New York/Rio de Janeiro

Salvatore Percacciolo, direttore

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    04 Ottobre 2024

    Ore

    21,00

    Durata

    60min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Samuel Barber
    West Chester, Pennsylvania, 1910 – New York 1981

    Adagio per archi

    Eseguito per la prima volta il 5 novembre 1938 a New York dalla NBC Orchestra diretta dal grande maestro Arturo Toscanini, l’Adagio per archi, il lavoro più famoso del compositore americano Samuel Barber, acquistò grande fama e popolarità in seguito alla sua utilizzazione nella colonna sonora del film The Elephant man di David Lynch, dove fu collocato in coda alla pellicola allo scopo di accentuarne il carattere emotivo. Questa funzione è stata fatta propria anche da Oliver Stone che, nel suo film Platoon, si servì dell’Adagio per rendere più intensi ed efficaci, nel loro impatto emotivo, i momenti di maggiore pathos. Reso ormai famoso dalla stabile e indiscussa popolarità, l’Adagio corrisponde in realtà all’arrangiamento, effettuato su consiglio di Toscanini, del secondo movimento del Quartetto op. 11 n. 1 composto due anni prima, dove aveva la funzione di contrastare il carattere violento del primo movimento. Toscanini era rimasto positivamente impressionato dal pezzo, ma aveva posto in essere un comportamento iniziale che era servito solo ad infastidire Barber. Il celebre direttore d’orchestra aveva, infatti, restituito il brano senza commentarlo, mandando a dire al compositore, soltanto dopo qualche tempo e tramite un amico, che non aveva scritto alcun commento perché aveva subito imparato a memoria la partitura. Sembra che Toscanini non abbia più visto la partitura se non il giorno immediatamente precedente alla prima esecuzione.

    Il pezzo, che, dal punto di vista formale, presenta una struttura ad arco, si basa su una melodia molto malinconica e dolente assimilabile ad una mesta trenodia che raggiunge il suo punto culminante nella parte centrale per spegnersi alla fine con la ripresa del tema iniziale.

    Durata: 8'

    Giuseppe Mazzamuto
    Palermo, 1976

    Times Square, per quattro percussionisti e orchestra di fiati

    (Giuseppe Mazzamuto prima percussione – Giovanni Dioguardi seconda percussione – Massimo Grillo terza percussione – Giuseppe Sinforini batteria)

     

    Times square, composizione originale di Giuseppe Mazzamuto, vibrafonista, percussionista e compositore palermitano, che sarà eseguita per la Stagione Estiva dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, trae ispirazione da tipiche sonorità americane affini alla Marching Band seppur con un organico totalmente inedito. Oltre ai 4 percussionisti solisti, dei quali uno batterista, fanno, infatti, parte dell’ensemble orchestrale di soli fiati: 1 ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni e 1 basso tuba. Dal punto di vista formale è in un tempo unico composto da 5 quadri musicali ed è, infatti, un viaggio immaginario che porta i quattro percussionisti solisti attraverso i 5 distretti di New York: il Queens, Staten Island, il Bronx, Brooklyn sino ad arrivare al centro di Manhattan, Times Square per l’appunto.

    Durata: 7'

    Aaron Copland
    New York 1900 - New York 1990

    Quiet City per tromba, corno inglese e archi

    (Giuseppe M. Di Benedetto tromba – Maria Grazia D’Alessio corno inglese)

     

    Originariamente concepita nel 1939 come musica di scena per un lavoro teatrale del ventiseienne Irwin Shaw, il futuro sceneggiatore de I giovani leoni, celebre film del 1948 di Edward Dmytryk con Marlon Brando e Montgomery Clift, Quiet City per tromba, corno inglese e archi forse sarebbe stata avvolta dall'oblio se Copland non avesse deciso di farne una piccola suite. Chiamato in modo un po' contraddittorio «fantasia reale», il lavoro teatrale di Shaw, che aveva per protagonisti due fratelli dei quali il primo, dopo aver rifiutato le sue origini, si era inserito nel mondo degli affari, mentre il secondo era un trombettista che vagava di notte per le strade della città cercando di riprodurre con il suo strumento le emozioni della gente che incontrava, dopo due anteprime, delle quali la prima si era tenuta il 16 aprile 1939, venne, infatti ritirato. Come ricordato dal produttore, «tutto ciò che è rimasto del nostro duro lavoro è stata la bella musica di Aaron Copland», il quale nel 1940 realizzò una suite, che, dedicata a Ralph Hawkes, titolare della casa editrice Boosey & Hawkes, fu eseguita il 28 gennaio 1941 a New York con la Saidenberg Little Symphony sotto la direzione di Daniel Saidenberg.

    Questa partitura di rara finezza ha per protagonisti il corno inglese e soprattutto una tromba le cui parti, che descrivano una forma di vagabondaggio, si stagliano su un tappeto sonoro costituito dall'orchestra d'archi in modo da far emergere il personaggio principale della commedia, come lo stesso Copland ebbe modo di affermare nella sua autobiografia:

    “Il mio trombettista è semplicemente il tentativo di rispecchiare il travagliato personaggio principale della commedia di Irwin Shaw. Infatti una delle mie indicazioni per il trombettista è di suonare nervosamente. Ma Quiet City sembra essere diventata un’entità musicale a se stante, che va oltre le ragioni originali della sua composizione".

    Durata: 11'

    Darius Milhaud
    Marsiglia 1892 - Ginevra 1974

    Le boeuf sur le toit (Il bue sul tetto), suite dal balletto su libretto di Jean Cocteau op. 58

    “Se andrete a vedere Le boeuf sur le toit, vi divertirete. Dovrete soltanto guardare e ascoltare senza fare il minimo sforzo. Non andate a cercare in questa farsa un’idea, un soggetto, un’intenzione, un intrigo, un simbolo. Non c’è niente di tutto ciò. Allora, che cosa accade? Niente. Non accade niente. Mettetevelo in testa e non vi stancate inutilmente. Il sipario si alza sull’interno di un bar. Musica vivace da caffè-concerto resa più abbondante dall’impiego di fonti musicali moderne. Personaggi divertenti, la cui semplice testa umana è sostituita da una grossa testa in cartone dipinto, entrano ad uno a uno. Tutti questi personaggi, ce ne sono otto, credo, si dondolano e danzano lentamente su una musica viva che non manca di verve e di franchezza”.

    Con queste entusiastiche parole, il critico di «Le Ménestrel» (ann. 82, n. 11, 12 marzo 1920, p. 107) recensì la prima esecuzione di Le boeuf sur le toit di Darius Milhaud, avvenuta il 21 febbraio 1920 a Parigi al Théâtre des Champs-Élysées con la scenografia di Dufy e la collaborazione dei clown del circo Medrano, i celebri Fratellini.  Composto nel 1919, Le boeuf sur le toit (Il bue sul tetto) esprime la nostalgia del compositore per il Brasile, nazione dove egli aveva soggiornato negli anni della Grande Guerra come segretario del poeta Paul Claudel, all’epoca ambasciatore francese a Rio de Janeiro. Ritornato a Parigi, Milhaud decise di assemblare, come lo stesso compositore ebbe modo di affermare:

    “poche melodie popolari, tanghi, samba e anche un fado portoghese e trascriverle come tema di un rondò che ricorre tra ogni successiva coppia”.

    Per la verità la struttura, descritta da Milhaud in modo estremamente semplicistico, si presenta più complessa con il tema che appare per ben 12 volte in tonalità diverse in una scrittura rapsodica, nella quale domina il ritmo del tango, e tale da creare un effetto comico, quasi farsesco, ottenuto anche con l’uso di un’armonia politonale. Destinata, nelle intenzioni dell’autore, ad accompagnare un film di Charlie Chaplin come si evince dal sottotitolo Sinfonia cinematografica su motivi sudamericani, questa composizione, il cui titolo richiama quello di un popolarissimo tango brasiliano, trovò la sua definitiva destinazione teatrale grazie a Jean Cocteau che scrisse una farsa surreale ambientata in un bar; nella farsa di Cocteau un barista serve clienti alquanto bizzarri tra i quali spiccano un pugile, un nano nero e una donna dai capelli rossi vestita da uomo, tutti in procinto di dare vita a una rissa fermata in un modo piuttosto strano dall’arrivo di un poliziotto. Il successo della partitura, eseguita ormai quasi esclusivamente nella versione concertistica, fu tale che in seguito il bar, La Gaya, luogo di ritrovo del parigino Gruppo dei sei, del quale lo stesso Milhaud fece parte, prese il nome di Le boeuf sur le toit.

    Durata: 20'

    Mozart Camargo Guarnieri
    Tietê 1907 - San Paolo 1993

    Dança brasileira n. 2

    Autore di una produzione vastissima e secondo compositore brasiliano più conosciuto al mondo dopo Villa-Lobos, Mozart Camargo Guarnieri, dopo aver appreso le prime nozioni di musica dal padre, un barbiere originario di Caltanissetta che suonava il flauto, e dalla madre pianista, studiò prima al Conservatorio di San Paolo e, poi, a Parigi dove ebbe come insegnanti Charles Koechlin e François Ruhlmann. Il periodo di maggior successo di Mozart Camargo Guarnier, che fu anche assessore artistico-musicale del Ministro dell’Educazione e direttore dell’Orchestra Sinfonica dell’Università di San Paolo dal 1975 fino alla morte, coincise con gli anni Cinquanta, quando si era affermata la cosiddetta Escola Paulista. Nella sua vasta produzione spiccano le Tres Dancas para Orquestra, composte nel 1941 e di cui è in programma la seconda, oggi tra le più eseguite e incise fuori dal Sud America. Questo lavoro deve la sua fama ai brillanti ritmi brasiliani e alla raffinata orchestrazione.

    Durata: 3'