La Spagna e le Americhe

Alberto Maniaci, direttore

Pierpaolo Petta, fisarmonica

Palermo - Piazza Ruggiero Settimo

  • Luogo

  • Piazza Ruggiero Settimo

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Venerdì
    02 Agosto 2024

    Ore

    21,00

    Durata

    65min.

    Prezzi

    10 - 5 €

    Calendario

  • Programma

  • Georges Bizet
    Parigi, 1838 - Bougival, 1875

    Carmen Suite

    Aragonaise (Allegro vivo)

    Habanera (Moderato)

    Intermezzo (Andantino quasi allegretto)

    Seguedille (Allegretto)

    Chanson du toréador (Allegro moderato)

    Les Toreadors (Allegro giocoso)

     

     

    Come è accaduto per molti altri capolavori del teatro musicale, anche Carmen di George Bizet non ebbe, alla sua prima rappresentazione avvenuta il 3 marzo 1875 all’Opéra-Comique di Parigi, un’accoglienza tale da far presagire la straordinaria fortuna di cui avrebbe goduto in seguito. Il benpensante pubblico parigino, saldamente ancorato al moralismo e al perbenismo della borghesia che proprio in quel periodo celebrava i suoi fasti, rimase scandalizzato dal soggetto dell’opera che i librettisti H. Meilhac e L. Halévy trassero da una novella di Mérimée, in cui tutti i valori borghesi dell’Ottocento romantico venivano sistematicamente colpiti e il lieto fine, tipico di quel genere teatrale, era disatteso per la morte della protagonista per mano del suo gelosissimo amante Don José. La Carmen, alla cui composizione Bizet si era dedicato sin dal 1872 con grande entusiasmo, rimane un’opera importante per aver anticipato il verismo e il realismo psicologico nel teatro lirico oltre che il mito decadente della femme fatale, suprema dispensiera di piacere, ma anche di morte. L’opera, che conobbe il successo già nell’autunno dello stesso anno in una rappresentazione a Vienna con i dialoghi parlati sostituiti da recitativi da Guiraud, annoverò, tra i suoi estimatori, il filosofo Nietzsche che la considerò espressione della solarità mediterranea e di un ritorno alla natura e alla gioia.

    Protagonista dell’opera è Carmen, una zingara di straordinaria bellezza, che lavora come sigaraia in una manifattura di tabacco nei pressi di una piazza di Siviglia. Al suo fascino nessuno riesce a sottrarsi, nemmeno Don Josè, un brigadiere dei dragoni, che non esita a sacrificare il suo onore, favorendone la fuga dopo l’arresto in seguito a una rissa in cui la donna ha ferito una sua compagna, e la sua stessa carriera aggregandosi ad un gruppo di contrabbandieri di cui Carmen faceva parte. Tutto ciò non è, però, sufficiente a conquistare definitivamente l’amore di Carmen che, divenuta l’amante del torero Escamillo, viene uccisa dal brigadiere geloso.

    In questa occasione sarà possibile ascoltare un’antologia di brani, il cui ordine tiene conto dell’alternanza scenica, delle due suite sinfoniche che Ernest Guirard ha tratto dal capolavoro di Bizet. Il primo brano è l’Aragonaise, in cui il colore spagnolo emerge nei ritmi e nelle sonorità orchestrali. Ad essa segue la celeberrima, Habanera, cantata da Carmen nell’atto primo, nella quale il carattere gitano della femme fatale è espresso da un tema che Bizet trasse da una canzone popolare del compositore spagnolo Yradier. Un carattere lirico informa il successivo Intermezzo, preludio all’atto terzo, caratterizzato da una poetica melodia del flauto. La sensuale Seguidille, cantata da Carmen nel primo atto per sedurre definitivamente Don José precede la Chanson du toréador, nella quale si distingue un assolo della tromba e il trionfo di Escamillo di Les Toreadors.

     

     

    Durata: 12'

    Pierpaolo Petta
    Palermo 1978

    Fuoco

    Durata: 4'

    Voglia di primavera

    Durata: 5'

    Stress

    Durata: 4'

    Milongon

    Durata: 4'

    Fisarmonicista e compositore, Pierpaolo Petta ha manifestato i suoi interessi in diversi ambiti musicali componendo anche colonne sonore di spettacoli teatrali e musiche che sono state edite da Rai Trade. Il carattere poliedrico dei suoi interessi lo ha portato inoltre a collaborare con importanti artisti come Antonella Ruggiero, Peppe Voltarelli, Remo Anzovino, La Famiglia, Sergio Vespertino e Gioele Dix. Oggi ascolteremo 5 brani sul primo dei quali Petta ha affermato:

    “Da quando l’uomo è stato in grado di avere il controllo del fuoco è riuscito a migliorare la sua esistenza. Nonostante tutti i benefici riconosciuti al fuoco, bisogna sempre avere un controllo dello stesso perché la sua energia potrebbe risultare anche distruttiva. Come le molteplici anime del fuoco lo rendono quasi una divinità capace di regalare profonde suggestioni, così questo brano musicale risulta essere molto intenso ed ha un forte impatto emozionale”.

    Il secondo brano, Voglia di meraviglia e il terzo Stress, che sembrano quasi formare un dittico, sono stati descritti sempre così dal compositore:

    “Gli anni che viviamo sono caratterizzati da una continua esposizione ad informazioni di ogni tipo. Il cosiddetto mondo social ci offre così tanti spunti e finestre sul mondo che risulta molto difficile se non impossibile farci meravigliare di qualcosa. Voglia di meraviglia vuole far venire alla luce il bambino che si nasconde in noi e farci riscoprire la bellezza dello stupore. 

    Eseguito dopo il brano precedente, ha la funzione di portarci alla realtà. Essere stressati è la prerogativa della società moderna. Essere stressati fa quasi tendenza. Dalle prime note, il brano, riesce a dare una bella scossa di adrenalina ed a portarci nella realtà, quella che fuggiamo ma allo stesso tempo fa parte ormai di noi, la realtà dello stress”.

    In Milongòn, invece,

    “La fisarmonica ci accompagna quasi naturalmente nel mondo del tango e quest’ultimo molte volte è quasi rappresentato dal suo suono. Milongòn è un omaggio al compositore argentino Astor Piazzolla, colui che più di chiunque altro ha influenzato lo stile dei fisarmonicisti moderni. Paolo Conte diceva «il tango è il riassunto di una vita» ed in questo brano ho cercato di offrire un estratto della mia esperienza”.

    Astor Piazzolla
    Mar de la Plata 1921 - Buenos Aires 1992

    Escualo

    Compositore argentino di origine italiana, Astor Piazzolla è stato giustamente considerato il più grande autore di una delle danze più popolari del Novecento, il Tango, nonostante abbia modificato le caratteristiche fondamentali di questa danza che gli Argentini conservano come qualcosa di sacro. Piazzolla ha avuto il grande merito di aprire il Tango al jazz e anche ad una scrittura dissonante estremamente moderna mantenendone sempre il carattere sensuale e la straordinaria forza comunicativa capace di affascinare e sedurre il pubblico. La grande tradizione del tango argentino costituisce anche la fonte d'ispirazione di Escualo, pagina nella quale Piazzolla ha fatto una sintesi tra sensualità e virtuosismo.

    Durata: 4'

    Pierpaolo Petta
    Palermo 1978

    Palermo

    Protagonista dell’ultimo brano, Palermo, è infine “la storia del capoluogo siciliano costellata di cultura, arte, colori, profumi ma soprattutto di persone che hanno un animo nobile forgiato dalle dominazioni succedutesi nei secoli”

    Più volte ispirato da Palermo, città da lui definita come «la più bella del mondo», Petta in questo brano, ci accompagna da un punto di vista emotivo per le vie della città per ammirare le imponenti opere, i colori e le sfumature di Palermo definita già da Vincenzo Florio la “perla del mediterraneo”.

    Durata: 5'

    George Gershwin
    Brooklyn 1898 - Hollywood 1937

    An American in Paris (Un Americano a Parigi), poema sinfonico

    Allegretto grazioso, Più moderato, Tempo di Blues, Allegro, Grandioso, Moderato con grazia, Grandioso di coda

     

    Un Americano a Parigi è la musica più moderna che io abbia mai scritto. La parte iniziale si sviluppa alla maniera di Debussy, benché le melodie siano originali. Il mio assunto consiste nel riprodurre le impressioni di un viaggiatore americano che passeggia per Parigi ascoltandone i suoni e i rumori e assorbendo l’atmosfera della Francia. Ma c’è molta libertà, e chi ascolta può leggere nella musica tutte le immagini che preferisce”.

    Così lo stesso Gershwin sintetizzò il contenuto di questo suo poema sinfonico nell’elaborato e dettagliato programma che egli scrisse insieme con il compositore e critico musicale Deems Taylor per la prima esecuzione avvenuta il 13 dicembre 1928 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Walter Damrosch. Nonostante l’ambientazione francese, i primi abbozzi di questo poema sinfonico, commissionato a Gershwin dalla New York Philharmonic Orchestra, furono stesi in patria prima che il compositore si recasse a Parigi, dove sarebbe giunto nel mese di marzo  1928 per trascorrervi un lungo periodo di vacanza insieme alla sorella Frances, al fratello Ira e alla moglie di quest’ultimo Leonore. Nella sua valigia il compositore aveva portato con sé gli abbozzi di questo poema con l’intenzione di completarne la stesura nella capitale francese, dove, però, egli, ormai all’apice del successo arrisogli grazie alla Rhapsody in Blue e al Concerto in fa, si trovò coinvolto in una serie di impegni mondani. La trionfale accoglienza riservata dal pubblico dell’Opéra proprio al Concerto in fa contribuì a fare di Gershwin uno dei personaggi maggiormente contesi dai salotti mondani parigini. Distratto, quindi, dal suo lavoro di composizione, Gershwin decise, allora, di fuggire dalla vita mondana e di stabilirsi per un breve periodo a Vienna dove, all’Hotel Bristol, trovò la pace necessaria per completare la stesura della versione pianistica di Un americano a Parigi, alla cui orchestrazione attese soltanto nella capitale francese dove rientrò in gran segreto. Gershwin era convinto, infatti, che solo il contatto diretto con la vita, i colori e l’atmosfera di Parigi gli avrebbe consentito di riprodurli efficacemente nella partitura in cui non mancano nemmeno elementi onomatopeici ottenuti con l’uso di quattro trombe di automobile perfettamente inserite in un organico particolarmente ricco e ricercato negli impasti timbrici.

    In questa partitura Gershwin, nonostante abbia cercato di ricondurne la struttura a una forma-sonata indicando le tre sezioni (esposizione, sviluppo e ripresa) forse perché eccessivamente preoccupato di confermare l’immagine di compositore classico già data con il Concerto in fa, ha realizzato con rara efficacia il programma nel quale sono descritte le impressioni maturate da un giovane yankee nelle sue passeggiate per le strade della capitale francese. Il poema sinfonico si apre con un tema gaio con il quale è ritratta la passeggiata del giovane americano per gli Champs-Elysées in una mattinata di sole, mentre gli echi dei clacson evocano il traffico della metropoli. Dopo esser sfuggito a malapena alle macchine, il giovane si rifugia in un Café, accolto dagli echi di una vecchia canzone affidata ai tromboni. Poco dopo, accompagnato, prima, da un tema affidato ai clarinetti e, poi, da una melodia del corno inglese, il giovane yankee giunge di fronte al Grand Palais per poi immergersi nelle stradine del Quartiere Latino. Qui una giovane prostituta, balbettando qualche parola in inglese, tenta un approccio in un seducente assolo di violino. Il giovane, dopo qualche tentennamento, fugge, ma è preso, poi, da una forte nostalgia della sua patria che si esprime nel grandioso blues della sezione centrale (Tempo di blues). L’incontro improvviso con un suo compatriota riporta la serenità, contraddistinta da ritmi di charleston che ritornano anche nel grandioso e gaio Finale dove vengono ripresentati, insieme ai clacson delle automobili, tutti i temi già esposti in questa affascinante e divertente partitura. 

     

    Riccardo Viagrande     

     

    Durata: 17'