Bernstein, Petta, Galliano, Borodin

Alberto Maniaci, direttore

Pierpaolo Petta, fisarmonica

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    10 Settembre 2023

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Leonard Bernstein
    Lawrence, 1918 - New York, 1990

    Symphonic dances from West Side Story

    Prologue – Somewhere – Scherzo – Mambo – Cha-cha – Meeting Scene –Fugue (Cool) – Rumble – Finale

     

    Già nel 1949 Leonard Bernstein e i suoi amici Jerome Robbins e Arthur Laurents avevano pensato di scrivere un musical che avesse per soggetto la shakespeariana storia di Giulietta e Romeo ambientata in una moderna New York. Il progetto del musical, il cui libretto fu scritto da Arthur Laurents, fu realizzato solo otto anni dopo e la prima rappresentazione, avvenuta al Winter Gardens Theater di Broadway il 26 settembre del 1957, fu un tale successo da assicurare una fama imperitura come compositore a Bernstein il quale, tre anni dopo, trasse questa suite che fu eseguita, per la prima volta, sotto la direzione di Lukas Foss il 13 febbraio 1961 in un concerto della New York Philharmonic Orchestra in onore di Bernstein stesso. In questa suite è possibile riscontrare una sintesi di tecniche e stili musicali diversi, dal classico al jazz, in una scrittura orchestrale estremamente raffinata. Nel Prologue è rappresentato lo scontro tra le due gang, i bianchi Jets a cui appartiene Tony, e i portoricani Sharks, dei quali fa parte Maria, mentre in Somewhere i due protagonisti vagheggiano un luogo dove potranno vivere felici e in pace. Lo Scherzo, pagina leggera e ironica, nella quale si possono riconoscere echi dello stile di Copland, conduce direttamente al travolgente Mambo durante il quale Maria e Tony si incontrano per la prima volta. Nel successivo Cha Cha e nella sensuale Meeting scene i due amanti incominciano a frequentarsi prima di sentire una profonda reciproca attrazione. Una scrittura a tratti aspra e a tratti misteriosa caratterizza la Cool fugue, nella quale ritornano protagoniste le due gang, i cui capibanda muoiono nell’esplosivo Rumble. Nel dolce e cantabile Finale, dopo una cadenza del flauto, è citata la canzone di Maria I have a love che prelude alla tragica fine.

    Durata: 24'

    Pierpaolo Petta
    Palermo 1978

    Rosa Nero

    Fisarmonicista e compositore, Pierpaolo Petta ha manifestato i suoi interessi in diversi ambiti musicali componendo anche colonne sonore di spettacoli teatrali e musiche che sono state edite da Rai Trade. Il carattere poliedrico dei suoi interessi lo ha portato inoltre a collaborare con importanti artisti quali Antonella Ruggiero, Peppe Voltarelli, Remo Anzovino, La Famiglia, Sergio Vespertino e Gioele Dix. In Rosa Nero, lavoro dedicato alla moglie e ai figli del compositore, prendono forma musicale i colori di Palermo e della squadra di calcio della città, sebbene questa composizione abbia ben poco a che fare con il calcio. Con questo brano il compositore, secondo quanto da lui stesso affermato, cerca, infatti, di “guidare l’ascoltatore in un giro emozionale per i vicoli e per le strade di Palermo, fra le meravigliose opere d’arte e fra i monumenti, che meglio delle parole raccontano la storia della città. Se proprio dobbiamo interpretare il titolo, si può affermare che Palermo ha tantissime sfumature rosa e qualcuna anche di colore nero”.

    Durata: 4'

    Pierpaolo Petta
    Palermo 1978

    Pazzu Blues

    Pazzu blues è la prova tangibile della capacità di ascoltare e far parlare il proprio cuore”, come affermato dal compositore stesso, Pierpaolo Petta, che aggiunge: “Il Blues non ha certezze, aleggia e si trasforma pur rimanendo ancorato nella struttura rigida delle misure. Nella sua rigidità, la follia dell’interprete riesce a catturare nell’universo i suoni dettati dall’infinito”.

    Durata: 4'

    Richard Galliano
    Cannes 1950

    Tango pour Claude

    Compositore e fisarmonicista francese di origine italiana, Richard Galliano trasporta il pubblico, con questo suo brano, Tango pour Claude, nel suo originalissimo e affascinante mondo musicale in cui la tradizione francese e, in particolar modo, quella mediterranea si fondono in una sintesi perfetta con suggestioni derivanti dal jazz e dai ritmi latino-americani. Sin da giovanissimo, Galliano, che aveva iniziato lo studio della fisarmonica col padre, fu attratto dal jazz e soprattutto dalla possibilità di utilizzare il suo strumento per eseguire questa musica e valorizzarne il ritmo. Determinante fu l’incontro con Astor Piazzolla che, ascoltandolo, non mancò di dargli un consiglio quanto mai opportuno, di cui il compositore francese avrebbe fatto tesoro. “Il jazz che suoni tu sa troppo di americano, riscopri le tue radici francesi, inventa un nuovo tipo di Musette, così come io ho reinventato il tango argentino”. L’invito di Piazzolla fu immediatamente accolto da Galliano che, creando un mondo musicale nuovissimo, mescolò con successo gli elementi tratti dal jazz (Parker e Coltrane) sia con i ritmi e le melodie popolari, come i valzer dei bistrot parigini, sia con la tradizione musicale colta francese rappresentata da Couperin, Debussy e Ravel, dai quali mutuò il gusto per una seducente scrittura cromatica. Queste caratteristiche stilistiche e di linguaggio trovano la loro piena attuazione in Tango pour Claude, composto nel 1993, nel quale il carattere jazzistico emerge nella struttura ritmica che si presenta energica, nell’armonia e anche nell’uso della tecnica della variazione.

     

    Durata: 5'

    Pierpaolo Petta
    Palermo 1978

    Mos Prit

    Mos Prit, che in albanese significa “Non aspettare”, sempre secondo quanto affermato dal suo compositore, Pierpaolo Petta, “la frenesia del brano fa da colonna sonora al continuo movimento della vita ed al suo incedere inarrestabile. È un messaggio che l’autore manda agli ascoltatori ma anche a se stesso. Se vogliamo, Mos prit può diventare una variante della classica locuzione di Orazio Carpe Diem”.

    Durata: 6'

    Aleksandr Borodin
    San Pietroburgo 1833 - 1887

    Danze polovesiane (da Il principe Igor)

    Introduzione: Andantino, Allegro vivo, Allegro, Presto, Moderato alla Breve, Presto, Allegro con spirito, Più animato

     

    Il principe Igor, l’opera più famosa di Borodin, sebbene rimasta incompiuta, fu composta in un arco di tempo di 18 anni, dal 1869 al 1887, anno della morte del compositore, con una breve sospensione dal 1870 al 1874. Rappresentata per la prima volta al Teatro Mariinskij di Pietroburgo il 23 ottobre 1890, l’opera fu completata dall’amico Rimskij-Korsakov, che orchestrò il Prologo, il primo, il secondo e il quarto atto, e da Glazunov, allievo di quest’ultimo, il quale, oltre a completare e orchestrare il terzo atto, grazie alla sua straordinaria memoria, riuscì a ricostruire l’ouverture, eseguita molto spesso in sua presenza al pianoforte da Borodin che, tuttavia, non aveva mai provveduto a trascriverla.

    Le quattro danze, eseguite nell’opera con l’intervento del coro, presentano una forte accentuazione ritmica che, se nell’Andantino iniziale è mitigata da sonorità delicate, nelle successive assume un carattere “barbarico” anticipatore di alcune scelte compositive di Stravinskij e Prokof’ev. Dopo una breve introduzione le fanciulle danzano allegramente su un tema molto espressivo e suggestivo dal punto di vista timbrico. La successiva danza degli schiavi (Allegro vivo) assume toni barbarici nella ripetizione quasi ossessiva del tema e nell’incedere sincopato dell’accompagnamento che, pur presentando lo stesso andamento ritmico della danza precedente, è fortemente marcato. Non meno “barbarica” è la successiva danza di gruppo (Allegro) che si caratterizza per una forte accentuazione sul secondo tempo e per una scrittura che esalta la struttura cromatica su pedali di tonica e di dominante che fungono da elemento unificante. Marcata dal punto di vista ritmico è la Danza dei fanciulli (Presto) che si evidenzia per il carattere ripetitivo del tema e per il passaggio, in alcuni punti, dal 6/8 al 2/4. Una melodia dolce e cantabile caratterizza la successiva Danza (Moderato alla breve), della quale sono protagonisti le fanciulle, prima, e i fanciulli dopo. Questi ultimi danzano su un tema più rapido e maggiormente marcato dal punto di vista ritmico. Dopo la ripresa della Danza dei fanciulli (Presto) e di quella degli schiavi (Allegro con spirito), un vorticoso Più animato conclude questo passo dell’opera in un’esplosione di timbri e sonorità orchestrali che esaltano una scrittura fortemente cromatica.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 14'

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