Grieg & Rachmaninov

John Axelrod, direttore

Federico Colli, pianoforte

RINVIATO A DATA DA DESTINARSI

  • Luogo

  • Politeama Garibaldi

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    13 Marzo 2020

    Ore

    21,00

    Durata

    100min.

    Prezzi

    25 - 12 €

    Calendario

  • Programma

  • Edvard Grieg
    Bergen 1843 - Bergen 1907

    Concerto in la minore op.16 per pianoforte e orchestra

    Allegro molto moderato

    Adagio

    Allegro moderato  molto e marcato

     

    Nel periodo classico-romantico la composizione di concerti, soprattutto per pianoforte e orchestra, era stata finalizzata alla formazione di un repertorio personale del quale il compositore si serviva per le sue esibizioni; per i Concerti per violino, o violoncello o altri strumenti, tuttavia, era già avvenuta una forma di separazione tra il compositore e l’esecutore tanto che il primo doveva chiedere al secondo consigli sulle eventuali difficoltà tecniche che potevano presentare alcuni passi. Questa netta separazione si attuò gradualmente nella seconda metà dell’Ottocento quando al pianista-compositore si affiancò, per sostituirlo, poi, definitivamente, il pianista-interprete. Il primo concerto, scritto da un compositore non pianista, è il Concerto op. 16 di Edvard Hagerup Grieg che, nonostante il successo ottenuto alla prima esecuzione, avvenuta a Copenaghen il 3 aprile 1869 con Edmund Neupert, a cui è dedicato il lavoro, al pianoforte, non fu molto soddisfatto dalla parte orchestrale da lui sottoposta a varie revisioni. La parte pianistica, che non presenta particolari difficoltà virtuosistiche, non essendo Grieg un pianista, fu composta con una certa facilità che sembra testimoniare il momento di serenità che il compositore stava vivendo durante una vacanza trascorsa nel 1868 a Söllerod con la giovanissima moglie Nina e la figlia neonata. Nel primo movimento, Allegro molto moderato, la classica forma-sonata è rivisitata da Grieg in modo originale con parti dell’esposizione che vengono riprese con variazioni; suggestiva è la lunga cadenza che conduce alla coda, mentre il secondo movimento, Adagio, presenta una classica struttura tripartita con un’esposizione, uno sviluppo di carattere improvvisativo e una ripresa. Del terzo movimento, Allegro moderato molto e marcato, è protagonista, infine, il ritmo dell’Halling, una danza norvegese. Dal punto di vista formale soltanto la prima parte può richiamare l’esposizione della forma-sonata, mentre il resto si muove liberamente quasi in modo rapsodico.

    Durata: 30'

    Sergej Vasil'evič Rachmaninov
    Oneg, Novgorod, 1873 - Beverly Hills, 1943

    Sinfonia n.2 in mi minore op. 27

    Largo, Allegro moderato

    Allegro molto

    Adagio

    Allegro vivace

     

    Dopo l’insuccesso occorso alla sua Prima sinfonia alla prima esecuzione avvenuta a Pietroburgo alla fine del 1897, passarono ben dieci anni prima che Rachmaninov ritornasse al genere sinfonico. In quell’occasione i fischi, che sommersero la sinfonia, furono tali che Rachmaninov, come ebbe modo di raccontare, rimase inizialmente paralizzato e incredulo e abbandonò la sala prima della fine del  concerto. La critica, il giorno dopo, non fu più tenera del pubblico e giudicò l’opera in modo pesantemente negativo, quando addirittura non la derise apertamente. Lo choc fu tale da indurre Rachmaninov ad abbandonare, per ben due anni, l’attività di compositore e da causargli una forte crisi depressiva che lo aveva condotto sulla soglia del suicidio. Dieci anni dopo, rinfrancato dal successo ottenuto con il Secondo concerto per pianoforte e orchestra e diventato un affermato direttore d’orchestra, nella cui veste era stato acclamato per ben due stagioni al Bolshoi di Mosca, egli ritrovò la fiducia necessaria per riaccostarsi al genere della sinfonia; a Dresda, in Germania, dove si era trasferito insieme con la figlioletta e la moglie, trovò anche la serenità per comporre e in due anni, tra il 1906 e il 1907, portò a termine la sinfonia che sottopose a diverse revisioni o perché non del tutto soddisfatto o perché timoroso di un altro insuccesso. La prima esecuzione, avvenuta a Pietroburgo l’8 febbraio del 1908, fu un trionfo che per Rachmaninov rappresentò la definitiva consacrazione come compositore e che fu confermato dal premio Glinka attribuitogli dieci mesi dopo.

    Eccessivamente lunga, la Sinfonia, la cui durata nella sua forma originaria era di  circa un’ora, fu sottoposta nel tempo a diverse revisioni che ne hanno ridotto considerevolmente i tempi portandola a 35’ circa. Oggi la Sinfonia è eseguita comunemente nella sua versione originaria con la sola omissione di un ritornello nel primo  movimento, aperto da un Largo introduttivo tetro e misterioso nel tema affidato ai violoncelli e ai contrabbassi. Il primo movimento prosegue con il classico Allegro moderato in forma-sonata nel quale momenti di serenità si alternano e si oppongono ad altri di intensa drammaticità. Come accade di solito nella tradizione russa, il secondo movimento, Allegro molto, è un vigoroso Scherzo nel quale appare il tema gregoriano del Dies irae particolarmente caro a Rachmaninov che lo utilizzò anche in altre opere. Il terzo movimento, Adagio, crea un’atmosfera di grande pathos nel tema affidato inizialmente al violino, mentre il quarto, Allegro vivace, seguendo i principi della tradizione russa, è una mirabile sintesi dei temi e dei motivi precedenti esposti e qui strutturati secondo i principi della forma-sonata.

     

    Riccardo Viagrande

     

    Durata: 60'