per orchestra) Suite n. 1 op. 46

    Il mattino (Morgenstemming)

    La morte di Aase (Ases död)

    Danza di Anitra (Anitras dans)

    Nel palazzo del re della montagna (I Dovregubben hal)

     

    Sebbene grande ammiratore di Verdi e di Wagner e affascinato dal teatro musicale, Grieg non compose mai un’opera lirica, limitando il suo interesse per il teatro alla composizione di musiche di scena tra le quali spicca il Peer Gynt, il più famoso e conosciuto per merito delle due suites che egli ne ricavò in seguito e che avrebbero trovato una stabile collocazione nel repertorio sinfonico. Nel 1874 il grande e già famoso commediografo Erik Ibsen, che quattro anni dopo avrebbe scandalizzato il benpensante pubblico borghese con la sua Casa di bambola, chiese a Grieg di comporre le musiche di scena per il suo nuovo dramma in versi in cinque atti, Peer Gynt. Alla prima rappresentazione, avvenuta il 24 febbraio 1876 al Kristiania Norske Teater di Copenaghen, il dramma riscosse un immediato successo al quale diedero un efficace contributo anche le musiche di Grieg. Peer Gynt, protagonista del dramma, è un singolare perdigiorno impegnato in avventure poco edificanti, di cui sono esempi il rapimento di una sposa di nome Ingrid durante la cerimonia nuziale o l’arricchimento in attività moralmente riprovevoli come la tratta degli schiavi praticata in Africa dove incontra la figlia di un capo beduino di nome Anitra. Dopo una vita dissipata, Peer Gynt, ormai vicino alla morte, per la sua condotta deprecabile non è degno né di andare in Paradiso né di scendere all’Inferno non essendo un grande peccatore, ma è destinato all’annullamento nel crogiolo del Fonditore di Bottoni. A salvarlo interviene Solveig, una fanciulla di lui innamorata, la quale dichiara che la vita di Peer Gynt non è stata inutile, in quanto vissuta nell’attesa dell’amore di una donna che fosse al tempo stesso moglie e madre. Sull’onda del successo della prima rappresentazione del dramma, Grieg decise di trarre dai 23 brani, di cui si componevano complessivamente le musiche di scena, ben due Suites delle quali la prima risale al 1888.

    La prima suite si apre con il brano Il mattino (Allegretto pastorale), reso celebre anche da diversi spot pubblicitari e vero e proprio quadretto pastorale descritto con straordinaria precisione dal flauto e dal corno inglese, mentre gli altri strumenti dell’orchestra intervengono soltanto quando il sole è già alto all’orizzonte. Un unico lamentoso tema, che rappresenta il pianto di Kari, è alla base del secondo brano, La morte di Aase (Andante doloroso), che si impone per la straordinaria perizia di Grieg nell’uso dei diversi colori orchestrali. La Danza di Anitra è una brillante mazurka, mentre il brano Nel palazzo del re di Montagna conclude la suite con una marcia sfrenata tratta dalla sesta scena del secondo atto, nella quale Peer incontra il vecchio di Dovre nel suo palazzo popolato da streghe e troll.

    Durata: 17'

    Richard Wagner
    Lipsia 1813 - Ca' Vendramin Calergi 1883

    Der Ring ohne Worte (arrangiamento di Lorin Maazel)

    Dell’immensa produzione di Wagner sono pochi, sebbene particolarmente significativi, i brani, che sono entrati nel repertorio sinfonico indipendentemente dall’opera per la quale sono stati composti, nonostante i suoi lavori teatrali abbiano una scrittura fondamentalmente sinfonica. A rimediare a questa particolare situazione ci ha pensato, nel 1987, in collaborazione con i Berliner Philharmoniker, uno dei più grandi direttori d’orchestra, Lorin Maazel, che ha realizzato Der Ring ohne Worte (L’anello senza parole), una vera e propria sintesi, sinfonica e senza la presenza della voce, del wagneriano Ring, il cui titolo riecheggia i Lieder ohne Worte (Romanze senza parole) di Mendelssohn. In poco più di un’ora, Maazel ha condensato 20 significativi brani dell’immensa saga scenica, Der Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo), formata da Das Rheingold (L’Oro del Reno) e da tre giornate, Die Walkürie (La Walkiria), Siegfried (Sigfrido), Götterdämmerung (Il Crepuscolo degli Dei), che aveva costituito l’opera dell’intera vita di Wagner il quale si era dedicato a essa, con alcune pause impiegate nella composizione di altre opere come il Tristano e Isotta e i Maestri cantori di Norimberga, nei 28 anni che intercorsero tra il 1846 ed il 1874. Secondo le notizie ricavate da alcune lettere, al 1846 risale, infatti, un primo interesse, da parte di Wagner, nei confronti del grande mito tedesco del Nibelungo, anche se il primo abbozzo, costituito dal poema Sigfried’s Tod (La morte di Sigfrido), il cui contenuto anticipa sostanzialmente quello del Crepuscolo, fu steso soltanto due anni dopo tra il 12 e il 28 novembre del 1848. Tutta l’immensa opera iniziava a prendere forma quando Wagner, dopo aver partecipato ai moti rivoluzionari del maggio 1849 che avevano infiammato la città di Dresda, fu costretto a riparare prima a Weimar, ospite di Liszt, e, poi, a Zurigo, essendo ricercato dalla polizia come terrorista. La grave situazione personale non fermò il progetto di Wagner che nel forzato isolamento di Zurigo e consapevole del fatto che la sua carriera di compositore e direttore d’orchestra nei paesi tedeschi poteva essere, se non troncata, almeno compromessa, approfondì lo studio del grande mito germanico, fiorito tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, sui frammenti dei miti scandinavi conservati nell’Edda di Snorri Sturluson, risalendo alle sue origini nordiche, soprattutto, islandesi. La stesura del testo poetico fu alquanto veloce e Wagner poté leggerlo il giorno di Natale del 1852 a un ristretto gruppo di amici, tra cui Bakunin e Nietzsche. Nello stesso periodo Wagner, molto probabilmente, aveva iniziato ad abbozzare alcuni dei temi dell’opera e nel 1853 diede inizio alla composizione dell’Oro del Reno, completato il 26 settembre 1854 e rappresentato, per la prima volta, soltanto 15 anni dopo a Monaco il 22 settembre 1869 sotto la direzione di Wüllner. La composizione del Ring sembrò assorbire totalmente Wagner che iniziò a lavorare subito alla Walkiria, completata nel 1856, al Sigfrido, del quale ultimò il primo ed il secondo atto in breve tempo. Nello stesso anno, tuttavia, la composizione dell’opera subì una lunga battuta d’arresto e venne ripresa soltanto nel 1865 per essere completata nel 1871. Il Crepuscolo degli dei, infine, fu completato tre anni dopo, anche se fu rappresentato per la prima volta al Festpielhaus di Bayreuth il 17 agosto 1876 sotto la direzione di Hans Richter. Nel Ring è narrata una storia del genere umano, vista attraverso il mito, nella quale viene condannata l’ambizione del potere, per il quale lo gnomo Alberich è pronto a rinunciare persino all’amore. Ne L’Oro del Reno, infatti, egli non esita a scegliere il potere quando le incaute Ondine gli rivelano il segreto del fiume, secondo cui avrebbe ottenuto il potere chi fosse riuscito a forgiare un anello con l’oro del Reno, a condizione di una sua irrevocabile rinuncia all’amore. D’altra parte anche i giganti Fafner e Fasolt pretendono l’anello e il tesoro del Reno al posto della bella Freia, sorella della moglie di Wotan, re degli dei, che l’aveva promessa a loro come ricompensa per la costruzione della sua dimora sul Walhalla. Ma questo anello è gravato da una terribile maledizione: Alberich, costretto a cederlo a Wotan, che riesce a sottrarglielo con l’astuzia, scaglia un anatema secondo il quale lo avrebbe sempre desiderato colui che non lo possedeva e, alla fine, sarebbe morto proprio colui che l’avrebbe ottenuto. Soltanto un eroe puro, come Sigfrido, riuscirà a sconfiggere Fafner e riconquistare l’anello, che regalerà alla Walchiria Brunilde come pegno d’amore, anche se non riuscirà ad evitare di soccombere dopo essere stato ingannato. L’anello ha mietuto, così, un’altra vittima, l’unica ignara della sua terribile maledizione, ma, nello stesso tempo, dopo essere passato in altre mani avide di potere sarà restituito dalle Ondine alle acque del Reno. Come accennato in precedenza, a formare questo lungo poema sinfonico, che si apre con il preludio dell’Oro del Reno e si conclude con il sacrificio di Brünnhilde, sono ben 20 brani, legati da Maazel senza soluzione di continuità, tra i quali spiccano la Cavalcata delle Walkirie, il Mormorio della foresta, l’Alba e il viaggio di Sigfrido sul Reno e la Morte e la marcia funebre di Sigfrido, già entrati autonomamente nel repertorio sinfonico.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 74'