Vivaldi & Piazzolla

Massimo Barrale, direttore/violino

  • Luogo

  • Orto Botanico

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    02 Luglio 2019

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    10 - €

    Calendario

Le quattro stagioni di Vivaldi & Piazzolla, solista il nostro violino di spalla Massimo Barrale  con il complesso d’archi dell’OSS, allieteranno la serata del 2 luglio nella magnifica sede dell'Orto Botanico.

  • Programma

  • Antonio Vivaldi
    Venezia, 1678 - Vienna, 1741

    Le quattro stagioni

    La Primavera, Concerto in mi maggiore per violino, archi e clavicembalo (Allegro – Largo – Allegro)

     

    L’Estate, Concerto in sol minore per violino, archi e clavicembalo (Allegro non molto – Adagio, Presto, Adagio, Presto, Adagio, Presto, Adagio, Presto, Adagio, Presto – Presto)

     

    L’Autunno, Concerto in fa maggiore per violino, archi e clavicembalo (Allegro, Allegro assai – Adagio molto – Allegro)

     

    L’Inverno, Concerto in fa minore per violino, archi e clavicembalo (Allegro molto – Largo – Allegro)

     

    Della vastissima produzione di Antonio Vivaldi all’inizio del Novecento si conoscevano soltanto i quattro concerti, noti con il titolo Le quattro stagioni, appartenenti alla raccolta, Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, pubblicata intorno al 1725 con una dedica al conte Vecenslao Morzin nella quale si legge:

     

    “Pensando frà me stesso al lungo corso dè gli anni, né quali godo il segnalatissimo onore di servire à V.S. Ill.ma in qualità di maestro di musica in Italia, ho arossito nel considerare che non per anco le ho datto un saggio della profonda veneratione che le professo; ond’è che ho risolto di stampare il presente volume per umiliarlo à piedi di V. S. Ill.ma troverà le quattro stagioni sino dà tanto tempo compatite dalla Generosa Bontà di V. S. Ill.ma, mà creda, che ho stimato bene stamparle perché ad ogni modo che siano le stesse pure essendo queste accresciute, oltre li Sonetti con una distintissima dichiaratione di tutte l’e cose, che in esse si spiegano, sono certo, che le giungeranno, come nuove”.

     

    Come si evince da questa dedica, i concerti furono composti prima del 1725 e solo nell’edizione a stampa furono dotati dei quattro sonetti dimostrativi che stabiliscono un legame talmente forte tra parola e musica da far ritenere le Quattro stagioni un’anticipazione della musica a programma. È molto probabile, tuttavia, che nella versione originale ascoltata dal conte Morzin certamente diversa anche nella parte musicale, l’intento descrittivo fosse minore. Nella versione a stampa i 4 concerti sono, quindi, preceduti da un sonetto dimostrativo il cui testo, esprimente situazioni tipiche della stagione, funge quasi da canovaccio per la musica che riproduce ora i suoni della natura, ora i sentimenti ispirati dagli elementi caratteristici della stagione trattata. Nei primi due concerti la corrispondenza tra il testo letterario e la musica è quasi totale dal momento che si afferma uno schema fisso nel quale i primi otto versi (le due quartine) sono utilizzati per il primo movimento, mentre la prima e la seconda terzina ispirano rispettivamente il secondo e il terzo movimento.

    Nell’Autunno e nell’Inverno questo schema non è rispettato e la musica segue in modo piuttosto libero il testo poetico. La scelta di accompagnare la musica con un testo poetico non altera la struttura formale del concerto con l’alternanza del tutti e del solo. Molto interessante, a tale proposito, è il rapporto tra il primo episodio e il ritornello della Primavera che, affidato a tutti gli strumenti, rappresenta perfettamente il primo verso Giunt' è la Primavera e festosetti, mentre il primo episodio, in cui il violino solista dialoga con il primo e il secondo violino, con la sua scrittura adornata da trilli, descrive il secondo verso La Salutan gl’Augei con lieto canto. Anche nell’Estate il compositore rende magistralmente le situazioni descritte nel sonetto; così il caldo sembra pesare come le appoggiature discendenti nella parte iniziale del primo movimento, mentre i veloci ribattuti esprimono perfettamente i tuoni e gli scrosci di grandine dell’ultima terzina del sonetto nell’ultimo movimento. Non meno forte è il legame con il testo nell’Autunno i cui tre movimenti presentano i seguenti sottotioli: Ballo e canto di villanelli nel quale è descritta una scenetta bacchica; Ubriachi dormienti, in cui il sonno collettivo è rappresentato da armonie quasi immobili; La caccia con il violino solista che rappresenta la belva mentre fugge. Il ghiaccio, rappresentato da trilli, e il vento, che spira nei rapidi disegni del solista, sono i protagonisti dell’Inverno i cui rigori sono rappresentati nel primo e nel terzo movimento, mentre una soave melodia, che evoca le gioie e il calore confortevole del focolare domestico, nel secondo si diffonde sullo sfondo di una pioggia battente che imperversa fuori ed è resa efficacemente dal pizzicato degli archi.

     

    Durata: 39'

    Astor Piazzolla
    Mar de la Plata 1921 - Buenos Aires 1992

    Cuatro Estaciones Porteñas (Le quattro stagioni)

    Primavera

    Verano

    Otoño

    Invierno

     

    Compositore argentino di origine italiana, Astor Piazzolla è stato giustamente considerato il più grande autore di una delle danze più popolari del Novecento, il Tango, nonostante abbia modificato le caratteristiche fondamentali di questa danza che gli Argentini conservano come qualcosa di sacro. Piazzolla ha avuto il grande merito di aprire il Tango al jazz e anche ad una scrittura dissonante estremamente moderna mantenendone sempre il carattere sensuale e la straordinaria forza comunicativa capace di affascinare e sedurre il pubblico.

    La grande tradizione del tango argentino costituisce anche la fonte d'ispirazione delle Cuatro Estaciones Porteñas, quattro composizioni inizialmente concepite da Piazzolla come pezzi a se stanti tra il 1965 e il 1970 per il quintetto nel quale lo stesso compositore suonava il bandaneón. Tra il 1996 e il 1998 il compositore russo Leonid Desyatnikov, creando un ponte con le Quattro stagioni di Vivaldi, realizzò una versione per violino e orchestra d'archi dividendo ogni brano in tre parti e introducendo delle citazioni dei concerti del compositore veneziano. Nel fare questo egli tenne conto delle differenze dei due emisferi, anche in considerazione del fatto che l'aggettivo Porteño si riferisce a coloro che sono nati a Buenos Aires, e, così, in Verano (Estate) introdusse, per esempio, delle citazioni dell'Inverno di Vivaldi.

     

    Riccardo Viagrande

     

    Durata: 27'

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