BRUNDIBÁR
Opera per ragazzi in due atti
Libretto di Adolf Hoffmeister
Musica di Hans Krása
-
Luogo
-
Politeama Garibaldi
-
Giorno
ora
Durata
Prezzo
-
Giorno
Domenica 21 Aprile 2024
Ore
18,00
Durata
60min.
Prezzi
20 - 5 €
Personaggi e interpreti
Aninka Sara Intravaia/Sofia Elena Mangano
Pepiček Enrico Maria Giambruno/Martino Lo Cicero
Brundibár Maria Laura Carollo/Samuela Ricca
Passero Alessandro Lipani/Francesco Lo Cicero
Gatto Miriam Citarrella/Asia Sanniu
Cane Liliana Augello/Miriam Messina
Poliziotto Francesco Coste/Giorgio Valenti
Lattaio Marta Capuana/Chiara Taormina
Gelataio Arianna Cinquemani/Vittoria Scilipoti
Fornaio Chiara Insinna/Andrea La Parola
Coro di Voci Bianche della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana
Ensemble strumentale dell’Orchestra Sinfonica Siciliana
Riccardo Scilipoti direttore e maestro del coro di voci bianche
Con la partecipazione della cantante Luisa Hoffmann
Regia e progetto scenico di Claudia Puglisi - Nuovo allestimento
-
Programma
-
Hans Krása
Praga 1899 - Auschwitz 1944BRUNDIBÁR. Opera per ragazzi in due atti su libretto di Adolf Hoffmeister (1938-39 - versione di Theresienstadt 1943)
Genesi dello spettacolo
L’opera per ragazzi Brundibár, che dopo il settembre del 1943 sarebbe diventata l’opera di maggior successo nel ghetto di Theresienstadt, fu composta dal compositore Hans Krása e dal drammaturgo Adolf Hoffmeister fra il 1938 e il 1939, con lo scopo di partecipare a un concorso bandito dal Ministero dell’Istruzione Scolastica e Popolare della Repubblica Cecoslovacca dopo il successo di due opere didattiche come Der Jasager (Colui che dice sì, 1930) di Weill-Brecht e Wir bauen eine Stadt! (Facciamo una città, 1930) di Hindemith-Seitz. Nel caos seguito all’occupazione nazista, la partitura originale andò tuttavia perduta e l’opera fu dunque rappresentata per la prima volta con il solo accompagnamento del pianoforte all’interno dell’Orfanotrofio Ebraico di Praga.
In seguito Hans Krása, che nel frattempo era stato deportato a Theresienstadt, decise si ricostruire l’opera dalla memoria, realizzandone una seconda versione concepita in funzione dei musicisti presenti nel Lager e con l’idea di coinvolgere come cantanti e attori i bambini e le bambine deportati nel ghetto. Krása decise di coinvolgere in primo luogo i ragazzi che avevano già cantato l’opera nell’Orfanotrofio Ebraico, cogliendo perfettamente le potenzialità e capacità inclusive dello spettacolo. La prima rappresentazione ebbe luogo il 23 settembre 1943 e l’opera divenne ben presto una parte integrante della vita del ghetto. La gente fischiettava per strada le melodie di Hans Krása e lo spettacolo fu replicato oltre 55 volte e presentato anche alla commissione della Croce Rossa Internazionale che visitò la fortezza nell’estate del 1944. I nazisti inclusero il finale di Brundibár nel film di propaganda girato poco dopo all’interno del ghetto. Quasi tutti i bambini e i musicisti coinvolti nel progetto furono tuttavia inclusi nella tragica serie dei “trasporti d’autunno” che nel settembre-ottobre 1944 determinarono in pratica la liquidazione del ghetto.
Cast di Brundibár 1944 a Theresienstadt per il video di propaganda nazista
Drammaturgia e caratteri musicali
Il soggetto teatrale di Brundibár appare di estrema semplicità, ma era al tempo stesso destinato ad assumere un particolare significato etico e formativo anche al di là del contesto opprimente del ghetto. Da un punto di vista formale, l’opera si articola in due atti, collegati da un breve interludio (Serenata), per una durata di circa 35-40 minuti. Ai brani cantati si alternano brevi passaggi recitati e l’effetto è quindi quello di una commedia o Singspiel in miniatura.
Il linguaggio compositivo di Krása risulta in questo caso meno complesso che in altre occasioni, anche se le parti vocali, pur mantenendosi del tutto orecchiabili, sfuggono ai luoghi comuni della musica per l’infanzia e rivelano in certi casi strutture ritmiche irregolari e di relativa complessità esecutiva. Tutt’altro che facile è invece la parte strumentale, pensata per un piccolo ensemble di musicisti di grande valore, come dimostrano – per esempio – i passaggi virtuosistici del primo violino del clarinetto e del pianoforte.
I protagonisti sono un fratellino e una sorellina di nome Pepiček e Aninka (in italiano Peppino e Annina) il cui padre è disperso in guerra, mentre la mamma è molto malata. Il dottore le ha prescritto un bicchiere di latte caldo e i due fratellini si avviano fiduciosi verso la piazza del mercato. Giunti sul posto si rendono conto, tuttavia, di non avere denaro e di non potere dunque acquistare nulla. Il poliziotto li allontana in malo modo. A quel punto sopraggiunge il suonatore d’organetto Brundibár, che al termine dell’esibizione passa tra la gente tendendo il suo cappello. Pepiček e Aninka pensano di fare lo stesso, ma le loro voci si disperdono nella confusione del mercato. Brundibár, che non ama la concorrenza, riprende a suonare il suo organetto e riesce, con l’aiuto dei bottegai e del poliziotto a far cacciare i due bambini dalla piazza.
Si fa sera e i due fratellini, tristi e desolati, si preparano a passare la notte all’aperto. Ad un tratto incontrano però un terzetto di animali parlanti – un Passero, un Gatto, un Cane – che li rassicurano e promettono il loro aiuto. Rincuorati, Pepiček e Aninka si addormentano.
Al risveglio, i fratellini s’incamminano verso la piazza del mercato, mentre il Passero, il Gatto e il Cane riescono a convincere degli altri ragazzini – che stavano andando a scuola – ad aiutare i due fratelli. Brundibár ha già cominciato a far sentire la sua solita canzone, ma Pepiček e Aninka, insieme con i loro nuovi amici, riescono a disturbare la sua esecuzione, costringendolo a scappare. I bambini vittoriosi cantano insieme una specie di ninna-nanna e la gente del mercato lancia loro diverse monete. Pepiček vorrebbe correre finalmente a comprare il latte per sua madre, ma Brundibár tenta di rubargli il gruzzoletto e a fuggire. Gli animali parlanti lo inseguono e recuperano tutto. A questo punto Pepiček e Aninka intonano, insieme con gli altri ragazzi, un'esultante marcia conclusiva: poco prima della fine i due fratelli si rivolgono direttamente al pubblico annunciando che per quella sera l’opera è finita e intonano ancora una volta quel canto libero e gioioso che il piccolo tiranno Brundibár avrebbe voluto far tacere per sempre.
Per arricchire ulteriormente il percorso drammaturgico e musicale dello spettacolo è stata considerata la partecipazione della cantante Luisa Hoffmann, Dottore di ricerca in Etnomusicologia all’Università di Roma, insegnante ed esperta del repertorio popolare ebraico. Avvalendosi della partecipazione di alcuni dei musicisti già coinvolti nell’ensemble Luisa Hoffmann eseguirà due o tre brani musicali all’inizio dello spettacolo (spiegandone il significato e leggendo le traduzioni dei testi). Durante la scena notturna, mentre Pepiček e Aninka dormono insieme su una panchina, Luisa Hoffmann proporrà invece un arrangiamento per voce e quartetto d’archi di una Ninna-nanna di Gideon Klein.
Brundibár immagine con protagonisti i bambini del ghetto di Theresienstadt
Conclusioni: il messaggio dell’opera
Al di là della sua indiscutibile gradevolezza e apparente semplicità, che ne hanno fatto uno degli spettacoli di teatro musicale per ragazzi più diffusi al mondo (con varie incisioni discografiche e traduzioni in inglese, tedesco, italiano, etc.), Brundibár trasmette dei valori universali che prescindono dall’epoca e dalle circostanze storiche in cui ha visto la luce: ci riferiamo in particolare all’idea di solidarietà, alla consapevolezza del fatto che l’unione fa la forza, nella certezza – da custodirsi soprattutto nei momenti più oscuri – che per quanto possa essere difficile un determinato cammino, alla fine le forze del bene prevalgono sempre su quelle del male. Si tratta pertanto di un’opera che dal punto di vista educativo appare dunque di grande rilievo: non è un caso che la prima rappresentazione a Palermo, realizzata sotto gli auspici del Rotary Club Palermo Nord, abbia coinvolto, come solisti e coro, i bambini e bambine della parrocchia di Don Giuseppe Puglisi a Brancaccio. Ed è infatti nelle periferie, soprattutto, dove il personaggio di Brundibár viene immediatamente riconosciuto come il simbolo di tutti quei “bulli” che in un modo o nell’altro tentano di soffocare le speranze degli altri, eleggendosi a padroni incontrastati della loro piazza del mercato.
Dario Oliveri
La testimonianza video per il film di propaganda nazista girato nel 1944 nel ghetto di Theresienstadt
https://www.youtube.com/watch?v=nXvFKAtTa_k
Durata: 60'