Stravinskij/Mendelssohn /Hindemith
GIULIO ARNOFI direttore
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Programma
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Igor Fëdorovič Stravinskij
Lomonosov, 1882 - New York, 1971Danses concertantes
1.Marche, Introduction
2.Pas d'action - Con moto
3.Thème varié - Lento
a. Variazione I - Allegretto
b. Variazione II - Scherzando
c. Variazione III - Andantino
d. Variazione IV - Tempo giusto
4.Pas de deux - Risoluto, Andante sostenuto
5.Marche, Conclusion
Chiamate nel manoscritto originale Concerto per piccola orchestra, le Danses concertantes, che, nelle intenzioni di Stravinskij avrebbero dovuto essere delle composizioni “astratte”, furono da lui composte nel 1941 quando il compositore si trovava negli Stati Uniti, dove si era recato nel 1939, inizialmente, solo per tenere un corso di poetica musicale ad Harvard, ma dove si sarebbe stabilito per il resto della sua vita, acquisendo anche la cittadinanza americana nel 1945. Lo scoppio della guerra in Europa, infatti, aveva indotto Stravinskij a rimanere negli Stati Uniti, dove pose la sua residenza, prima, a Los Angeles e, poi, a West Hollywood, in un’abitazione che si trovava a pochi isolati dall'incrocio tra Sunset e Doheny e che sarebbe diventata la sua dimora per i successivi 30 anni. Viveva già a West Hollywood, dove molti artisti e intellettuali europei si erano rifugiati per sfuggire alla tragedia della guerra, quando ricevette la commissione di questo suo lavoro da Werner Janssen, compositore e direttore d’orchestra, che nel 1940 aveva fondato un’orchestra con lo scopo di diffondere la musica contemporanea e di rivaleggiare con la Los Angeles Philharmonic Orchestra. Completate il 13 gennaio 1942 ed eseguite, per la prima volta, presso il Philharmonic Auditorium di Hollywood, l’8 febbraio 1942, sotto la direzione di Stravinskij, per quanto fossero concepite come danze astratte, furono, però, trasformate in coreografia, due anni dopo, da George Balanchine e, in forma di balletto, videro le scene al City Center Theater of Music Drama di New York, il 10 settembre 1944. Aperte e chiuse da due Marce, che incastonano un Rondò (Pas d’action), un tema e 4 variazioni (Thème varié) e una danza solistica (Pas de deux), queste danze sono piene di autocitazioni a partire dal Concerto in mi bemolle "Dumbarton Oaks” del 1938, i cui echi appaiono nella prima marcia, aperta, inoltre, da un gesto ritmico che ricorda la Sagra, a Jeu de cartes, a Histoire du soldat e a Pribautki.
Durata: 22'
Felix Mendelssohn-Bartholdy
Amburgo, 1809 - Lipsia, 1847Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), ouverture op. 27
Adagio. Molto allegro e vivace. Allegro maestoso
Genio precoce, Mendelssohn, che, già nel 1826, quando aveva appena 17 anni aveva composto quell’autentico capolavoro che è l’ouverture Ein Sommernachtstraum (Sogno di una notte di mezza estate) op. 21, era solito trovare in opere letterarie la sua fonte d’ispirazione. Questo è anche il caso dell’ouverture da concerto Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), op. 27, composta nel 1828 e ispirata a due poesie di Goethe Meeresstille e Glücksfahrt, già messe in musica da Beethoven tra la fine del 1814 e l’estate del 1815 nella cantata dallo stesso titolo, con la quale l’ouverture di Mendelssohn condivide la tonalità di re maggiore a dimostrazione del fatto che il compositore la conoscesse. Eseguita in forma privata il 7 settembre del 1828 e in pubblico il 1° dicembre 1832, in seguito a una revisione, presso la Singakademieam Unterden Linden di Berlino, l’ouverture è divisa in due parti che riflettono, rispettivamente, i contrastanti sentimenti che informano le liriche di Goethe. La prima è costituita da un Adagio, nel quale viene descritto il mare in una forma inquietante e misteriosa, determinata dalla bonaccia che, per le navi a vela, non era certo positiva. Una brezza marina, rappresentata da un guizzo del flauto, introduce la seconda sezione, il Viaggio felice (Glückliche Fahrt), nella quale la nave, sulle note di una melodia di carattere eroico, nel quale è evidente l’influenza beethoveniana e soprattutto del Fidelio, compie il suo viaggio fino a quando fanfare e “cannonate” di timpani annunciano il suo arrivo in porto.
Durata: 15'
Paul Hindemith
Hanau, 1895 - Francoforte, 1963Sinfonia in mi bemolle maggiore
Sehr lebhaft (Molto vivace
Sehr langsam (Molto lento)
Lebhaft (Vivace) – Ein wenig ruhiger (Un po’ più calmo) – Im früheren Zeitmass (Nel tempo precedente)
Mässig schnelle Halbe (Moderatamente veloce) – Intermezzo, im gleichen Zeitmass (Nella stessa quantità di tempo)
Composta nel 1940, la Sinfonia in mi bemolle nasce in un periodo particolarmente denso, per Hindemith, di cambiamenti, ma anche proficuo dal punto di vista compositivo. Il 6 febbraio di quell’anno Hindemith si era imbarcato, infatti, a Genova sul transatlantico Rex che lo avrebbe portato a New York dopo 9 giorni di navigazione, di cui gli ultimi due segnati da una violenta tempesta di mare, e dopo aver superato un piccolo intoppo a Gibilterra, dove i militari inglesi, a seguito di un controllo, inizialmente, avevano ostacolato la sua traversata per decidere, poi, di lasciarlo passare. Non era la prima volta che Hindemith si recava negli Stati Uniti, in quanto vi era già andato in occasione di tournée concertistiche di cui l’ultima si era conclusa nel mese di maggio del 1939, ma questo viaggio era per lui estremamente diverso, in quanto si sarebbe tramutato per il compositore tedesco in lungo soggiorno negli Stati Uniti, dove si stava, in un certo qual modo, rifugiando in seguito all’ostracismo da parte del nazismo nei confronti della sua musica. Già nel 1936, in Germania, infatti, Hitler in persona, contrariamente al giudizio di Goebbels e Rosenberg, che avevano approvato il libretto della sua opera Mathis der Mahler, si era opposto al suo allestimento, in quanto rimproverava al compositore, da lui tacciato di “bolscevismo culturale”, di aver fatto parte, negli anni Venti, di quella schiera di intellettuali e artisti più tipicamente “weimariani”. Nel 1938, l’acuirsi della persecuzione nei confronti delle sue musiche, bollate come “degenerate” e la cui esecuzione era interdetta in Germania, costrinse Hindemith e la moglie Gertrud a riparare nel tranquillo borgo svizzero di Bluche-sur-Sierre. Per Hindemith, intraprendere questo viaggio nel 1940 fu come andare incontro all’ignoto, tanto che, non sapendo come avrebbe organizzato la sua vita in modo stabile e sicuro negli Stati Uniti, decise di imbarcarsi da solo senza la moglie Gertrud che rimase in Svizzera. Hindemith, comunque, per i primi mesi del suo soggiorno americano, poté contare sul sostegno di alcuni suoi amici che, intanto, fino al mese di giugno, gli procurarono una cattedra all’Università di Buffalo e, nel periodo estivo, un incarico di insegnamento nei corsi del Berkshire Music Center di Tanglewood. Non mancarono nemmeno i concerti, le conferenze e i seminari da tenere a New York o in località limitrofe, che costrinsero a continui spostamenti il compositore, la cui attività compositiva non solo non subì flessioni, ma anzi si alimentò di un grande fervore creativo che portò Hindemith a comporre, tra il 25 maggio e il 15 giugno, una Sonata per organo, un Concerto per violoncello e, tra settembre e dicembre, il Theme and fourvariations (The fourtemperaments) per pianoforte e orchestra d’archi e questa Sinfonia in mi bemolle. Quest’ultima fu da lui composta su invito di Serge Koussevitzky, direttore stabile della Boston Symphony Orchestra, che, però, non la tenne a battesimo, non avendo trovato l’accordo con il compositore, con il quale, proprio a causa dei dissidi, venutisi a creare in questa situazione, i rapporti si incrinarono. La Sinfonia fu eseguita, allora, per la prima volta, il 21 novembre 1941 a Minneapolis dalla Minneapolis Symphony Orchestra diretta da Dimitri Mitropulos.
Unica delle sei sinfonie di Hindemith a non avere un titolo o a essere legata a un lavoro teatrale, questa è l’espressione della volontà del compositore di confrontarsi con la forma sinfonica allo stato puro, come, del resto, nello stesso anno, stava facendo anche Igor Stravinskij con la sua Sinfonia in do, dalla quale, però, differisce per la scelta del modello. Se, tuttavia, Stravinskij per la sua Sinfonia in do si era ispirato al sinfonismo classico di Haydn e Beethoven, Hindemith scelse come modello quello beethoveniano, non, però, nella sua forma genuina, ma nella sua rielaborazione fatta da Brahms e da Bruckner. Il primo movimento, Sehr lebhaft (Molto vivace), è nella classica forma-sonata con due temi dei quali il primo è esposto dai corni, mentre il secondo è introdotto da un’inversione del primo. Allo sviluppo, particolarmente elaborato, segue la ripresa del primo e del secondo tema che è anche il protagonista della Coda, in tempo più mosso, dove è affidato al corno inglese, ai fagotti, alla tuba e ai bassi su scale in contrappunto dei violini. Di carattere lirico è il secondo movimento, Sehr langsam (Molto lento), basato su due temi, dei quali il primo è introdotto dal corno inglese, dal clarinetto e dalla tromba, mentre il secondo è affidato all’oboe su accordi secchi degli archi. Un elemento di inquietudine è dato dalla scelta di introdurre una percussione ostinata dei timpani che diventa ossessiva nella Coda. Il terzo movimento, Lebhaft (Vivace), è uno Scherzo con un trio, marcato con l’andamento Ein wenig ruhiger (Un po’ più calmo), del quale, inizialmente, è protagonista l’oboe. Estremamente vario e a tratti eroico è il quarto movimento, Mässig schnelle Halbe (Moderatamente veloce), il cui tema principale, esposto inizialmente dai violini, è, prima, ripreso dal corno inglese e dai corni, per essere, poi, sviluppato dagli archi. Un episodio di carattere marziale e la ripresa del tema principale, questa volta, da parte del flauto, introducono una nuova sezione, marcata in partitura Intermezzo, im gleichen Zeitmass (Nella stessa quantità di tempo) e inizialmente affidata ai legni. Dalla sezione successiva, marcata Wie zuerst (Come prima), si assiste a un crescendo di tensione, del quale è ancora protagonista il tema principale esposto dai tromboni nella parte Breit bewegt (In movimento largo) fino alla vigorosa coda, Lebhaft (Vivace).
Riccardo Viagrande
Durata: 33'