Haendel e Bach: i dioscuri del Barocco
64ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale
Ruben Jais, direttore
Marie Luise Werneburg, soprano
Ensemble laBarocca
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Luogo
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Duomo di Monreale
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Sabato 22 Ottobre 2022
Ore
21,00
Durata
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Prezzi
- €
Ensemble laBarocca
Violini primi Gianfranco Ricci, Barbara Altobello, Abramo Raule
Violini secondi Sara Meloni, Elisa Bestetti
Viole Natalia Duarte, Zeno Scattolin
Violoncello Nicola Brovelli
Contrabbasso Fabio Longo
Oboe Nicola Barbagli
Fagotto Anna Maria Barbaglia
Tromba Simone Amelli
Continuo Nicolò Pellizzari
Ingresso gratuito con prenotazione su https://www.eventbrite.com/cc/64-settimana-di-musica-sacra-monreale-1245199?just_published=true
BIGLIETTI ESAURITI
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Programma
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Georg Friedrich Haendel
Halle, 1685 - Londra, 1759Concerto grosso op. 6 n. 8 HWV 326
Allemande - Grave - Andante Allegro -Adagio - Siciliana (Andante) - Allegro
Durata: 14'
Johann Sebastian Bach
Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750Cantata “Jauchzet Gott in allen Landen!” BWV 51
Aria: Jauchzet Gott in allen Landen - Recitativo: "Wir beten zu dem Tempel an"- Aria: "Höchster, mache deine Güte" - Choral: "Sei Lob und Preis mit Ehren"- Alleluja, alleluja
Durata: 19'
Johann Sebastian Bach
Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750Cantata “Mein Herze schwimmt im Blut” BWV 199
Recitativo "Mein Herze schwimmt im Blut" - Aria (Adagio) "Stumme Seufzer, stille Klagen" - Recitativo "Doch Gott muß mir genädig sein - Aria (Andante) "Tief gebückt und voller Reue" - Recitativo: Auf diese Schmerzensreu - Choral: Ich, dein betrübtes Kind -
Recitativo: Ich lege mich in diese Wunden - Aria: Wie freudig ist mein HerzAlla grande tradizione corelliana si ispira la produzione concertistica di Georg Friedrich Händel soprattutto per la contrapposizione delle parti che dialogano secondo i principi del chiaroscuro anche se nelle sue opere sono sempre presenti la ricerca del colore e una ben definita caratterizzazione dei vari strumenti. Un chiaro esempio della scrittura concertistica di Händel è costituito dai 12 Concerti dell'op. 6 che furono composti tra la fine di settembre e il 20 ottobre del 1739, un periodo particolarmente intenso, durante il quale videro la luce anche gli oratori Saul e Israel in Aegypt. Il presente Concerto grosso op. 6 n. 8 HWV 326, che, come tutti gli altri della raccolta, presenta una contrapposizione tra il tutti e il concertino formato da due soli violini, si apre con una stilizzata Allemande, a cui seguono un secondo movimento, Grave, particolarmente solenne e ricco di pathos, un Andante Allegro, nel quale la contrapposizione tra il tutti e il concertino è maggiormente marcata, un breve Adagio, particolarmente espressivo, una cullante e dolce Siciliana e un brillante Allegro conclusivo.
Eseguita per la prima volta a Lipsia il 17 settembre 1730, la cantata Jauchzet Gott in allen Landen! (Lodate il Signore in tutte le terre) BWV 51 è, all'interno della produzione sacra di Johann Sebastian Bach, l'unica per soprano e tromba. Pur non essendo stata scritta per una festività specifica, dal momento che nel manoscritto è precisato che poteva essere eseguita in ogni tempo, la cantata sarebbe stata composta per la quindicesima domenica dopo la Trinità e per due virtuosi dell'epoca, dei quali non si conosce l'identità. In realtà diversi misteri avvolgono la composizione di questa cantata, la cui parte vocale, estremamente virtuosistica, farebbe pensare che sia stata scritta, non per la liturgia, in quanto troppo difficile per un fanciullo della Thomasschule, ma per la corte di Weissenfels o per il Collegium Musicum di Lipsia, dove avrebbe potuto essere impiegato un soprano o un castrato. La cantata si apre con un'aria dalla struttura tripartita con il da capo, nella quale, anche attraverso le agili colorature del soprano imitato dalla tromba, è espressa un'esortazione gioiosa a lodare Dio. All'aria segue un recitativo Wir beten zu dem Tempel an (Noi adoriamo nel tempio), realizzato, in realtà, in una forma di arioso, nel quale emergono dei melismi sulla parola «lallen» quasi a rappresentare la balbuzie a cui il verbo tedesco fa riferimento. Con il da capo è anche l'aria successiva Höchster, mache deine Güte (Altissimo, la tua bontà), realizzata secondo il ritmo di una cullante Siciliana. Infine il corale "Sei Lob und Preis mit Ehren" (Sia gloria, lode e onore) conduce al virtuosistico Alleluja conclusivo.
Della cantata Mein Herze schwimmt im Blut BWV 199, composta a Weimar tra il 1711 e il 1714 su un testo di Georg Christian Lehms ed eseguita per la prima volta il 12 agosto del 1714, si contano almeno tre versioni, essendo stata revisionata da Bach per altre esecuzioni. Lavoro di respiro operistico, la cantata è suddivisa in otto movimenti, di cui tre recitativi accompagnati e uno secco. Ad aprire la cantata è proprio un recitativo Mein Herze schwimmt im Blut (Il mio cuore nuota nel sangue), intriso del dolore del peccatore per i suoi peccati. Con il da capo è la prima aria Stumme Seufzer, stille Klagen (Muti sospiri, lamenti silenziosi), che si segnala sia per l'accompagnamento dell'oboe sia per la rappresentazione del dolore attraverso dissonanze come quella che sottolinea le parole Und ihr nassen Tränenquellen (E voi, umide fonti di lacrime). Il recitativo Doch Gott muss mir genädig sein (Ma Dio deve essere misericordioso) è pervaso da una forma di pentimento che trova la sua espressione più compiuta nella successiva aria Tief gebückt und voller Reue (Prostrato profondamente e pieno di rimorso), una pagina delicata della quale sono protagonisti gli archi. Il breve recitativo secco Auf diese Schmerzensreu (Su questo sentimento doloroso) introduce il corale Ich, dein betrübtes Kind (Io, tuo figlio tormentato) che corrisponde alla terza strofa del corale Wo soll ich fliehen hin (Dove dovrei fuggire) di Johann Hermann, pubblicato nel 1630. L'ultimo breve recitativo Ich lege mich in diese Wunden (Metto me stesso su queste ferite) introduce l'atmosfera di giubilo che informa l'aria Wie freudig ist mein Herz (Quanto è gioioso il mio cuore) dove prende la forma di un'allegra giga.
Riccardo Viagrande
Durata: 25'