Bach
Andrea Marcon, direttore
La Cetra Barockorchestrer & Vokalensemble Basel
Duomo di Monreale
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Luogo
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Duomo di Monreale
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Giorno
ora
Durata
Prezzo
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Giorno
Venerdì 20 Ottobre 2023
Ore
21,00
Durata
130min.
Prezzi
0 - 0 €
Carlos Federico Sepúlveda, maestro del coro
Gunta Smirnova, soprano I
Anna Piroli, soprano II
Carlos Mena, controtenore
Jakob Pilgram, tenore
Tobias Berndt, baritono
Ingresso libero sino ad esaurimento posti
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Programma
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Johann Sebastian Bach
Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750Messa in si minore per soli, coro e orchestra BWV 232
- Missa: Kyrie-Gloria
- Symbolum nicenum (Credo)
- Sanctus
- Osanna
- Agnus Dei
Pur non essendo stata composta in modo unitario, la Messa in si minore è la più grande opera sacra di Bach insieme alle Passioni. In questa Messa egli raccolse, infatti, alcune composizioni scritte durante il periodo trascorso a Lipsia come il Sanctus, che, risalendo all’incirca al 1724, ne è la parte più antica. Al 1733 risalgono, invece, il Kyrie e il Gloria composti su incarico del Consiglio municipale in occasione della visita dell’elettore Augusto III di Polonia, succeduto al padre Federico Augusto II. Per l’occasione il Kyrie e il Gloria furono eseguiti il 21 aprile 1733 rispettivamente prima e dopo la predica nella chiesa di San Nicola. Il Kyrie fu inteso come un omaggio al defunto re, mentre il Gloria come una celebrazione per l’ascesa al trono del nuovo re che, essendo cattolico, non ascoltò nemmeno una nota di questa composizione perché eseguita in una chiesa protestante. In seguito alcuni amici di Dresda incoraggiarono Bach a scrivere una Messa per l’incoronazione a re di Polonia di Augusto III, ma l’incarico ufficiale fu dato a un altro musicista ancora oggi ignoto. Di religione protestante, Bach, incurante delle critiche che avrebbe potuto attirare su di sé per aver composto una Messa cattolica, decise, infine, di ampliare questo nucleo originario completandolo con le restanti parti (Credo, Osanna e Agnus Dei) che furono scritte tra il 1747 e il 1749, periodo in cui egli sistemò in modo definitivo questo suo lavoro.
La Messa in si minore è un’opera monumentale che si distingue per la ricchezza di forme e di stili sia antichi che moderni con fughe, passacaglie e parti estremamente elaborate dal punto di vista contrappuntistico, come l’iniziale Kyrie a cinque voci, e con 9 parodie di passi di sue precedenti cantate, come l’Expecto resurrectionem mortuorum tratto dalla Cantata, Got man lobet. Bach, però, non copiò questi brani, ma li rielaborò ora aggiungendo una nuova parte vocale, come nel già citato Expecto, ora riscrivendo interi passi come si può notare nel Crucifixus che, rispetto all’originaria passacaglia della Cantata Weinem, Klagen, presenta nel finale una nuova modulazione dal minore al maggiore. La Messa è un’opera imponente nella quale Bach non disdegnò di utilizzare nemmeno temi gregoriani, di cui sono esempi la parte iniziale e finale del Credo, dove il vecchio cantus firmus gregoriano diventa il soggetto di una fuga. Tale scelta, apparentemente sorprendente, è giustificata dal fatto che Bach con questa Messa volle fare riferimento a un’età in cui la cristianità non era ancora divisa. Nella Messa, inoltre, non mancano nemmeno le arie e i duetti per i quali Bach s’ispirò all’opera italiana e, in particolare modo, allo stile di Agostino Steffani. Un esempio è costituito dal duetto all’interno del Credo Et in unum Jesum Christum filium Dei unigenitum, dove l’unione mistica tra il Padre e il Figlio è resa simbolicamente e musicalmente con un’imitazione all’unisono.
Riccardo Viagrande
Durata: 130'