Busoni, Bruckner

Emanuele Andrizzi, direttore

Orchestra Sinfonica Siciliana

Duomo di Monreale

 

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Domenica
    22 Ottobre 2023

    Ore

    21,00

    Durata

    70min.

    Prezzi

    0 - 0 €

    Calendario

Ingresso libero sino ad esaurimento posti

  • Programma

  • Ferruccio Busoni
    Empoli 1866 -Berlino 1924 John Adams
    Worchester 1947

    Berceuse élégiaque (“Ninna-Nanna dell’Uomo sulla bara di sua Madre) per orchestra op. 42. Arrangiamento per orchestra da camera di John Adams (prima esecuzione italiana)

    “Ieri sera c’è stata la prima esecuzione della Berceuse. Toscanini era venuto. Dopo due riverenze di Mahler, mi sono dovuto inchinare ancora due volte al pubblico (dal mio palco). «It doesn’t like the piece, but it likes me» osservai. Il genere della Berceuse non si confà a Mahler tanto bene come i ritmi e i tamburi della Turandot. Ma il pezzo ha preso e quasi continuo a credere che arriverà a una specie di popolarità”.

    Così lo stesso Busoni ricordò l’accoglienza riservata alla sua Berceuse élégiaque dal pubblico alla prima esecuzione, il 21 febbraio 1911 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Mahler, che salì sul podio in quell’occasione per l’ultima volta prima della morte che lo avrebbe colto tre mesi dopo. Legata alla morte di una persona cara è, del resto, la composizione di questo lavoro che Busoni scrisse nel 1909 in memoria della madre, morta nel mese di maggio di quello stesso anno. Un clima funebre informa questo autentico capolavoro sinfonico, per la cui musica il compositore si ispirò ai quattro versi apposti da lui stesso come premessa alla partitura: Dondola la culla del bimbo, / Oscilla la bilancia del suo destino, / svanisce il cammino della vita, / si perde in lontananze eterne. Questo lavoro si distingue per una straordinaria ricerca timbrica intonata tutta su colori piuttosto opachi dettati dal clima funebre della composizione reso sia dall’uso della sordina e degli armonici nella parte degli archi sia dal ritmo caratterizzato da una scrittura essenziale che suggerisce all’ascoltatore il sentimento dell’eternità. L’armonia, ormai ai confini della tonalità grazie all’uso di quarte sovrapposte, è, invece, una testimonianza della modernità di quest’opera. In quest’occasione la Berceuse élégiaque è presentata nell’arrangiamento per orchestra da camera realizzato nel 1989 da John Adams e da lui diretto per la prima volta l’8 giugno dello stesso anno a St Paul.

    Durata: 10'

    Anton Bruckner
    Ansfelden, 1824 - Vienna, 1896

    Sinfonia n. 9 in re minore

    Feierlich (Solenne), Misterioso

    Scherzo: Bewegt, Lebhaft, Trio, Schnell (Mosso, vivace, Trio, presto)

    Adagio, Sehr langsam, feierlich

     

    La composizione della Nona sinfonia, che, iniziata nel 1889, fu completata solo nei primi tre movimenti, coincise con gli ultimi anni di vita di Bruckner segnati dalla solitudine e da un progressivo declino ai quali sembrano sottrarlo sia alcune prime esecuzioni di sue composizioni sempre accolte in modo trionfale sia alcuni nuovi amori come quello per Karoline, figlia di Josephine Lang, una sua vecchia fiamma di 25 anni prima, o quello per Adele, figlia quest’ultima di un decoratore, nota come la dama velata ai suoi funerali. Nonostante ciò, l’acuirsi di alcuni problemi nervosi costrinsero il compositore, nell’autunno del 1890, a chiedere all’imperatore di essere pensionato come organista di corte e un congedo di sei mesi per malattia al Conservatorio che il 15 gennaio gli conferì una pensione. Altri onori pubblici, come la nomina a dottore Honoris Causa all’Università di Vienna il 7 novembre 1891 regalano qualche momento di gioia negli ultimi difficili anni di vita del compositore che, quasi presago della vicina morte, è preso dall’affannosa volontà di portare a termine la sua Nona sinfonia. Nonostante le precarie condizioni fisiche, Bruckner continuò a comporre e il 30 novembre completò l’Adagio e iniziò il Finale della Nona. La sera di Natale si sedette per l’ultima volta all’organo a Klosternburg concludendo la sua esibizione con una nota falsa essendogli scivolato il piede sulla pedaliera. L’11 ottobre 1896, proprio, mentre, seduto al pianoforte, stava lavorando al Finale della Nona, sentì un forte brivido, chiese, allora, del tè caldo, si mise a letto e morì, senza riuscire a completare questo suo ultimo lavoro sinfonico. La Sinfonia, che venne eseguita postuma a Vienna l’11 febbraio 1903 sotto la direzione di Ferdinand Löwe che aveva approntato una revisione dei primi tre movimenti, fu ripresa nella versione originale rivista questa volta da Robert Haas, sotto la direzione di Siegmund von Hausegger a Monaco il 2 aprile 1932. Il Finale, ricostruito nel 1986 da Nicola Samale e Giuseppe Mazzucca sulla base degli appunti lasciati da Bruckner, fu eseguito per la prima volta da solo nel mese di gennaio del 1986 dall’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte diretta da Eliahu Lubal.

    Sin dai primi abbozzi risalenti al 1887, appare evidente l’intenzione di Bruckner di costruire, sul modello degli ultimi lavori di Schubert e di Beethoven, al quale il compositore si richiamò anche nella scelta della tonalità di re minore, un grande lavoro sinfonico denso di significati e degno della dedica fervida e sincera al Buon Dio. Il primo movimento, Feierlich (Solenne), Misterioso, di questa sinfonia, monumentale sia nell’organico che nelle proporzioni, ha una struttura plurimotivica con il primo tema che, come accade spesso nei lavori sinfonici di Bruckner, nasce a poco a poco su un tremolo degli archi, a cui è, invece, affidato il cantabile secondo tema. Estremamente raffinato dal punto di vista contrappuntistico è lo sviluppo, mentre due corali precedono la coda del movimento. Il secondo movimento, Scherzo, è un tragico Ländler aperto da un tema in pizzicato degli archi a cui si contrappone una sezione in fortissimo a cui partecipa l’intera orchestra raggiunta dopo un crescendo. Di carattere danzante è anche il Trio, del quale sono protagonisti i violini primi con un tema brillante eseguito in uno staccato spiccato e a un ritmo veloce quanto quello dello scherzo. Protagonisti dell’Adagio, ultimo movimento completato da Bruckner e autentico congedo dalla vita, sono ancora i violini che in apertura descrivono un arco melodico particolarmente ampio e frastagliato. Questo movimento è in realtà un caleidoscopio delle possibilità tecniche ed espressive della scrittura di Bruckner con intense armonie che ricordano i cromatismi del Tristano, con squilli di trombe e con i corali di tube tipici dello stile del compositore austriaco.

     

    Riccardo Viagrande

    Durata: 60'