Orff - Carmina Burana

PINCHAS STEINBERG direttore

 

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi - Palermo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    24 Ottobre 2025

    Ore

    20,30

    Durata

    70min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

ELISABETH BREUER soprano

MARCO CIAPONI tenore

MARIO CASSI baritono

CHOR DER KLANGVERWALTUNG

CORO VOCI BIANCHE FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA

RICCARDO SCILIPOTI maestro del coro

CORO VOCI BIANCHE CONSERVATORIO “ALESSANDRO SCARLATTI” DI PALERMO

ANTONIO SOTTILE maestro del coro

In collaborazione con il Conservatorio di Musica "Alessandro Scarlatti"

  • Programma

  • Carl Orff
    Monaco di Baviera 1895 - 1982

    Carmina burana (Cantiones profanae) per soli, coro e orchestra

    Fortuna imperatrix (Fortuna signora del mondo): O Fortuna – Fortunae plango velnera)

    Primo vere: Veris leta facies – Omnia sol temperat – Ecce gratum – Uf dem Anger (Sul prato): Tanz – Floret silva nobilis – Chramer gip die varwe mir – Reie: Swaz hie gat umbe / Chume, chum geselle min – Were diu werlt alle min.

    In taberna: estuans interius – Olim lacus colueram – Ego sum abbas – In taberna quando sumus.

    Cuor d’Amour: Amor volat undique – Dies, nox et omnia – Stetit puella – Circa mea pectora – Si puer cum puellula – Veni, veni, venias – In trutina – Tempus est iucundum – Dulcissime.

    Blanzifor et Helena: Ave formosissima. Fortuna imperatrix mundi: O Fortuna.

     

    Composti tra il 1935 e il 1936, i Carmina burana, il cui sottotitolo recita Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumentis atque imaginibus magici, costituiscono il capolavoro di Carl Orff il quale, con questa sua cantata scenica, ha conseguito una fama imperitura che non ha mai conosciuto momenti di declino. L’opera è ispirata all’omonima raccolta di circa 315 componimenti, contenuti in un codice medievale di 112 fogli, chiamato appunto Carmina burana, perché esso fu conservato fino al XIX sec. nell’abbazia di Benediktbeuern nel sud della Baviera. Opera di studenti nomadi in Francia, in Inghilterra e in Germania, i Carmina Burana, canti goliardici consistenti nella parodia di quelli della tradizione ufficiale (sacra) e nella celebrazione dei piaceri del vino e dell’amore, furono riscoperti nel 1803 costituendo, così, un’importante testimonianza della musica profana medievale. La straordinaria varietà tematica, che può essere riassunta in quattro grandi categorie costituite dai Carmina moralia (di argomento satirico e morale), dai Carmina veris et amoris (di argomento amoroso), dai Carmina lusorum e potatorum (di argomento bacchico e conviviale) e dai Carmina divina (di argomento sacro), attirò l’attenzione di Carl Orff che ne trasse un libretto di 24 canti quasi tutti in latino ad eccezione di un brano in alto tedesco medio e di uno in provenzale. Dopo la prima trionfale esecuzione a Francoforte l’8 giugno 1937, i Carmina burana hanno sempre goduto di un notevole successo, appena scalfito dall’ostilità da parte del regime nazista. Dopo la prima esecuzione, infatti, Herbert Gerigk, capofila della musicologia antisemita e seguace delle teorie razziste di Alfred Rosenberg, aveva stroncato l’opera dalle colonne del «Völkischer Beobachte», il giornale ufficiale del regime. Nella sua recensione Gerigk, oltre a deplorare l’uso della lingua latina e il ritorno da parte del compositore agli elementi originari del far musica, accusò la partitura di Jazzstimmung (Linguaggio Jazz). Questa fu un’accusa molto grave per l’epoca in Germania, soprattutto se si considera fatto che il jazz fu profondamente avversato dal nazismo. In seguito a questa recensione, l’opera non fu più eseguita fino al 1940 in Germania, mentre in Italia fu rappresentata per la prima volta il 1° ottobre 1942 alla Scala di Milano sotto la direzione del direttore d’orchestra palermitano Gino Marinuzzi.

    Costituiti da un prologo, ripreso simmetricamente alla fine, e da tre parti, i Carmina Burana, che, insieme ai Catulli carmina (1943) e al Trionfo di Afrodite (1935), fanno parte del trittico teatrale I trionfi, si aprono con un’invocazione alla Fortuna, signora del mondo, di grande effetto che mette immediatamente in luce uno degli aspetti più importanti della composizione, quel carattere barbarico che evoca il Medioevo, periodo in cui questi celebri testi furono concepiti. La fortuna costituisce il principio organizzatore dell’intera composizione che non segue una trama logica, ma si sviluppa secondo il concetto del giro della ruota della fortuna. Tema dominante della prima parte, Primo vere, è quello della natura e della primavera rappresentate entrambe in modo paganeggiante. Nella seconda, In taberna, viene esaltato il vino in una forma goliardica, mentre nella terza, Cour d’Amour (Corte d’amore), viene celebrato il tema dell’amore. L’opera si conclude con un’invocazione trionfale a Venere, Ave formosissima, a cui segue la ripresa del prologo. Composizione di grande effetto che si imprime immediatamente nell’orecchio e nella memoria grazie ai suoi ritmi, i Carmina Burana si segnalano per una scrittura armonica volutamente arcaica che costituisce una reazione, da parte di Orff, sia all’armonia cromatica tardo romantica sia alle nuove avanguardie rappresentate da Schönberg e dalla Seconda Scuola di Vienna.  L’adozione di una scrittura modale rivisitata in modo estremamente originale da Orff contribuisce a dare alla composizione un carattere primordiale ottenuto grazie a un uso quasi barbarico delle percussioni e al modo in cui è trattato il coro ora a blocchi ora in complicate combinazioni con i solisti.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 70'

Coro di voci bianche Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana

Coro voci bianche Conservatorio A.Scarlatti di Palermo