La Messa incompiuta

63ma Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale

Concerto di inaugurazione

Federico Maria Sardelli, direttore

  • Giorno

    ora

    Durata

    Prezzo

     

  • Giorno

    Martedì
    19 Ottobre 2021

    Ore

    21,00

    Durata

    75min.

    Prezzi

    - €

    Calendario

Carlo Aonzo, mandolino

Carolina Lippo, soprano

Rosa Bove, mezzosoprano

Markus Miesenberger, tenore

Rocco Cavalluzzi, basso

Alessandra Pipitone, maestra del coro

Coro Lirico Mediterraneo

Orchestra Sinfonica Siciliana

  • Programma

  • Johann Nepomuk Hummel
    Bratislava, 1778 - Weimar, 1837

    Concerto in sol maggiore per mandolino e orchestra

    Allegro moderato e grazioso
    Andante con Variazioni.
    Rondo (Allegro)

     

    Allievo per ben due anni di Mozart, del quale fu ospite presso la sua casa, di Clementi, di Haydn oltreché di Salieri, Johann Nepomuk Hummel, compositore ormai quasi del tutto dimenticato, nella prima metà dell’Ottocento conquistò una grandissima fama in tutta Europa come brillante pianista. Ricercato come concertista, Hummel, però, ottenne il suo primo incarico di un certo prestigio nel 1804, quando, grazie alla segnalazione di Haydn, fu nominato maestro di cappella alla corte del principe Hesterházy, dove rimase fino al 1811, quando fu cacciato per alcuni atteggiamenti che furono interpretati come negligenze. Nonostante tutto, Hummel, in seguito, ottenne la stessa carica a Stoccarda, che abbandonò presto per contrasti intervenuti con l’impresario del teatro, e, infine, trovò una sistemazione definitiva alla corte granducale di Weimar, dove rimase fino alla morte.

    Primo dei due lavori per mandolino composti da Hummel, che nel 1810 avrebbe dato alle stampe anche una Grande Sonata, questo concerto, fu scritto nel 1799 per Bartolomeo Bortolazzi, compositore italiano, ma soprattutto famoso mandolinista che rese questo strumento popolare presso il pubblico della sua epoca. Il primo movimento di questo concerto, simile al Concertino in sol maggiore op. 73 per pianoforte e orchestra che, in realtà, è una vera e propria rielaborazione, realizzata dal compositore nel 1816, è un Allegro moderato in forma-sonata di carattere gaio nel quale, però, manca una forte dialettica tra i due temi, essendo il secondo affine al primo. Il secondo movimento, Andante con variazioni, è formalmente costituito da un tema, una dolce melodia di ascendenza mozartiana, e 3 variazioni, mentre il terzo è un brillante Rondò.

    Durata: 16'

    Wolfgang Amadeus Mozart
    Salisburgo 1756 – Vienna 1791

    Messa in do minore KV 427 per soli, coro e orchestra

    Kyrie

    Gloria

    Credo

    Sanctus

    Benedictus

     

    Composta tra il 1782 e il 1783, la Messa in do minore KV 427 per soli, coro e orchestra fu lasciata incompiuta dal Salisburghese che ne aveva iniziato la composizione non su committenza ma per un voto, come si evince da una lettera inviata al padre da Vienna il 4 gennaio 1783, nella quale si legge: “la migliore prova di questa promessa è la partitura d'una Messa che ancora aspetta d'essere completata”.  Concepita da Mozart come voto affinché fossero superate le difficoltà che si opponevano al matrimonio con Konstanze, questa Messa avrebbe dovuto essere eseguita il 26 ottobre 1783 a Salisburgo dove il compositore effettivamente si recò insieme alla moglie. Nella città natale,  nonostante Mozart lavorasse assiduamente alla partitura, non riuscì a portare a termine il lavoro tanto che  le parti mancanti della Messa furono integrate con altre di precedenti Messe. L'opera, il cui Kyrie e Gloria furono utilizzati da Mozart nell'oratorio Davide penitente KV 469, composto due anni dopo, sarebbe rimasta incompiuta, anche perché il compositore decise di accantonare questo lavoro, dal quale non  avrebbe ricavato alcun guadagno, per dedicarsi a committenze ben più fruttuose dal punto di vista economico. Di questa Messa ci sono rimasti dunque i suddetti Kyrie Gloria completi, il Sanctus Benedictus in “particella” e l'abbozzo del Credo. Nonostante sia incompleta, dal momento che risulta mancante dell’Agnus Dei, la Messa è un lavoro monumentale nel quale si avverte una profonda compenetrazione tra sentimento individuale e carattere oggettivo del sacro. Ciò è evidente già nel Kyrie, dove la severa polifonia corale trova toni intimistici nella scelta della tonalità minore e dove si inserisce il bellissimo Christe, una parte solistica per soprano che si configura come un omaggio alla moglie Konstanze che del resto lo interpretò alla prima esecuzione. Influenze dello stile di Händel con reminiscenze del celebre Alleluja caratterizzano la parte iniziale del monumentale Gloria che consta di altre sette parti: l’aria tripartita, Laudamus te; Gratias agimus, brano corale a cinque voci; lo struggente duetto per due soprani, Domine Deus; il monumentale Qui tollis peccata mundi per doppio coro; il terzetto per tenore, soprano e contralto, Quoniam tu solus sanctus; il brano corale Jesu Christe e, infine, la poderosa fuga del Cum Sancto Spiritu. Rimasto incompiuto per quanto riguarda l’orchestrazione che, comunque, può essere facilmente ricostruita, il Credo ha una struttura bipartita con una prima sezione formata da un maestoso coro a 5 voci a cui segue il delicato solo per soprano dell’Incarnatus dal cullante ritmo di siciliana. Un grandioso doppio coro costituisce il Sanctus che culmina nella fuga dell’Osanna, nella quale traspare l’alto magistero contrappuntistico di Mozart. Per le quattro voci soliste è, invece, il Benedictus percorso da inquiete armonie e da un contrappunto a volte dissonante che, però, si risolvono nella ripresa dell’Osanna.

     

    Riccardo Viagrande

     

     

    Durata: 55'