From darkness to the light

64ma Settimana di Musica Sacra di Monreale

Riccardo Scilipoti, direttore

Archi Sinfonici

Coro di voci bianche FOSS

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Giovedì
    20 Ottobre 2022

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

Archi Sinfonici

Violini primi Fabio Mirabella, Sergio Di Franco, Ivana Sparacio, Andrea Cirrito

Violini secondi Giulio Menichelli, Antonino Alfano, Salvatore Tuzzolino

Viole Giuseppe Brunetto, Giorgio Chinnici

Violoncelli Domenico Guddo, Sonia Giacalone

Contrabbasso Michele Valentini

 

Coro di Voci Bianche Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana

Gaston Polle Ansaldi pianoforte

Maurizio Billeci basso elettrico

Giuseppe Mazzamuto batteria

 

 

Ingresso gratuito con prenotazione su https://www.eventbrite.com/cc/64-settimana-di-musica-sacra-monreale-1245199?just_published=true

BIGLIETTI ESAURITI

  • Programma

  • Antonio Vivaldi
    Venezia, 1678 - Vienna, 1741

    Sinfonia RV 169 in si minore Al Santo Sepolcro, per archi e basso continuo

    Adagio - Allegro molto

    Durata: 5'

    Bob Chilcott
    Plymouth 1955

    Can You hear me

    Durata: 6'

    Edvard Grieg
    Bergen 1843 - Bergen 1907

    Peer Gynt (dalle musiche di scena op. 23 per orchestra): La morte di Aase (Ases död)

    Durata: 6'

    Bob Chilcott
    Plymouth 1955

    I lift my eyes

    Durata: 5'

    Samuel Barber
    West Chester, Pennsylvania, 1910 – New York 1981

    Adagio per archi

    Durata: 8'

    Gerald Finzi
    Londra 1901 - Oxford 1956

    Prelude et romance per orchestra d'archi

    Durata: 13'

    Riccardo Scilipoti
    Messina 1972

    Luce

    Durata: 7'

    Bob Chilcott
    Plymouth 1955

    Little jazz mass

    Kyrie

    Gloria

    Sanctus

    Benedictus

    Agnus Dei

    Dona nobis pacem

     

    È sconosciuta la data di composizione della Sinfonia RV 169 in si minore Al Santo Sepolcro, per archi e basso continuo che, testimoniata da un manoscritto non datato conservato a Torino, sarebbe stata scritta da Vivaldi per la Cappella del Santo Sepolcro facente parte del Sacro Monte di Varallo e chiamata così perché è una riproduzione in scala ridotta della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In due movimenti, la sinfonia si apre con un sommesso Adagio molto, armonicamente instabile e con intervalli piuttosto dissonanti per l’epoca come il tritono (mi-la diesis) della seconda battuta che conduce all’accordo di si minore. Il secondo movimento, Allegro ma poco, è formalmente una doppia fuga di carattere drammatico e piena di un forte pathos ad essa conferito dal disegno cromatico discendente che contraddistingue il tema.

    Compositore britannico che si è formato anche grazie alla sua esperienza nel coro del King's College London dove ha cantato sia come voce bianca che da adulto come tenore, Bob Chilcott ha conseguito una certa notorietà come autore di composizioni per coro di voci bianche di cui una delle più famose è Can You hear me?, un semplice brano nel quale è descritta la bellezza del mondo secondo il punto di vista di un bambino sordo.

    Sebbene grande ammiratore di Verdi e di Wagner e affascinato dal teatro musicale, Grieg non compose mai un’opera lirica limitando il suo interesse per il teatro alla composizione di musiche di scena tra le quali spicca il Peer Gynt, il più famoso e conosciuto per merito delle due suites che egli ne ricavò in seguito e che avrebbero trovato una stabile collocazione nel repertorio sinfonico. Nel 1874 il grande e già famoso commediografo Erik Ibsen, che quattro anni dopo avrebbe scandalizzato il benpensante pubblico borghese con la sua Casa di bambola, chiese a Grieg di comporre le musiche di scena per il suo nuovo dramma in versi in cinque atti, Peer Gynt. Alla prima rappresentazione, avvenuta il 24 febbraio 1876 al Christiania Theater di Copenaghen, il dramma riscosse un immediato successo al quale diedero un efficace contributo anche le musiche di Grieg. Peer Gynt, protagonista del dramma, è un singolare perdigiorno impegnato in avventure poco edificanti, di cui sono esempi il rapimento di una sposa di nome Ingrid durante la cerimonia nuziale o l’arricchimento in attività moralmente riprovevoli come la tratta degli schiavi praticata in Africa dove incontra la figlia di un capo beduino di nome Anitra. Dopo una vita dissipata, Peer Gynt, ormai vicino alla morte, per la sua condotta deprecabile non è degno né di andare in Paradiso né di scendere all’Inferno non essendo un grande peccatore, ma è destinato all’annullamento nel crogiolo del Fonditore di Bottoni. A salvarlo interviene Solveig, una fanciulla di lui innamorata, la quale dichiara che la vita di Peer Gynt non è stata inutile, in quanto vissuta nell’attesa dell’amore di una donna che fosse al tempo stesso moglie e madre. Sull’onda del successo della prima rappresentazione del dramma Grieg decise di trarre dai 23 brani, di cui si componevano complessivamente le musiche di scena, ben due Suites delle quali la prima risale al 1888. Un unico lamentoso tema, che rappresenta il pianto di Kari, è alla base del secondo brano, La morte di Aase (Andante doloroso), che si impone per la straordinaria perizia di Grieg nell’uso dei diversi colori orchestrali.

    Composto da Chilcott per il Crescent City Festival di Los Angeles,  I Lift My Eyes è un brano di forte connotazione mistica nel quale l'io poetico afferma di alzare gli occhi verso colline tranquille per innalzarsi fino al celeste trono di Dio

    Eseguito per la prima volta il 5 novembre 1938 a New York dalla NBC Orchestra diretta dal grande maestro Arturo Toscanini, l’Adagio per archi, il lavoro più famoso del compositore americano Samuel Barber, acquistò grande fama e popolarità in seguito alla sua utilizzazione nella colonna sonora del film The Elephant man di David Lynch, dove fu collocato in coda alla pellicola allo scopo di accentuarne il carattere emotivo. Questa funzione è stata fatta propria anche da Oliver Stone che, nel suo film Platoon, si servì dell’Adagio per rendere più intensi ed efficaci, nel loro impatto emotivo, i momenti di maggiore pathos. Reso ormai famoso dalla stabile e indiscussa popolarità, l’Adagio corrisponde in realtà all’arrangiamento, effettuato su consiglio di Toscanini, del secondo movimento del Quartetto op. 11 n. 1 composto due anni prima, dove aveva la funzione di contrasto nei confronti del carattere violento del primo movimento. Toscanini era rimasto positivamente impressionato dal pezzo, ma aveva posto in essere un comportamento iniziale che era servito solo ad infastidire Barber. Il celebre direttore d’orchestra aveva, infatti, restituito il brano senza commentarlo, mandando a dire al compositore, soltanto dopo qualche tempo e tramite un amico, che non aveva scritto alcun commento perché aveva subito imparato a memoria la partitura. Sembra che Toscanini non abbia più visto la partitura se non il giorno immediatamente precedente alla prima esecuzione. Il pezzo, che, dal punto di vista formale, presenta una struttura ad arco, si basa su una melodia molto malinconica e dolente assimilabile ad una mesta trenodia che raggiunge il suo punto culminante nella parte centrale per spegnersi alla fine con la ripresa del tema iniziale.

    Compositore inglese di origine italo-tedesca, Gerald Finzi, nella sua non vastissima produzione, dovuta anche alla sua precoce morte avvenuta nel 1956 a causa del linfoma di Hodgkin che gli era stato diagnosticato nel 1951, manifestò una poliedricità di stili che vanno dal lirismo elegiaco alla purezza del neobarocco. Benché eseguiti spesso insieme, Prelude et romance sono due lavori composti separatamente dal momento che il Prelude era stato concepito nel 1920 da Finzi come primo movimento di una progetta sinfonia da camere, mentre la seconda (op. 25) fu scritta nel 1928. Il Prelude si presenta come una pagina di carattere introspettivo di intenso e malinconico lirismo, mentre la Romance, caratterizzata da una languida melodia, mostra l'influenza della musica di Elgar.Composta nel 2015 da Riccardo Scilipoti, qualche mese prima di diventare padre, Luce è dedicata alla figlia Vittoria. Come raccontato dal compositore, infatti, «qualche mese prima di scoprire che sarei diventato papà (evidentemente suggestionato dal forte desiderio di paternità) mi vennero in mente alcuni versi che successivamente ho messo in musica: Luce, speranza /Vieni con il tuo sorriso / Ad irradiar le stelle /Porta con te il segno della pace /Semplice come l'amor / Tu verrai /Sognerai di bellezze estreme / Tingerai d'azzurro / Il sentiero della vita». Secondo quanto affermato sempre dal compositore, «il brano, che si apre con un corale a cappella, quasi un'invocazione, ha poi una forma pseudo circolare: si apre e si chiude con lo stesso accompagnamento degli archi (su testo e melodia differenti). Le altre sezioni hanno più un carattere rapsodico in cui ampi squarci melodici si alternano a movimenti più serrati e connotati ritmicamente». 

    Composto da Chilcott per il Crescent City Festival di Los Angeles,  Little jazz mass è una vera e propria piccola Messa con un Kyrie, un Gloria di carattere ottimistico e un Sanctus la cui musica può essere descritta come una Ninna nanna jazz. A ritmi e stilemi tipici del jazz è del resto ispirato il Benedictus, mentre di grande effetto è l'Agnus Dei che raggiunge il suo punto culminante nel Dona nobis pacem. In questa Messa Chilcott operò una mirabile sintesi tra la tradizione della Messa latina e i ritmi e gli stilemi del jazz.

     

    Riccardo Viagrande

     

    Durata: 15'

Coro Voci Bianche Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana