Florilegio di fughe
63ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale
Ton Koopman, direttore/organo
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Luogo
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Duomo di Monreale
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Giovedì 21 Ottobre 2021
Ore
21,00
Durata
70min.
Prezzi
- €
Tini Mathot, organo
Coro del Friuli Venezia Giulia
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Programma
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Johann Sebastian Bach
Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750Motet Singet dem Herrn Ein Neues Lied (Cantate al Signore un nuovo cantico) BWV 225 per coro e organi
Singet dem Herrn ein neues Lied (Cantate al Signore un nuovo cantico) - Lobet den Herrn in seinen Taten (Lodate il Signore nelle sue gesta) - Alles, was Odem hat, lobe den Herrn (Tutto ciò che ha respiro, lodi il Signore)
Durata: 15'
Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga) BWV 1080 – Contrapunctus 1 & 2 (per due organi)
Durata: 6'
Motet Der Geist hilft unser Schwachheitauf (Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza) BWV 226 per coro e organi
Der Geist hilft unsrer Schwachheit auf (Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza) - Der aber die Herzen forschet, der weiss (Ma colui che sa scrutare nei cuori) - Du heilige Brunst, süsser Trost (O santo fervore, dolce conforto)
Durata: 8'
Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga) BWV 1080 – Contrapunctus 3 & 4 (per due organi)
Durata: 8'
Motet Komm, Jesu, komm (Vieni, Gesù, vieni) BWV 229 per coro e organi
Komm, Jesu komm! (Vieni, Gesù, vieni) - Komm, ich will mich dir ergeben (Mi voglio abbandonare a te ) - Du bist der rechte Weg, die Wahrheit und das Leben (Tu sei la retta via, la verità e la vita) - Drum schliess ich mich in deine Hände (Mi affido alle tue mani)
Durata: 8'
Die Kunst der Fuge BWV 1080 – Contrapunctus 9 & 11 (per due organi)
Durata: 10'
Motet Lobetden Herrn, alle Heiden BWV 230 per coro e organi
Lobetden Herrn (Lodate il Signore, pagani tutti) - Halleluja (Alleluia)
Durata: 8'
Alcuni capolavori di Bach in arrangiamenti per coro e due organi o per due organi costituiscono il programma di questo concerto che si apre con il mottetto, Singet dem Herrn ein Neues (Cantate al Signore un nuovo cantico), composto originariamente per doppio coro a cappella tra il 1726 e il 1727 probabilmente per il genetliaco di Friedrich August di Sassonia e forse eseguito, per la prima volta, presso la Thomaskirche di Lipsia il 12 maggio 1727. Si compone di tre parti delle quali la prima, Singet dem Herrn Ein Neues costituisce l’intonazione dei primi tre versetti del Salmo 149. Piuttosto originale è la seconda sezione, costituita dall’aria Gott, nimm dich ferner unser an (Dio, prenditi cura ancora di noi) su un testo di un autore ignoto, intonata dal primo coro, mentre al secondo è affidata una strofa del corale Nun lob, mein Seel, den Herrn (Dunque, loda il Signore, anima mia). Ad ispirare la terza e ultima parte Alles was odem hat, lobe den Herrn (Tutto ciò che ha respiro lodi il Signore) sono, infine, il secondo e il sesto versetto del salmo 150.
Die Kunst der Fuge (L’arte della fuga), che non è scritta per un organico stabilito ma può essere eseguita sia da strumenti a tastiera come organo o uno o due clavicembali sia da strumenti melodici come ensemble di archi, è l’ultima e incompiuta opera di Bach alla quale il compositore di Eisenach si dedicò dal 1747 circa fino alla morte. A quest’opera, concepita molto probabilmente come comunicazione per la Società delle Scienze musicali di Lipsia, Bach attribuì una notevole importanza testimoniata dalla sua volontà di pubblicarla a differenza della maggior parte della sua produzione che rimase inedita mentre egli era ancora in vita. Bach sorvegliò personalmente con cura l’incisione per la stampa senza, tuttavia, riuscire a completare il suo lavoro rimasto incompiuto. Sussistono, infatti, alcuni dubbi sia sul titolo, Arte della fuga, che potrebbe anche non essere di Bach, sia sull’ordine di esecuzione dei pezzi come è dimostrato dalla doppia numerazione con quella romana che segue l’edizione del 1751, nella quale figura anche il corale organistico Wenn wir in höchsten Nöthen (Quando nei più grandi travagli), aggiunto probabilmente da Carl Philipp Emanuel Bach. Dei 24 numeri di cui si compone saranno eseguiti, in alternanza con i mottetti corali quasi a creare un’unica opera, il primo, il secondo, il terzo, il quarto, il nono e l’undicesimo dei 13 Contrappunti, nome con il quale vennero indicate da Bach le fughe.
Composto nel 1729, il mottetto Der Geist hilft unser Schwachheit auf (Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza) fu eseguito, per la prima volta, il 21 ottobre 1729 presso la Paulinerkirche di Lipsia in occasione del funerale del teologo luterano Johann Heinrich Ernesti (1652-1729), docente dell’Università di Lipsia e direttore della Thomasschule. Per questo suo lavoro Bach si avvalse di un testo tratto dalla Lettera ai Romani di San Paolo (8, 26-27) e di un altro tratto dell’inno luterano pentecostale Komm, Heiliger Geist, Herre Gott (Vieni, Spirito Santo, Signore Dio). Diviso in tre parti, questo mottetto costituisce una testimonianza dell’alto magistero contrappuntistico di Bach che introdusse una mirabile fuga in corrispondenza del versetto Sondern der Geist selbst vertritt uns (Ma lo Spirito intercede per noi).
Al periodo di Lipsia risale la composizione, probabilmente per un funerale, del mottetto Komm, Jesu, komm (Vieni, Gesù, vieni) BWV 229, del quale, però, non si conoscono con precisione né la data né il luogo della prima esecuzione. Nella produzione di Bach questo mottetto è l’unico che non si avvale di un testo biblico, essendo scritto su una lirica del poeta tedesco Paul Thymich che era già stata utilizzata per un’aria da eseguirsi in occasione di un funerale da Johann Schelle. Dal punto di vista musicale Bach realizzò un brano di carattere intimistico e particolarmente toccante nel quale la polifonia trova pochissimo spazio. Risalta, infatti, l’assenza di una fuga a favore di una scrittura che guarda alla pratica del Coro battente di ascendenza veneziana con passi di carattere responsoriale.
I primi due versetti del Salmo 117 costituiscono la fonte d’ispirazione del mottetto Lobet den Herrn, alle Heiden (Lodate il Signore, pagani tutti) BWV 230 di cui non solo non si conosce la data di composizione, ma del quale è stata messa in discussione anche la paternità bachiana dal musicologo tedesco Martin Geck. Uno stile arcaico caratterizza questo mottetto che, aperto da una doppia fuga, prosegue con una sezione più lirica e si conclude con un’elaborata fuga sulla parola Halleluja.
Riccardo Viagrande
Durata: 70'