Čajkovskij
Eliseo Castrignanò, direttore
Nell'Estate in Musica della Sinfonica, dedicata a Čajkovskij, non poteva mancare la Grande suite dal balletto La Bella Addormentata
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Programma
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Pëtr Il'ič Čajkovskij
Votkinsk, 1840 - San Pietroburgo, 1893La Bella Addormentata, grande suite dal balletto
“Ho in mente di scrivere un libretto su La belle au bois dormant dalla fiaba di Perrault. Mi piacerebbe una mise en scène nello stile di Luigi XIV, che sarebbe una fantasia musicale scritta nello spirito di Lully, Bach, Rameau, ecc. Se questa idea le piace, allora perché non vi impegnate a scrivere la musica? Nell’ultimo atto ci dovrebbero essere delle quadriglie per tutti i personaggi della fiaba di Perrault – che dovrebbero comprendere il Gatto con gli stivali, Pollicino, Cenerentola, Barbablù”.
Con questa lettera del 25 maggio 1888 Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij, direttore dei Teatri Imperiali, invitò Čajkovskij a scrivere la musica del balletto La bella addormentata, convinto del fatto che la musica dei balletti, scritta fino a quel momento da musicisti di secondo piano come Cesare Pugni, Riccardo Drigo e Ludwig Minkus, non potesse sostenere adeguatamente la rivoluzione coreografica che stava attuando in Russia il grande coreografo Marius Petipa. Per questo motivo Vsevoložskij aveva contatto Čajkovskij nella speranza di poter elevare il livello qualitativo della musica, ma il compositore, preso dalla composizione della Quinta sinfonia e dell’Amleto, non rispose subito né a questa lettera né a un successivo sollecito. Il 9 agosto Vsevoložskij scrisse una nuova lettera a Čajkovskij chiedendogli se avesse ricevuto il libretto che, secondo quanto affermato dallo stesso compositore, non gli era arrivato. Finalmente in una lettera del 22 agosto Čajkovskij scrisse a Vsevoložskij:
“Mi affretto a comunicarle che il manoscritto della Bella addormentata mi è arrivato, proprio quando stavo prendendo posto nella mia carrozza ferroviaria per andare a Mosca o a Kiev. Ho avuto solo poche ore per esaminare lo scenario, ma volevo dirle ora che lo trovo affascinante e ne sono stato lieto al di là delle parole. Questo è assolutamente adatto a me e non c’è niente che desidero di più di scrivere la musica per questo scenario”.
Non si conosce quando il compositore iniziò la composizione della partitura, ma è certo che egli ne completò l’orchestrazione il 28 agosto 1889 esattamente un anno dopo le trattative intercorse tra il teatro e Čajkovskij. Il balletto, andato in scena il 15 gennaio 1890, ricevette un’accoglienza mediocre a partire dallo zar che, poco entusiasta dopo aver assistito alla prova del 14 gennaio, si lasciò scappare il laconico commento, giudicato da Čajkovskij offensivo e limitativo: davvero grazioso. Anche la stampa non fu tenera, non perdonando a Čajkovskij non solo di essersi cimentato in un genere minore solitamente curato da compositori di secondo piano, ma di aver utilizzato un soggetto feérique (fiabesco) e lontano da qualsiasi impegno drammaturgico. L’unica voce fuori dal coro fu quella di un recensore, Mikhail Ivanov, che, dopo aver espresso un giudizio positivo, predisse un grande avvenire al balletto che Čajkovskij considerò sempre tra le sue opere migliori, pur non ricavando da esso mai una suite. In sede concertistica sono state, infatti, proposte diverse serie di brani del balletto.
Riccardo Viagrande
Durata: 60'